Intese con la destra, dietrofront di Bertolotto IL SECOLOXIX
Provincia nella bufera. Lunedì vertice di maggioranza in casa Ds. Rifondazione: «Alle prossime elezioni meglio un candidato meno incline al trasformismo»
Bacchettato da tutto il centrosinistra, il presidente si scusa: «Qualcuno ha equivocato»
Bertolotto bacchettato da tutti i segretari dei partiti di centrosinistra, ha già fatto una brusca retromarcia. Altro che dialogo tra Poli: «La mia non è una proposta di alleanze politiche trasversali - dice il presidente della giunta provinciale -: i miei trascorsi politici personali testimoniano una coerenza ideale da sempre fedele ai valori espressi oggi dalla coalizione riformista su cui spero nessuno voglia più equivocare».
Una dichiarazione che, tuttavia, continua a lasciare aperto il discorso della «collaborazione con tutti gli altri enti e amministratori di ogni colore». E quindi anche le contestazioni degli alleati allarmati per il possibile - pericoloso - avvicinamento del presidente al centrodestra. Tema spinoso che Marco Bertolotto dovrà affrontare e risolvere una volta per tutte lunedì in casa Ds di fronte ai segretari di tutta la coalizione nell'incontro urgente convocato dai vertici della maggiornanza. E al centro sarà un diktat molto preciso per il presidente della Provincia: lui da solo non deve e non può variare i "confini politici" tra sinistra e destra, ma rimanervi assolutamente all'interno misurando anche il dialogo con chi non fa parte della coalizione.
Una condizione che potrebbe andare stretta a Bertolotto il quale, anche ieri ha confermato le sue posizioni «per agevolare il dialogo e la soluzione dei problemi c he assillano in particolare i Comuni e le Comunità montane».
Una bufera che quindi non accenna a diminuire di intensità, quella che ha investito Palazzo Nervi. Il coordinamento della Margherita (di cui Bertolotto fa parte) tenta di smorzare i toni: «I rapporti del partito e del coordinatore provinciale con il presidente della Provincia sono stati oggetto di chiarimento nei suoi diversi aspetti, per il superamento delle diverse impostazioni politico-programmmatiche».
Ma gli altri alleati sono in subbuglio. «E' poco elegante - dice Carlo Vasconi, presidente dei Verdi - cercare alleanze nel centrodestra dopo che si è stati eletti nel centrosinistra. Bertolotto è comunque libero di cercare altre alleanze per le prossime elezioni. E, se proprio trovasse intollerabile governare con questa maggioranza, la lasci».
«Per le sue irresponsabili dichiarazioni - aggiunge Massimo Colombo del collegio regionale di garanzia di Rifondazione comunista - Bertolotto deve chiedere scusa a tutti gli alleati e agli elettori. Alle prossime elezioni il centrosinistra dovrà puntare su un candidato meno incline al trasformismo e al protagonismo personale. Sono indignato dalle dichiarazioni del presidente che hanno dell'assurdo. E infine, come elettore mi ritengo tradito dal candidato che ho votato con fiducia».
Ma non mancano voci fuori dal coro. «L'apertura mostrata da Bertolotto verso il centrodestra - dicono Livio Bracco e Rosavio Bellasio rispettivamente capogruppo consiliare di Forza Italia e del gruppo Bellasio - è sicuramente motivo di soddisfazione, anche se riteniamo più corretto per lui, in presenza di disaccordi interni, rassegnare le dimissioni». «Come si fa a non essere d'accordo con Bertolotto? - è la provocazione di Egidio Pedrini deputato dell'Italia dei Valori -. Confrontiamoci sui programmi e non sulle ideologie pensando sempre che la chiave di interpretazione della politica è l'interesse del cittadino e non il bene del partito».
Angelo Verrando