Polo artigianale a Lavagnola primo passo avanti a Palazzo Sisto
L'operazione è del gruppo Bagnasco. Sull'area in sponda destra del Letimbro troveranno spazio numerose imprese IL SECOLOXIX
Prima era sorta una discarica a cielo aperto, poi l'area era stata oggetto di un lungo sequestro giudiziario, adesso finalmente nel gigantesco piazzale sotto la collina di Ciantagalletto nascerà la nuova zona artigianale di Lavagnola che il piano regolatore prevede e tante aziende attendono.
In Comune si è infatti svolta la conferenza dei servizi per varare la lottizzazione che farà nascere la nuova zona Paip di Lavagnola. L'incontro si è svolto in settimana alla presenza dei vertici del Comune e della società Parfiri del gruppo Bagnasco che negli anni scorsi, non senza fatica, ha ottenuto dai privati proprietari dei vari appezzamenti del terreno il via libera alla maxi operazione urbanistica.
In concreto nascerà un nuovo polo artigianale di capannoni e spazi per le imprese. Progetto alla mano sarà vasto circa 15 mila metri quadrati di "pavimentato", una dimensione che peròè al momento oggetto di confronto tra il privato e il Comune. La conferenza dei servizi si è per ora riunita in sede referente, quindi la fase iniziale di studio del progetto. In questi spazi troveranno posto imprese e aziende della città che grazie a questa nuova chance avranno la possibilità di allargarsi, crescere e probabilmente aumentare volume d'affari e dipendenti. Non a caso su quest'area si giocheranno le scommesse future delle aziende che hanno già dato il proprio ok all'insediamento.
Sarà una sorta di zona Paip bis alle spalle di Lavagnola, lungo la nuova strada che porta al Santuario, dall'altra parte del Letimbro rispetto alla vecchia direttrice e all'ex centrale dell'Enel.
E' la fine del tunnel per una delle riqualificazioni urbanistiche più importanti della periferia savonese. Tutto questo maxi spiazzo - circa 100 mila metri in piano - proviene infatti da anni di abbandono per via della difficoltà di sbloccare il sequestro giudiziario che era scattato dopo il rinvenimento di una discarica a cielo aperto. Su questi terreni erano stati scoperti centinaia di pneumatici usati oltre a carcasse d'auto, roulottes, batterie, elettrodomestici, persino scafi di barche oltre a migliaia di metri cubi di materiale di risulta. Un cimitero di rifiuti degradante, uno scempio in bella vista per chi affrontava il "pellegrinaggio" al Santuario. La difficoltà di sbloccare il sequestro era anche legata alla complessità di risalire a tutti i proprietari dei terreni (una decina in tutto).
Poi finalmente il dissequestro che ha dato il via libera alla pratica per la rivoluzione urbanistica prevista. Nei prossimi giorni è già stata convocata una nuova conferenza dei servizi che entrerà più nel merito del progetto. Ma ormai la strada è in discesa.
Dario Freccero


22/10/2006