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Aldo Pastore, membro del Comitato etico dell'Asl 2, spiega
perché non ha partecipato alla discussione ed alle
successive elaborazioni e votazioni:
«Il trattamento farmacologico per l'interruzione della
gravidanza è praticato, in molte Nazioni Europee, da oltre
un decennio e, di conseguenza, sono ampliamente noti gli
aspetti positivi e gli effetti negativi, relativi
all'utilizzo del farmaco sopra citato.
In particolare: nelle nazioni in cui la RU486 viene
impiegata in alternativa al tradizionale metodo chirurgico,
non si è avuto un maggior ricorso all'aborto.
In alcune regioni italiane la RU486 è stata sperimentata ed
i risultati di tale sperimentazione sono sufficientemente
noti alle istituzioni, alla comunità scientifica ed alla
pubblica opinione.
Con nota del 12/12/05, da parte della Regione non è stata
richiesta all'Asl 2 alcuna sperimentazione in ambito
ospedaliero, "in quanto questa non avrebbe portato alcun
contributo scientifico innovativo".
Con la nota sopra citata, l'assessore regionale Claudio
Montaldo chiedeva a ciascuna struttura Asl (e non già ai
Comitati etici) una ricca documentazione.
Il direttore generale della seconda Asl, con molta
correttezza, ha ritenuto opportuno sentire, sull'intera
materia, anche il Comitato etico locale.
Il Comitato etico locale non doveva e non poteva elaborare
ed approvare alcun documento, perché la competenza
legislativa e giuridica sull'intera materia giuridica è
riservata al Ministero della Sanità.
Non è ammissibile che ciascun Comitato etico locale elabori
ed approvi un parere di valore nazionale; se ammettiamo
questo concetto arriveremmo ad una realtà assurda,
attraverso la quale, ciascuna Asl del nostro territorio
nazionale verrebbe a fare storia a sé stante.
In conclusione, dunque, la materia esaminata non poteva
essere di un Comitato etico Locale e, come tale, il parere
non poteva e non doveva essere approvato perché privo di
potere giuridico e normativo. Pertanto il pregevole lavoro
svolto dai componenti del Comitato può essere valutato
soltanto sotto l'aspetto di un serio contributo culturale».
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