La Margherita: «Subito il confronto» IL SECOLOXIX

Regione, nella maggioranza ora monta la polemica sul “programma” della sinistra

Genova. I gruppi consiliari sono rimasti divisi, ma è evidente che la decisione di nominare un unico portavoce in consiglio regionale è un fatto politico che va al di là della forma e delle scelte istituzionali.

La sinistra va contro la storia e si riunisce, la polemica politica infiamma. E se Mino Ronzitti, presidente del consiglio regionale, ha deciso di inviare una lettera aperta, i segretari regionali di Ds e Margherita, Mario Tullo e Rosario Monteleone, mettono i puntini sulle i.

Ieri Mino ha deciso di scrivere una lettera aperta ai compagni del correntone, la minoranza dei Ds, sottolineando di aver preso la decisione di non aderire al gruppo unico con la Margherita, «poiché è del tutto evidente che il gruppo unico Ds e Margherita altro non è se non un passaggio irreversibile verso la costituzione del partito democratico». Una scelta che il segretario dei Ds, Mario Tullo, considera «locale, perché il partito democratico non è ancora costituito». «E se chiede Tullo alla fine i Ds decidessero di non farlo»?

Rosario Monteleone, segretario regionale dei Ds, pone invece l’accento su un altro tema: «Credo che sia in atto afferma uno spostamento dell’asse politico verso ala sinistra dello schieramento: la cosa non mi preoccupa, ma sicuramente credo che debba essere fatto una serie riflessione e un lavoro attento e capillare per evitare che l’asse della coalizione si accentui di più su un fronte oppure su un altro».

Per quel che riguarda il “destino” della coalizione che governa la Regione, Tullo è sereno. «Per quanti riguarda il programma afferma c’è quello stabilito con elettori: Burlando lo sta portando avanti. Certo, io credo, non servono commissioni di inchiesta. L’azione, fino ad oggi, è stata collegiale.

Deve continuare ad esserlo.

Rispetto alla decisione di Rifondazione, dei Comunisti italiani e degli ex Ds di coordinarsi, perlomeno a leggere i giornali, sembra quasi vogliano proporre un programma alternativo.

Credo che la giunta stia lavorando bene: ha ereditato una pesante eredità. E spero che non vogliano davvero proporre commissioni d’inchiesta. Altrimenti si parte con il piede sbagliato».

Tullo ricorda le prossime tappe che saranno affrontate all’interno dei Ds: «Il consiglio nazionale dei Ds si terrà a fine di novembre spiega e il congresso tra aprile maggio. E se i ds decidessero di fermare il processo del partito democratico? Che accadrà?»

Per quanto riguarda le prossime elezioni, Tullo non ha dubbi: «Ci confronteremo con le forze politiche, cioè Comunisti italiani e Rifondazione, partiti con i quali abbiamo un ottimo rapporto».

Come dire (ma apertamente non lo dice), a dettare l’agenda politica non saranno i fuoriusciti dai Ds. «È fondamentale aggiunge Monteleone che in funzione delle prossime elezioni amministrative si dia vita a un tavolo programmatico dove vengono evidenziate le ragioni dello stare insieme.

Non si può prescindere da questo dato: oggi più che mai dobbiamo evidenziare il nostro ruolo politico nell’ambito della coalizione». Ronzitti, nel suo documento, ha poi ricordato che «molti hanno espresso il loro consenso alla mia decisione: insieme abbiamo dato vita all’esperienza di “Unione a sinistra”. Il progetto che stiamo portando avanti non è teso a dividere e ad alimentare ripicche, ma al contrario si propone di unire le forze politiche e culturali che si richiamano ai valori della sinistra, per dare rappresentanza politica ai tantissimi cittadini che non si riconoscononel partito democratico e che rivendicano, giustamente, una sinistra moderna, forte ed unita».

Claudio Caviglia