Polveri sottili, allarme in città IL SECOLOXIX
L'aria che respirano i savonesi è sempre più inquinata. La quinta circoscrizione ha approvato all'unanimità un ordine del giorno
Nei primi nove mesi dell'anno superati i limiti 57 volte. Corso Ricci e via Colombo le zone più a rischio
16/10/2006
Tra gennaio e settembre 2006 la concentrazione di polveri sottili nell'aria di Savona ha fatto registrare sforamenti dei limiti per ben 57 volte. Nel 2005 i casi di superamento dei limiti del materiale particolato inquinante, ossia la presenza del cosiddetto PM10, erano stati 53. In base ai controlli eseguiti dall'agenzia regionale per l'ambiente (Arpal), c'è stato quindi un aggravamento nelle condizioni dell'aria che respiriamo in città.
La circostanziata denuncia è della quinta circoscrizione che, alla luce dei più recenti dati forniti dall'Arpal ha votato all'unanimità un allarmato ordine del giorno presentato da Amiliano Monticelli del gruppo "A sinistra per Savona", da inviare urgentemente in Comune affinchè si mettano in atto tutte le misure necessarie per la tutela della salute dei cittadini.
«Nel programma del sindaco - è scritto nel documento - al capitolo "tutela dell'ambiente" noln si evidenzia alcun cenno inerente alle problematiche legate alle sostanze microinquinanti e a eventuali misure correttive. Ma i primi dati del 2006 indicano un drastico aumento rispetto al 2005 degli episodi di superamento dei limiti consentiti dalla legge. Qui è necessario non sottovalutare la questione ma garantire con appropriate soluzioni la qualità della vita dei cittadini».
La situazione viene ciclicamente alla ribalta. L'Arpal, nei suoi rapporti annuali ha spesso indicato le strade savonesi più soggette a inquinamento di biossido di azoto, di zolfo con presenza di PM10. Corso Ricci, ad esempio, risulta la via con le più alte emissioni, ma nell'elenmco figurano pure via Corsi, via Stalingrado e corso Colombo.
Ma il problema è che le centraline per il rilevamento della qualità dell'aria in città e nel resto della provincia, sono da molti considerate insufficienti. A dirlo non sono soltanto gli ambientalisti che vorrebbero un monitoraggio capillare su Savona, Vado, Quiliano e la Valbormida. Lo aveva scritto anche la Regione Liguria nel Piano di tutela della qualità dell'aria del 2004 che, per quanto riguarda l'area savonese prevedeva l'inserimento di tre stazioni di rilevamento in più, mentre per le due già installate a Quiliano-Vado consigliava lo spostamento in una «zona più idonea».
Ma a distanza di tempo è rimasta lettera morta la stessa richiesta di conoscere tempestivamente le strade e i quartieri in cui le concentrazioni di smog e l'accumulo di PM10 sono più alte, ossia tali da rappresentare una minaccia per la salute dei cittadini.
Con le polveri sottili che continuano a "sforare" anche nei quartieri più periferici della città, mentre continua ad essere preoccupante il dato sul benzene provocato dal traffico soprattutto nel centro cittadino.
Angelo Verrando
 
L'Arpal: «Pronti a un confronto»ma c'è il rischio dello stop alle auto
norme severe
 
C'è il rischio di limitazioni drastiche del traffico in determinati quartieri oppure, meno drasticamente, che vengano previsti più lavaggi delle strade per evitare il continuo sollevamento delle sostanze inquinanti nell'aria. I superamenti dei limiti nelle concentrazione di Pm10 per tutto il 2005, poi confermati dai dati del 2006, nei primi mesi di quest'anno avevano fatto scattare il piano di emergenza del Comune. Sono stati stanziati 15 mila euro in più, e avviata una collaborazione con la Provincia per individuare un maggior numero di siti nei quali collocare le centraline di controllo.
Ma l'aumento degli episodi di "supero" dei limiti imposti dalla legge dalle 53 volte del 2005 ai 57 giorni nei soli primi nove mesi del 2006, indica che la qualità dell'aria è peggiorata e che quindi la situazione del microinquinamento urbano si è aggravata.
La legge in materia è severa. Attualmente prevede che la concentrazione media annua di Pm10 non vada oltre i 40 microgrammi per metro cubo. Mentre impone che entro l'anno 2010 il livello delle sostanze nell'aria sia inferiore ai 20 microgrammi. Il Pm10 è infatti una frazione di polvere immediatamente inalabile dall'organismo umano e quindi in grado di penetrare nell'apparato respiratorio danneggiando naso, bocca e polmoni.
Per evitare danni allla salute i tecnici puntano a un controllo capillare dell'aria. «L'Arpal - dice Bruno Soracco, direttore generale dell'Agenzia - ha acquistato con mezzi propri la strumentazione tecnica per i campionamenti e le sinergie con il Comune e la Provincia. Siamo pronti a un confronto sulle polveri sottili e a fornire ogni tipo di informazione».