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Il presidente dell'Acts Luca Delbene si sarebbe
attribuito una somma già assegnata al direttore
d'esercizio della società, a titolo di parziale compenso
per aver assunto la duplice responsabilità della società
per azioni e dell'Acts Linea. La precisa contestazione
per l'illecito amministrativo riscontrato, è arrivata
ieri dal Collegio dei revisori dei conti della Spa in
una tesissima seduta del consiglio di amministrazione
proseguita ininterrottamente dal primo pomeriggio fino a
sera.
L'organismo di controllo del bilancio ha chiesto
spiegazioni a Delbene, sia per la sua auto-attribuzione
di 2.500 euro al mese, sia per non aver prima consultato
il consiglio di amministrazione della società. Ora il
presidente dovrà restituire interamente le somme
indebitamente percepite dalla società.
Un atto formale, quello del "dirottamento" degli
emolumenti considerato un vero e proprio illecito dai
revisori, che potrebbe essere stato originato da una
leggerezza da parte di Delbene il quale si sarebbe
sentito autorizzato a incassare quella somma dopo una
delibera dell'assemblea dei soci della Spa, ma senza
attendere il prescritto benestare del consiglio di
amministrazione.
Il presidente si è impegnato a restituire completamente
le somme contestate. Ma si è anche difeso vivacemente
sostenendo che la delibera dell'assemblea dei soci a suo
favore riguardo all'indennità già attribuita al
direttore d'esercizio Lorenzo Ivaldo andato in pensione,
gli era sembrata sufficiente per ottenerla. Per lui era
stata deliberata la somma di 3.700 euro: quindi Delbene
ritiene di essere comunque a credito nei confronti
dell'azienda. Attribuirsi "soli" 2.500 euro in più al
mese, pur senza l'ok del consiglio di amministrazione
della Spa, secondo il presidente, sarebbe stato
rinunciare ad altri 1.200 euro che sostanzialmente gli
sarebbero spettati di diritto per raggiungere quota
3.700.
Alla fine, però, il mancato benestare del CdA ha
tuttavia superato ogni calcolo: ora il presidente dovrà
restituire le somme percepite ma contestate come
illecito amministrativo, e si è subito impegnato a farlo
una volta fatti eseguire tutti i conteggi.
Al termine della lunga seduta, è stato difficile
raccogliere reazioni in merito. L'unica presa di
posizione registrata è quella di Paolo Caviglia,
segretario provinciale dello Sdi. «I fatti di oggi - ha
detto - confermano che all'Acts bisogna cambiare
radicalmente il management della società. Quello attuale
ha prodotto un sistema chiuso con macroscopici difetti
di gestione. A questo punto non resta che trasmettere
tutti gli atti agli enti azionisti, affidando a una
società specializzata il compito di verificare tutte le
spese del presidente e di tutto il consiglio di
amministrazione dell'Azienda».
Angelo Verrando
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