Guardia alzata contro il cemento |
Se nei nuovi porticcioli sono nascoste trappole |
PIERO OTTONE La repubblica |
E´ imminente una nuova colata di
cemento sulla Liguria? Se ne parla con insistenza, e le difficoltà
sorte per la elezione del nuovo presidente all´Ente di Portofino
giustificano i timori. Sappiamo che da parecchio tempo c´è chi vuol
costruire a Portofino un albergo, alcune palazzine, un gran
posteggio. I progetti sono stati fermati dal presidente uscente,
Renato Dirodi, che come il suo predecessore, Crovetto, ha fatto
buona guardia. Adesso la presidenza Dirodi è scaduta: ecco la buona
occasione, pensa chi vuol costruire, per trovare un successore
permissivo. Per fortuna c´è chi resiste. Ma anche altre zone sono minacciate. Negli anni del miracolo economico, dopo la guerra, si è costruito moltissimo, si è costruito male, si sono fatti disastri. Mezza Liguria è stata rovinata. Poi è venuto un periodo di resipiscenza. Le associazioni per la difesa dell´ambiente sono insorte, e hanno trovato ascolto nella pubblica opinione. Alcuni giornalisti, da Indro Montanelli ad Antonio Cederna, hanno scritto articoli di fuoco. Sembrava che si fosse capita una verità elementare: la Liguria è (o era? ) una delle regioni più belle d´Italia, le costruzioni procurano guadagni immediati per un numero ristretto di persone, ma uccidono la gallina che fa le uova d´oro. Perché si teme, adesso, una nuova ondata? Qualcuno teme che la minaccia sia ora rappresentata dai porticcioli. Il turismo nautico è fonte di ricchezza. Le barche sono sempre più numerose, i porticcioli sono necessari. Il guaio è che ogni porticciolo può essere l´occasione per costruire, in prossimità delle banchine, case e casette. Ma non rassegniamoci: speriamo che l´opinione pubblica, ancora una volta, insorga. |