Il "caso Bertolotto", le tensioni nei Ds
Lunardon chiama a rapporto gli alleati

 Centrosinistra sull'orlo
di una crisi di... Nervi

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Tempi duri e tempestosi per il centrosinistra. La Grande Alleanza fa acqua da tutte le parti. La possente macchina che ha conquistato Palazzo Sisto IV con il 60 per cento dei suffragi batte in testa. Segnali sempre più inquietanti arrivano da Ds e Margherita, ma anche socialisti e portaborracce stanno dando segni di crescente nervosismo. La Quercia è scossa da fremiti insistenti a sinistra con distinguo e prese di distanza, fin quasi a minacciare lo "strappo" da parte di personaggi di spicco. Al crescente dissenso del duo Ferrando-Urbani si è aggiunto quello di Peluffo, la cui minaccia di fare fagotto dalla Provincia e dal partito ha dato la sveglia al segretario Lunardon, già tormentato dagli spinelli (vecchi e nuovi) degli assessori Martino e Di Tullio, ma soprattutto dalla guerra dichiarata tra Ruggeri ("Vuole fare lo Scajola di Savona", commenta un diessino doc) e il sindaco Berruti, il cui tentativo di smarcamento non è gradito al suo predecessore.
A conferma che non c'è fine al peggio, ecco la mattonata del presidente Bertolotto nella già incrinata vetrina di Palazzo Nervi,  sede della Provincia. Il medico-presidente si è lasciato scappare un imbarazzante ammiccamento al centrodestra, in parte rimangiato, ma solo dopo una raffica di metaforici schiaffoni dal suo partito, che ha bollato la sortita parlando di "esternazioni del tutto personali" e di "percorso politico con il quale la Margherita non ha nulla da spartire", e dagli alleati, Ds e Sdi in testa. Bertolotto ha poi cercato di correggere la rotta (si è "spiegato" con una ricerca di dialogo con gli amministratori di centrodestra), ma ormai la frittata era fatta.
Tra dissensi ideologici, strappi e strappetti, gaffes degne di Paperissima, musi lunghi, prese di distanza, incomunicabilità crescente, arsenico e vecchi merletti, guano nel ventilatore, Lunardon chiama a raccolta gli alleati in un vertice che sa tanto di resa dei conti. Rimettere insieme i cocci non sarà facile. I Ds ostentano sicurezza ma viaggiano in ordine sparso, la Margherita rischia di perdere i petali ad ogni refolo, il capo socialista Paolo Caviglia, insofferente per un evidente sotto utilizzo  a Palazzo Sisto IV, è deciso a dare battaglia. Non basterà un rammendo della "suora" Lunardon per dare concretezza, solidità e fiducia ad una coalizione priva di collante, salvo quello utilizzato per restare incrodati a poltrone e strapuntini.

IL BRUCO