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Gli uomini sono cacciatori ma..

I cacciatori sono Uomini? 

Gli “amanti della doppietta” (in realtà sofisticatissime armi che non lasciano scampo alle vittime designate) non mancano occasione per spacciare la loro discutibile passione per amore per la natura e per la difesa dell’ ambiente. Quasi quasi sembrano voler farci intendere che, se non fosse per questa loro missione (sic!), se ne starebbero volentieri a casa.  

Inutile stare a ricordar loro che chi vuole prendersi cura dell’ambiente può farlo, senza dover pagare costosi tesserini, pulendo sentieri e fiumi, viceversa pericolosamente abbandonati a se stessi. Come è inutile far notar loro che, grazie al loro “impegno ambientalista”, ad ogni stagione venatoria essi riversano sul territorio svariate tonnellate di piombo (sostanza che, come è noto, con l’ ecologia ha ben poco in comune). 

Sicuramente questa commuovente interpretazione della loro attività non convince le migliaia di lepri, starne, pernici e fagiani d’ allevamento che vengono regolarmente immessi nei territori di caccia all’ inizio di ogni nuova stagione venatoria (ovviamente pagati con le tasse di tutti noi…), appositamente per il sollazzo dei cacciatori. 

Totalmente impreparati ad affrontare la vita selvatica, la maggior parte di questi animali non sopravvive per più di qualche giorno e muore per fame, sete o nelle fauci del primo predatore di passaggio. Quelli che sopravvivono, vengono fucilati nei giorni immediatamente successivi. 

E’ notizia di questi giorni che l’Ambito Territoriale di Caccia di Cairo, non pago delle immissioni già effettuate in agosto - nel rispetto, ahimè, delle leggi venatorie - ha provveduto ad un’ ulteriore liberazione di 400 fagiani - questa volta per decisione , diciamo così, autonoma -  per dare sollievo agli iscritti che lamentavano la difficoltà di reperire selvaggina da abbattere. Insomma, finiti i caprioli, qualcosa bisogna pur ammazzare. O no? 

Dicono che gli uomini sono cacciatori. Sarà. Ma i cacciatori sono Uomini? Non mi riferisco, ovviamente, alla loro presunta virilità (anche se una soddisfacente vita sessuale dovrebbe indurli a spendere il loro tempo in maniera migliore) ma alla loro natura morale.  

E’ vero che la stragrande maggioranza dei cacciatori di oggi sono figli dei cacciatori di ieri, e questo in parte spiega e giustifica la loro aberrazione, ma è vero anche che i cacciatori di ieri cacciavano prima di tutto per mangiare, non per passare il tempo.  

Una persona che si diverte, e sottolineo si diverte, a veder stramazzare a terra una creatura innocente, una persona che gode, e sottolineo gode, a vedere agonizzare nel suo sangue un essere che chiedeva solo, come tutti noi, di poter vivere la sua vita, questa persona possiede, in fondo in fondo, quelle qualità che fanno sì che un Uomo sia diverso da una bestia? O si deve considerare Uomo anche chi accetta il principio della non violenza e del rispetto degli interessi altrui solo quando la legge lo impone?  

Lo so. Non c’è giorno che non ci dimostri che non c’è limite alle nefandezze di cui la nostra specie è in grado di macchiarsi. Il folto popolo di assassini, stupratori e venditori di morte  ci ha talmente abituati ad ogni sorta di obbrobrio che la morte di un fagiano, al confronto, perde persino il diritto di essere oggetto di riflessione. Ma, a me, il dubbio rimane.

Antonella De Paola Responsabile provinciale diritti animali Verdi Savona