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Vivace dibattito, ieri mattina in consiglio regionale, sulla
Torre di Fuksas e sul porto della Margonara: un dibattito
tutto interno alla maggioranza di centrosinistra e tutto
savonese, che ha avuto per protagonisti il consigliere dei
Verdi Carlo Vasconi e l'assessore all'urbanistica Carlo
Ruggeri.
I Verdi, infatti, hanno presentato una interrogazione per
sapere «lo stato dell'arte del progetto - ha spiegato
Vasconi - perché a nostr modo di vedere non rispetta le
prescrizioni del Piano regolatore portuale». L'assessore
Ruggeri ha risposto che la conferenza dei servizi sulla
Margonara è stata interrotta proprio per ottenere
chiarimenti. «Inoltre - ha spiegato Ruggeri - il porticciolo
andrebbe ad occupare una ex discarica e una zona attualmente
occupata da baracche». Ruggeri ha poi aggiunto che «le
amministrazioni comunali della zona avevano chiesto che i
volumi a terra fossero il più contenuti possible, che non
rappresentassero uno stravolgimento del profilo della costa
e non nascondessero la visuale del mare». Ha detto
l'assessore: «L'architetto Fuksas ha accolto tale richiesta,
elimnando ogni volumetria a terra e prevedendo solo un
grattacielo da realizzare direttamente sul molo». Vasconi si
è dichiarato insoddisfatto delle spiegazione ed ha ribadito
che il progetto si discosta dalla tipologia costruttiva
ligure che era prevista nel progetto originario, che la
costa è già abbastanza cementificata e che «per risanare una
discarica non è necessario realizzare un porticciolo». Ma
Vasconi è anche andato oltre a queste considerazioni,
alzando lo sguardo sulla situazione dell'intera costa
ligure: «Non si volessero prendere in considerazione tutte
le succitate questioni - ha spiegato - restano dirimenti
considerazioni di tipo ambientale e paesaggistico, alla luce
del formidabile attacco cementificatorio che la costa ligure
ha subito e sta subendo in questi anni i quali hanno visto
nascere un porto in ogni località, e dietro ad essi una
abbondantissima edilizia residenziale che ha violentato e
snaturato la nostra terra».
A. G.
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