«Un'indagine a tutto campo sui conti di Acts: fatta da
soggetti esterni all'azienda, e che svisceri anche le
spese più piccole dei vertici societari e di tutti i
membri del cda».
È ciò che ha chiesto il vicepresidente di Acts spa,
Sergio Altamura, durante l'ultimo tesissimo consiglio di
amministrazione, durante il quale è scoppiato il caso
della doppia indennità percepita dal presidente Luca
Delbene. Altamura, in quota allo Sdi, nell'apprendere
incredulo la notizia dello stipendio maggiorato, ha
chiesto di verbalizzare due sue dichiarazioni. Prima:
che di questa doppia indennità ha saputo dai giornali e
prima non ne sapeva nulla; seconda: che per chiarezza e
trasparenza, del cda e dei soci azionisti, chiede di
affidare ad un soggetto esterno un'indagine che svisceri
ogni dettaglio di spesa della società e così fughi
eventuali dubbi circa la gestione economica.
Il numero due di Acts non lo ha detto, ma il riferimento
è alle voci che si stanno iniziando a rincorrere circa
viaggi, trasferte e altre spese, non proprio in linea
con la gestione risparmiosa che si imporrebbe ad
un'azienda in nota crisi economica. Si parla in
particolare di missioni all'estero: una recente a
Shangai. Ce n'era bisogno?
Immancabile, è subito scoppiato un nuovo caso. «È
importante far chiarezza al più presto perché ne va
dell'immagine dell'azienda e della città - ha detto ieri
il segretario dello Sdi, Paolo Caviglia - Personalmente
non sapevo né della doppia indennità di Delbene né di
queste altre voci su viaggi e spese. So però che Acts è
un'azienda che non naviga in buone acque e quindi non
può permettersi una gestione "allegra". La richiesta di
un accertamento su tutte le spese, senza che questo
significhi accusare nessuno a priori, mi pare
condivisibile».
Ieri è stata però anche la giornata della difesa di Luca
Delbene. Il giovane presidente (in quota Ds) si è detto
amareggiato ma tranquillo e fiducioso. «Sto preparando
un dossier difensivo che presenterò nel cda di venerdì e
chiederò di trasmettere agli azionisti di riferimento -
ha detto - Nel merito delle accuse per il doppio
stipendio preferisco non entrare, parlerà il dossier
composto da delibere, atti e regolamenti che chiariscono
la mia assoluta buonafede. Idem per il resto. Che ci sia
un tentativo di strumentalizzare la vicenda è chiaro.
Sono amareggiato ma tranquillo e ripeto ciò che ho già
detto: se verrà fuori che non dovevo prendere quelle
cifre, e quindi che c'è stato un equivoco, per quanto in
buonafede, sono pronto a restituirle. Ma se verrà fuori
il contrario, allora saranno altri a doversi scusare e
andrà preso qualche provvedimento».
Dario Freccero
Delbene: «Tutto falso lo dirò in un dossier» |
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Cosa viene contestato al presidente
di Acts Luca Delbene ora è chiaro.
Da gennaio ad oggi (quindi per dieci
mesi) ha incassato, oltre al suo
stipendio da presidente, anche 2500
euro come direttore di Acts Spa. Lo
ha fatto perché la figura del
direttore era vacante e (è la tesi
di Delbene) una delibera del cda del
dicembre 2005 chiariva che toccava a
lui farne le veci (e quindi prendere
lo stipendio). «Questo periodo di
assenza poteva durare pochi giorni,
ma visto che è durato dieci mesi
ritenevo fosse giusto prendere
almeno una parte della sua
indennità» dice Delbene. E così ha
fatto: ha preso solo una parte (2500
euro) dei 3750 euro che gli
spettavano. Perché non tutti? Un
"beau gest" - dice - per non pesare
troppo sui conti dell'azienda. «Mi
accusano, ma è tutto falso.
Aspettate il mio dossier». La sua
tesi è però finita nel mirino.
«Nessuno ha autorizzato questa
doppia indennità» gli hanno detto i
revisori. E soprattutto nessuno del
cda ne era al corrente. Oltre al
vicepresidente Altamura, che ha
chiesto di un'indagine a tutto campo
sui conti, Gianfranco Barbieri,
altro membro del cda, ieri ha
rincarato la dose: «Non risulta mai
effettuata alcuna delibera da parte
del cda per consentire al presidente
Delbene questa doppia indennità - ha
scritto - noi membri del consiglio
ne siamo venuti a conoscenza
dall'articolo del Secolo XIX e poi
dal consiglio di venerdì. Pertanto,
pur riconoscendo a Delbene un carico
di lavoro supplementare, non si
giustifica l'operato di agire in
modo autonomo violando quel rapporto
di fiducia che regola ogni società
per azioni».
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