Acts, ora nel mirino i viaggi all'estero
Bufera sull'azienda trasporti savonese. Dopo il caso della doppia indennità del presidente, nuove ombre sulla gestione economica
Il vicepresidente Altamura ha chiesto un'indagine "esterna" su tutti i conti e le spese
IL SECOLOXIX
 
«Un'indagine a tutto campo sui conti di Acts: fatta da soggetti esterni all'azienda, e che svisceri anche le spese più piccole dei vertici societari e di tutti i membri del cda».
È ciò che ha chiesto il vicepresidente di Acts spa, Sergio Altamura, durante l'ultimo tesissimo consiglio di amministrazione, durante il quale è scoppiato il caso della doppia indennità percepita dal presidente Luca Delbene. Altamura, in quota allo Sdi, nell'apprendere incredulo la notizia dello stipendio maggiorato, ha chiesto di verbalizzare due sue dichiarazioni. Prima: che di questa doppia indennità ha saputo dai giornali e prima non ne sapeva nulla; seconda: che per chiarezza e trasparenza, del cda e dei soci azionisti, chiede di affidare ad un soggetto esterno un'indagine che svisceri ogni dettaglio di spesa della società e così fughi eventuali dubbi circa la gestione economica.
Il numero due di Acts non lo ha detto, ma il riferimento è alle voci che si stanno iniziando a rincorrere circa viaggi, trasferte e altre spese, non proprio in linea con la gestione risparmiosa che si imporrebbe ad un'azienda in nota crisi economica. Si parla in particolare di missioni all'estero: una recente a Shangai. Ce n'era bisogno?
Immancabile, è subito scoppiato un nuovo caso. «È importante far chiarezza al più presto perché ne va dell'immagine dell'azienda e della città - ha detto ieri il segretario dello Sdi, Paolo Caviglia - Personalmente non sapevo né della doppia indennità di Delbene né di queste altre voci su viaggi e spese. So però che Acts è un'azienda che non naviga in buone acque e quindi non può permettersi una gestione "allegra". La richiesta di un accertamento su tutte le spese, senza che questo significhi accusare nessuno a priori, mi pare condivisibile».
Ieri è stata però anche la giornata della difesa di Luca Delbene. Il giovane presidente (in quota Ds) si è detto amareggiato ma tranquillo e fiducioso. «Sto preparando un dossier difensivo che presenterò nel cda di venerdì e chiederò di trasmettere agli azionisti di riferimento - ha detto - Nel merito delle accuse per il doppio stipendio preferisco non entrare, parlerà il dossier composto da delibere, atti e regolamenti che chiariscono la mia assoluta buonafede. Idem per il resto. Che ci sia un tentativo di strumentalizzare la vicenda è chiaro. Sono amareggiato ma tranquillo e ripeto ciò che ho già detto: se verrà fuori che non dovevo prendere quelle cifre, e quindi che c'è stato un equivoco, per quanto in buonafede, sono pronto a restituirle. Ma se verrà fuori il contrario, allora saranno altri a doversi scusare e andrà preso qualche provvedimento».
Dario Freccero
 
Delbene: «Tutto falso lo dirò in un dossier»
 
Cosa viene contestato al presidente di Acts Luca Delbene ora è chiaro. Da gennaio ad oggi (quindi per dieci mesi) ha incassato, oltre al suo stipendio da presidente, anche 2500 euro come direttore di Acts Spa. Lo ha fatto perché la figura del direttore era vacante e (è la tesi di Delbene) una delibera del cda del dicembre 2005 chiariva che toccava a lui farne le veci (e quindi prendere lo stipendio). «Questo periodo di assenza poteva durare pochi giorni, ma visto che è durato dieci mesi ritenevo fosse giusto prendere almeno una parte della sua indennità» dice Delbene. E così ha fatto: ha preso solo una parte (2500 euro) dei 3750 euro che gli spettavano. Perché non tutti? Un "beau gest" - dice - per non pesare troppo sui conti dell'azienda. «Mi accusano, ma è tutto falso. Aspettate il mio dossier». La sua tesi è però finita nel mirino. «Nessuno ha autorizzato questa doppia indennità» gli hanno detto i revisori. E soprattutto nessuno del cda ne era al corrente. Oltre al vicepresidente Altamura, che ha chiesto di un'indagine a tutto campo sui conti, Gianfranco Barbieri, altro membro del cda, ieri ha rincarato la dose: «Non risulta mai effettuata alcuna delibera da parte del cda per consentire al presidente Delbene questa doppia indennità - ha scritto - noi membri del consiglio ne siamo venuti a conoscenza dall'articolo del Secolo XIX e poi dal consiglio di venerdì. Pertanto, pur riconoscendo a Delbene un carico di lavoro supplementare, non si giustifica l'operato di agire in modo autonomo violando quel rapporto di fiducia che regola ogni società per azioni».