Prima era sorta una discarica a cielo aperto, poi l'area era
stata oggetto di un lungo sequestro giudiziario, adesso
finalmente nel gigantesco piazzale sotto la collina di
Ciantagalletto nascerà la nuova zona artigianale di
Lavagnola che il piano regolatore prevede e tante aziende
attendono.
In Comune si è infatti svolta la conferenza dei servizi per
varare la lottizzazione che farà nascere la nuova zona Paip
di Lavagnola. L'incontro si è svolto in settimana alla
presenza dei vertici del Comune e della società Parfiri del
gruppo Bagnasco che negli anni scorsi, non senza fatica, ha
ottenuto dai privati proprietari dei vari appezzamenti del
terreno il via libera alla maxi operazione urbanistica.
In concreto nascerà un nuovo polo artigianale di capannoni e
spazi per le imprese. Progetto alla mano sarà vasto circa 15
mila metri quadrati di "pavimentato", una dimensione che
peròè al momento oggetto di confronto tra il privato e il
Comune. La conferenza dei servizi si è per ora riunita in
sede referente, quindi la fase iniziale di studio del
progetto. In questi spazi troveranno posto imprese e aziende
della città che grazie a questa nuova chance avranno la
possibilità di allargarsi, crescere e probabilmente
aumentare volume d'affari e dipendenti. Non a caso su
quest'area si giocheranno le scommesse future delle aziende
che hanno già dato il proprio ok all'insediamento.
Sarà una sorta di zona Paip bis alle spalle di Lavagnola,
lungo la nuova strada che porta al Santuario, dall'altra
parte del Letimbro rispetto alla vecchia direttrice e all'ex
centrale dell'Enel.
E' la fine del tunnel per una delle riqualificazioni
urbanistiche più importanti della periferia savonese. Tutto
questo maxi spiazzo - circa 100 mila metri in piano -
proviene infatti da anni di abbandono per via della
difficoltà di sbloccare il sequestro giudiziario che era
scattato dopo il rinvenimento di una discarica a cielo
aperto. Su questi terreni erano stati scoperti centinaia di
pneumatici usati oltre a carcasse d'auto, roulottes,
batterie, elettrodomestici, persino scafi di barche oltre a
migliaia di metri cubi di materiale di risulta. Un cimitero
di rifiuti degradante, uno scempio in bella vista per chi
affrontava il "pellegrinaggio" al Santuario. La difficoltà
di sbloccare il sequestro era anche legata alla complessità
di risalire a tutti i proprietari dei terreni (una decina in
tutto).
Poi finalmente il dissequestro che ha dato il via libera
alla pratica per la rivoluzione urbanistica prevista. Nei
prossimi giorni è già stata convocata una nuova conferenza
dei servizi che entrerà più nel merito del progetto. Ma
ormai la strada è in discesa.
Dario Freccero
22/10/2006
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