GLI ANGOLI DIMENTICATI DI SAVONA
di ALDO PASTORE
IL VECCHIO OSPEDALE SAN PAOLO
(
PRIMA PUNTATA)
Esistono due splendide pubblicazioni di Enrico Tongiani, che illustrano, con grande razionalità e compiutezza, la storia dell' Ospedale San Paolo e, più in generale, le vicende della Sanità Savonese, nel contesto dell' evoluzione storica, sociale e di costume dell' intera nostra Città.
I due volumi portano il seguente titolo:
SAVONA DEGLI OSPEDALI
( Ed. LIGURIA- ANNO 1994)
e
IL SAN PAOLO DI SAVONA: UN
OSPEDALE IN FOTOGRAFIA
( COOP TIPOGRAF SAVONA- ANNO 2005)
E' un vero peccato che non
esista alcuna pubblicazione che riporti le vicende storiche, che hanno
contrassegnato l' esistenza del vecchio edificio dell' Ospedale San Paolo, nel
periodo intercorrente tra i primi anni '90 e l'epoca attuale.
Immagino sia
molto difficile individuare un esperto in " Realtà Decadenti" o in " Angoli
Dimenticati"; nel caso specifico dell' argomento che stiamo trattando, non so
francamente se sia preferibile rivolgersi ad uno storico serio, ma con una
particolare tendenza verso una cupa tragicità, oppure ad uno scrittore
dotato di una notevole " verve" umoristica e col il gusto del paradossale o
dell' inverosimile; personalmente, propendo per questo secondo tipo di
soluzione, non soltanto perchè gli autori comici, alla fine del loro percorso
espositivo, risultano sempre i più seri e convincenti, ma anche perchè le
vicende del vecchio San Paolo presentano prodigiosi ed incredibili contenuti
umoristici.
Per quanto mi riguarda, cercherò di riassumere, in brevi tratti, l' evoluzione storica di questo edificio ( prendendo spunto dai due testi sopra citati) e, successivamente, di riportare le notizie riguardanti le paradossali vicende, susseguitesi in questi ultimi anni, ed, infine di esporre le mie modeste osservazioni critiche sull' intera vicenda ( suddividendo il tutto, per ragioni di spazio, in due puntate).
EVOLUZIONE STORICA DELL' EDIFICIO:
- La prima struttura dell' Edificio è stata realizzata nel periodo intercorrente tra il 1847 ed il 1856 ( Progetto: Architetto: Carlo Sada; Direttore dei Lavori: Architetto: Giuseppe Cortese).
Ufficialmente, l' inaugurazione, "che consegna alla modernità l' Ospedale San Paolo" , ha avuto luogo il pomeriggio di mercoledì 14 Ottobre 1857, con un' imponente cerimonia, grande concorso di folla e la presenza delle massime autorità cittadine ( Sindaco: Paolo Assereto).
Sotto il profilo architettonico, la progettazione e l’edificazione del complesso hanno presentato, inizialmente, alcuni problemi di non facile soluzione; infatti, il terreno basale era assai cedevole, con falda acquea sotterranea quasi affiorante ( oggi, a circa 2 metri sotto il pavimento del piano terra) e, per di più, instabile, perché continuamente soggetta ad oscillazioni di altezza. Le fondamenta vennero, quindi, fatta poggiare su di una rigida palafitta ( 3800 puntelli circa),
Al di sopra delle fondamenta, l’edificio ospedaliero era composto da un Piano Terra (parzialmente ammezzato), in muratura voltata e da un Primo Piano, a tre navate, parzialmente loggiato, coperto con strutture in legno.
Va doverosamente sottolineato che l’ onere finanziario per la costruzione dell’ edificio è stato pari a Lire 371.072, 270 ed è stato totalmente sostenuto dalla Amministrazione Comunale di Savona, la quale ha provveduto alla liquidazione del debito finanziario soltanto nell’ arco di alcuni anni, trattandosi di una somma assai consistente per l’epoca.
Di eccezionale interesse appare, inoltre, la Deliberazione del Consiglio Comunale di Savona, datata 17 Gennaio 1856 , attraverso la quale venne stabilito di “ procedere alla consegna all’ Amministrazione Ospedaliera dei locali, situati nel nuovo fabbricato, progettato dal Sada”.
Dopo essersi incontrate, la Commissione incaricata dal Consiglio Comunale e l’Amministrazione Ospedaliera (in allora, denominata Commissione degli Ospizi) concordarono di procedere alla stesura di una Convenzione, composta da 8 articoli, corredati da spiegazioni e dichiarazioni.
Attraverso questa Convenzione, l’ Amministrazione dell’ Ospedale ottenne l’ uso del nuovo edificio, o meglio, venne momentaneamente autorizzata ad occupare i locali ritenuti sufficienti ad accogliere i degenti, civili e militari.
Dal canto suo, l’ Amministrazione Ospedaliera prese atto dell’ impegno assunto dal Municipio, cioè di “ non pretendere la restituzione dello stabilimento, fin tanto che perdurerà l’ attività sanitaria del nosocomio”.
- La seconda metà del 1800 è stata caratterizzata, a livello nazionale, da sconvolgenti avvenimenti storici, che si possono riassumere nel concetto di “RICERCA ED ATTUAZIONE DELL’ UNITA’ NAZIONALE”; si è trattato di un periodo storico, ricco di entusiasmi e di grandi ideali, ma assai povero, sotto il profilo economico, in ispecie per le classi sociali più basse o, addirittura, misere.
Per sopravvivere, l’ Ospedale San Paolo ha avuto bisogno di un adeguato sostegno finanziario e di donazioni, da parte dei cittadini più abbienti ed altolocati.
Di conseguenza, l Amministrazione Ospedaliera stabilì di esternare la riconoscenza dell’ Istituzione per i suoi Benefattori, pur differenziandola, in rapporto all’ entità delle delle elargizioni.
Perciò, per quanti favorirono l’ Ospedale con lasciti del valore compreso tra 5 e 20 mila Lire, venne commissionata una Lapide, che recava inciso il nome del Benefattore; invece, coloro che contribuirono con somme superiori a 20 mila Lire, (fino a 100 mila) vennero ricordati con un Busto Marmoreo, con il nome inciso alla base; infine, i grandi Benefattori ( coloro, cioè, che devolsero ingenti capitali, oltre le 100 mila Lire) vennero immortalati nel marmo, con una statua A Figura.
Si è trattato, ovviamente, di una nobile iniziativa, i cui effetti, noi, oggi, possiamo ancora osservare e toccare con mano; all’ interno del vecchio Ospedale, infatti, possiamo trovare numerose configurazioni marmoree di alto valore artistico, ma, soprattutto, portatrici, tuttora, di un profondo ideale etico.
Desidero, inoltre, doverosamente ricordare che le donazioni sono proseguite anche nella prima metà del Novecento e che esistono, in proposito, opere marmoree, riferite ad Autori contemporanei di grande rilievo e notorietà.
A partire dal mese di luglio del 1907, iniziarono lavori di ristrutturazione dell’ Ospedale, i quali durarono fino al mese di ottobre dell’ anno successivo; vennero effettuati ampliamenti e parziali sopra-elevazioni, circoscritte al piano del corpo trasversale centrale, fiancheggiante via Giacchero.
Da queste opere di ristrutturazione derivarono l’ utilizzazione completa degli ambienti del Piano Terra e del Primo Piano, di cui, fino a quel momento, il nosocomio non aveva potuto usufruire; in particolare , vennero guadagnati nuovi spazi, ricavati dalla parziale muratura dei porticati del Primo Piano, che vennero trasformati in locali sopra-elevati rispetto alle infermerie; questi locali vennero adattati, di volta in volta, ad uffici, alloggio per le suore, Ufficio della Direzione Sanitaria ed abitazione del Cappellano.
Per quanto si riferisce alla situazione attuale di queste strutture, mi sembra opportuno riportare le osservazioni formulate nel contesto della Relazione (datata 1984) , sottoscritta congiuntamente dall’ Ordine degli Architetti e dall’ Ordine degli Ingegneri della Provincia di Savona:
“ Queste
opere, ed altre minori contemporanee, furono concepite ed eseguite in modo
assai meno felice delle precedenti: i solai sono in legno su travi principali
in ferro; tutte le finiture sono di mediocre qualità. La sopraelevazione venne,
a quell’ epoca, coperta con un tetto a falde di legno che fu sostituito, attorno
al 1940, con una copertura in c.a. ( è questa l’ unica parte dell’ edificio che
abbia, oggi, tre piani).
Tutte le opere
del 1910 (in realtà 1907-1908: note del sottoscritto),
piuttosto scadenti fin dall’ origine, sono, oggi, in
condizioni assai mediocri: i solai in legno, in particolare, hanno dato, e danno
tutt’ora, luogo a forti frecce con conseguenti lesioni delle murature secondarie
soprastanti.
In linea di
massima, si deve pertanto prevedere che tutte queste strutture siano da rifare
integralmente.”
- Nel periodo intercorrente tra il 1928 ed il 1930 venne attuato un nuovo intervento sull’ edificio ospedaliero, secondo un progetto elaborato dall’ Ingegnere Giovanni Damonte.
In sintesi: fu radicalmente modificato il Primo Piano, abolendo i loggiati del corpo longitudinale, e fu costruito ex novo il Secondo Piano.
Per meglio descrivere la natura e l’ entità dell’ intervento architettonico, riporto, ancora una volta, i rilievi della Relazione sopra citata:
“Per
realizzare questa trasformazione, fu necessario modificare profondamente anche
lo schema della struttura portante del piano aggiunto( e della relativa
copertura) lungo il corpo longitudinale, spostando i carichi ( che prima
gravavano sulle pareti della navata principale) verso il centro del corpo di
fabbrica, lungo un corridoio centrale, creato ex novo.
La nuova
struttura fu realizzata in calcestruzzo armato con travi principali di ben
dodici metri di luce, affiancate lungo il nuovo corridoio, sorrette da pilastri
in c.a. che vennero poggiati ( con opportune travi di ripartizione in c.a.) su
pareti trasversali del corpo longitudinale, che non avevano, prima, funzioni
portanti di rilievo.
In gran parte
del corpo longitudinale , quindi, i carichi ( aumentati per la sopraelevazione),
furono spostati e concentrati su parti, che, in origine, erano assai meno
sollecitate.
Un intervento
così radicale ed ardito poteva far temere cedimenti delle murature e delle
fondazioni preesistenti; nulla, invece, indica che si
siano manifestati inconvenienti di sorta: né lesioni, né cedimenti; le
condizioni generali di stabilità delle strutture sono del tutto rassicuranti.
La realizzazione del Progetto Damonte costò, al Comune, Lire 3.900.000, comprese Lire 457.530 raccolte tra i Benefattori, mentre l’ Amministrazione Ospedaliera , per il solo impianto dei caloriferi, ascensori, montacarichi ed altri lavori accessori, si accollò una spesa di Lire 357.567,60.
- Infine, nei primi mesi del 1940 ( alla vigilia della seconda guerra mondiale), il tetto della sopraelevazione, edificata negli anni 1907-08, venne sostituito con una copertura piana in cemento, ricavando un ulteriore Terzo Piano nell’ ala di ponente del transetto centrale.
L’ evoluzione storica del vecchio edificio dell’Ospedale San Paolo termina a questo punto, perché, ad essa, subentra, a pieno titolo, la nascita e al successiva vicenda storica dell’ Ospedale di Valloria; ma l’ argomento relativo a questo nuovo nosocomio non rientra nell’ambito di questo mio articolo, per la ovvia ragione che esso non è un Angolo Dimenticato.
Riprenderò, invece, l’argomento “ Vecchio Ospedale San Paolo” nel prossimo articolo, scusandomi con i lettori per la lunghezza e l’ eccessivo tecnicismo di questo mio scritto; ma questo percorso iniziale era necessario per comprendere, sino in fondo, i successivi avvenimenti.
ALDO PASTORE 9 Novembre 2006
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