FOGLI MOBILI

La rubrica di Gloria Bardi  

MALA-URBANITA’ 

Ricordo alcuni anni fa, a Finale Ligure, negli ultimi tempi dell’Amministrazione Cervone.

Io ero da poco subentrata a un consigliere dimissionario, con non celato disappunto della maggioranza. Avevamo già costituito una lista civica e deciso di presentarci  alle allora imminenti elezioni.  

Donata Scarrone e io  arrivammo con un ordine del giorno su Punta Crena, preparato in AltraFinale, e con una raccolta di firme effettuata autonomamente dai cittadini di Varigotti. 

Un caso di mala-urbanistica in un punto di pregio e forte impatto paesaggistico,visibile da ogni dove. Si trattava di trasformare un discreto villino, largo e basso, sapientemente mimetizzato nell’ambiente e seminascosto da alberi pregiati. Trasformarlo, alzandolo spudoratamente a dispetto di tutto e di tutti.

L’altezza veniva calcolata a partire dall’interrato ma con un piccolo particolare: non si trattava del sottoterra del villino precedente ma del piano terra, che veniva artificialmente interrato.

Capita la prestidigitazione? 

Il tutto con il SILENZIO-ASSENSO della Sovrintendenza. 

Ma quante sono le vittime del silenzio nella mala-urbanistica dell’assenso irresponsabile? 

Quando portammo le foto della brutalizzazione, i consiglieri tutti, maggioranza e opposizione, fornirono una magistrale interpretazione della canzone-tormentone di Povia: “quando i bambini fanno ohhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh”. Nessun colpevole, ovviamente.  

Solo che sull’ “ohhhhhhh” dei politici nessuno dice: “che meraviglia!”.

Purtroppo troppo pochi dicono: “che vergogna!”.

O se lo dicono si fermano lì. 

La cosa fu riportata in Commissione, dove ci sentimmo rispondere dai responsabili tecnici: ni, ma, boh, gnuf e sbuf.

Dopo di che l’Ingegnere capo prese tempo per rivedere la cosa, gli Uffici presero tempo per rivedere la cosa,  il Presidente della Commissione prese tempo per rivedere la cosa, il Sindaco prese tempo per rivedere la cosa, la maggioranza prese tempo per rivedere la cosa, l’opposizione prese tempo per rivedere la cosa. 

Intanto che loro rivedevano la cosa la cosa crebbe: la discreta villetta anni cinquanta abbattuta, gli alberi circostanti abbattuti tra le proteste di ambientalisti e  verdi. 

Scarrone e io pensammo di appellarci alla magistratura e scrivemmo un esposto al Procuratore. Alle nostre firme si aggiunse quella del rappresentante del WWF e di un cittadino di Varigotti. 

Da allora vi fu un solo avvenimento degno di nota: ci chiamò la Forestale e raccolse la nostra testimonianza in proposito.

Aggiungo che La Forestale aveva espresso parere negativo sulla cosa, che invece la Comunità Montana aveva approvato.  

Questo avvenne un paio di anni fa. Da allora non un fiato.

Fino alla settimana scorsa, quando il giornali ci hanno rivelato che la Procura ha prelevato il fascicolo relativo a Punta Crena.

Comunque vadano le cose, la rottura del silenzio è già un sollievo. 

Beh, dico la verità, ne avevamo bisogno perché la fede di noi “poveri cadetti di Guascogna” cominciava a vacillare e io personalmente mi rigiravo nel pugno la spugna, incerta se gettarla o no.  

I costi umani personali sono eccessivi e i  ricavi pubblici inesistenti.

Ci metti il cervello, il fegato e il cuore ma non sposti una virgola. Più che sforzarti, con impegno e serietà, di avere ragione, secondo le normative, i valori, le argomentazioni e il buon senso, non puoi fare. Di più non puoi fare. Ma la ragione non conta se non c’è un potere disposto a dartela.  E il potere te la nega non con opposte argomentazioni ma con la semplice prepotenza del numero e facendo appello al diritto consuetudinario all’incoerenza e alla contraddizione. 

Così, il sindaco di Finale, a me che chiedevo ad alcuni suoi consiglieri “dormienti” il motivo di un certo voto, dopo che io avevo argomentato per un’ora il voto contrario, mi ha risposto in Commissione:

“se uno non vuol motivare il voto non lo motiva. Non siamo mica a scuola, qui!”.

Questa la Democrazia secondo Richeri. 

L’unica consolazione è che io il sindaco non l’ho votato. 

Sì, mi rigiravo in mano la spugna della resa.

Che cosa resta da fare infatti, quando un Presidente di Provincia, in seduta ufficiale, con Assessore e Funzionario responsabile, a chi si appella ai Piani Territoriali fatti dalla sua stessa Amministrazione, con dispiego di denaro pubblico, o alle normative regionali, tutte cose che tu prendi sul serio, risponde cose come:

“Ma quelli sono carta straccia. Ma non fatevi prendere per il culo. Ma dovremmo essere abituati, no, alla politica, dal momento che la facciamo da trent’anni!”.

Il sindaco di Finale non l’ho votato, ma questo signore sì. 

Ora, io capisco che questa possa essere franchezza ma se tu pensi che le cose stiano così e che non puoi modificarle, non resti lì, per dire a chi prende sul serio le norme, i piani  e gli investimenti: non fatevi prendere per il culo!

Se le cose stanno così e tu non le puoi cambiare, caro Presidente, il culo –siccome è una parola che ti piace- lo alzi dalla tua bella poltrona e te ne vai sbattendo la porta.

Gloria Bardi

   www.gloriabardi.blogspot.com

 

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