Conti Acts, bufera sul presidente IL SECOLOXIX
Il numero uno dell'azienda consortile di trasporto ha agito senza l'ok del consiglio. Caviglia: subito un cambio radicale
I Revisori: Delbene si è attribuito denaro che spettava a un dirigente
 
Il presidente dell'Acts Luca Delbene si sarebbe attribuito una somma già assegnata al direttore d'esercizio della società, a titolo di parziale compenso per aver assunto la duplice responsabilità della società per azioni e dell'Acts Linea. La precisa contestazione per l'illecito amministrativo riscontrato, è arrivata ieri dal Collegio dei revisori dei conti della Spa in una tesissima seduta del consiglio di amministrazione proseguita ininterrottamente dal primo pomeriggio fino a sera.
L'organismo di controllo del bilancio ha chiesto spiegazioni a Delbene, sia per la sua auto-attribuzione di 2.500 euro al mese, sia per non aver prima consultato il consiglio di amministrazione della società. Ora il presidente dovrà restituire interamente le somme indebitamente percepite dalla società.
Un atto formale, quello del "dirottamento" degli emolumenti considerato un vero e proprio illecito dai revisori, che potrebbe essere stato originato da una leggerezza da parte di Delbene il quale si sarebbe sentito autorizzato a incassare quella somma dopo una delibera dell'assemblea dei soci della Spa, ma senza attendere il prescritto benestare del consiglio di amministrazione.
Il presidente si è impegnato a restituire completamente le somme contestate. Ma si è anche difeso vivacemente sostenendo che la delibera dell'assemblea dei soci a suo favore riguardo all'indennità già attribuita al direttore d'esercizio Lorenzo Ivaldo andato in pensione, gli era sembrata sufficiente per ottenerla. Per lui era stata deliberata la somma di 3.700 euro: quindi Delbene ritiene di essere comunque a credito nei confronti dell'azienda. Attribuirsi "soli" 2.500 euro in più al mese, pur senza l'ok del consiglio di amministrazione della Spa, secondo il presidente, sarebbe stato rinunciare ad altri 1.200 euro che sostanzialmente gli sarebbero spettati di diritto per raggiungere quota 3.700.
Alla fine, però, il mancato benestare del CdA ha tuttavia superato ogni calcolo: ora il presidente dovrà restituire le somme percepite ma contestate come illecito amministrativo, e si è subito impegnato a farlo una volta fatti eseguire tutti i conteggi.
Al termine della lunga seduta, è stato difficile raccogliere reazioni in merito. L'unica presa di posizione registrata è quella di Paolo Caviglia, segretario provinciale dello Sdi. «I fatti di oggi - ha detto - confermano che all'Acts bisogna cambiare radicalmente il management della società. Quello attuale ha prodotto un sistema chiuso con macroscopici difetti di gestione. A questo punto non resta che trasmettere tutti gli atti agli enti azionisti, affidando a una società specializzata il compito di verificare tutte le spese del presidente e di tutto il consiglio di amministrazione dell'Azienda».
Angelo Verrando