Bertolotto bacchettato da tutti i segretari dei partiti di
centrosinistra, ha già fatto una brusca retromarcia. Altro
che dialogo tra Poli: «La mia non è una proposta di alleanze
politiche trasversali - dice il presidente della giunta
provinciale -: i miei trascorsi politici personali
testimoniano una coerenza ideale da sempre fedele ai valori
espressi oggi dalla coalizione riformista su cui spero
nessuno voglia più equivocare».
Una dichiarazione che, tuttavia, continua a lasciare aperto
il discorso della «collaborazione con tutti gli altri enti e
amministratori di ogni colore». E quindi anche le
contestazioni degli alleati allarmati per il possibile -
pericoloso - avvicinamento del presidente al centrodestra.
Tema spinoso che Marco Bertolotto dovrà affrontare e
risolvere una volta per tutte lunedì in casa Ds di fronte ai
segretari di tutta la coalizione nell'incontro urgente
convocato dai vertici della maggiornanza. E al centro sarà
un diktat molto preciso per il presidente della Provincia:
lui da solo non deve e non può variare i "confini politici"
tra sinistra e destra, ma rimanervi assolutamente
all'interno misurando anche il dialogo con chi non fa parte
della coalizione.
Una condizione che potrebbe andare stretta a Bertolotto il
quale, anche ieri ha confermato le sue posizioni «per
agevolare il dialogo e la soluzione dei problemi c he
assillano in particolare i Comuni e le Comunità montane».
Una bufera che quindi non accenna a diminuire di intensità,
quella che ha investito Palazzo Nervi. Il coordinamento
della Margherita (di cui Bertolotto fa parte) tenta di
smorzare i toni: «I rapporti del partito e del coordinatore
provinciale con il presidente della Provincia sono stati
oggetto di chiarimento nei suoi diversi aspetti, per il
superamento delle diverse impostazioni
politico-programmmatiche».
Ma gli altri alleati sono in subbuglio. «E' poco elegante -
dice Carlo Vasconi, presidente dei Verdi - cercare alleanze
nel centrodestra dopo che si è stati eletti nel
centrosinistra. Bertolotto è comunque libero di cercare
altre alleanze per le prossime elezioni. E, se proprio
trovasse intollerabile governare con questa maggioranza, la
lasci».
«Per le sue irresponsabili dichiarazioni - aggiunge Massimo
Colombo del collegio regionale di garanzia di Rifondazione
comunista - Bertolotto deve chiedere scusa a tutti gli
alleati e agli elettori. Alle prossime elezioni il
centrosinistra dovrà puntare su un candidato meno incline al
trasformismo e al protagonismo personale. Sono indignato
dalle dichiarazioni del presidente che hanno dell'assurdo. E
infine, come elettore mi ritengo tradito dal candidato che
ho votato con fiducia».
Ma non mancano voci fuori dal coro. «L'apertura mostrata da
Bertolotto verso il centrodestra - dicono Livio Bracco e
Rosavio Bellasio rispettivamente capogruppo consiliare di
Forza Italia e del gruppo Bellasio - è sicuramente motivo di
soddisfazione, anche se riteniamo più corretto per lui, in
presenza di disaccordi interni, rassegnare le dimissioni».
«Come si fa a non essere d'accordo con Bertolotto? - è la
provocazione di Egidio Pedrini deputato dell'Italia dei
Valori -. Confrontiamoci sui programmi e non sulle ideologie
pensando sempre che la chiave di interpretazione della
politica è l'interesse del cittadino e non il bene del
partito».
Angelo Verrando
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