MARTEDÌ, 26 SETTEMBRE 2006 La Repubblica
FERRANIA
Ultima chiamata per il rilancio "Senza chiarezza, liberi tutti"
Gambardella: "Rispettare gli impegni presi, così non si può andare avanti"
Il sindacato "C´è una fase di stallo" Burlando "L´accordo di programma è valido"

RISCHIA di saltare l´accordo di programma sulla Ferrania. Con la prospettiva che a questo punto, in attesa di risposte chiare, «vengano vanificati tutti gli accordi presi a suo tempo» spiega il presidente di Ferrania Giovanni Gambardella, il manager che ha pilotato l´operazione di acquisto, coinvolgendo nella partita capitali forti (Malacalza, Gavio, Messina) in un progetto industriale capace di tenere in piedi l´intero gruppo. Ieri il consiglio della società savonese ha esaminato la situazione sempre più critica e ha deciso di rivolgersi al comitato di vigilanza, penultimo atto di una storia che, senza svolte, rischia di concludersi nel modo più drammatico. «Non abbiamo mai minacciato nessuno e non lo faremo certo adesso - spiega Gambardella - Chiediamo una sola cosa, chiarezza. Pensiamo di averne il diritto, dopo gli impegni che ci siamo assunti. Attendiamo una risposta e se non la otterremo entro quindici giorni ci comporteremo di conseguenza».
Che la situazione della Ferrania sia davvero a rischio lo si capisce da mesi, da quando tutte le intese previste dall´accordo di programma si sono sostanzialmente fermate. Dopo mesi di stallo, inoltre, nei giorni scorsi sono circolate voci sull´ipotesi che la realizzazione di una nuova centrale elettrica, prevista nell´intesa, fosse in pericolo. Niente centrale a carbone, niente impianto a biomasse. E allora? L´ipotesi-centrale, qualunque essa sia, farebbe comunque cadere uno degli elementi fondamentali dell´intesa, tanto che l´altro ieri il sindacato ha emesso un comunicato preoccupato, chiedendo che si proceda al più presto all´attuazione. Ieri il presidente della Regione Claudio Burlando ha smentito seccamente che qualcuno abbia voglia di cancellare la centrale Enel, ma a questo punto la cordata che ha rilevato la società non si fida più e chiede garanzie ufficiali e dà un ultimatum: o si arriva entro quindici giorni a rimettere in moto l´accordo di programma, oppure rischia di saltare tutto.
«Anche in relazione alle gravi conseguenze economiche in mancanza dell´avvio dei progetti di sviluppo», la Ferrania Technologies ha deciso quindi «di ricorrere al comitato di vigilanza per l´adozione entro 15 giorni di tutte le iniziative utili alla sua rigorosa attuazione, onde evitare le conseguenze della vanificazione dello stesso».
Sul desiderio di chiarezza, la proprietà di Ferrania incassa la sintonia di un sindacato giustamente preoccupato. «Da tempo lamentiamo una situazione di stallo - lamenta Francesco Rossello, segretario della Camera del Lavoro di Savona - il problema è che a luglio 2007 scadono i due anni previsti dalla legge Prodi per la garanzia del mantenimento dell´occupazione. E´ vero che nel progetto originario si prevede addirittura di aumentare gli addetti di qui a cinque anni, ma bisogna che partano i progetti industriali, invece finora tutto è rimasto fermo». Nel comunicato i sindacati denunciano infatti «la preoccupante fase di stallo dei piani di sviluppo individuati». L´accordo di programma prevede infatti il rilancio industriale di Ferrania, lo sviluppo energetico, il sistema carbone e l´ambientalizzazione dei parchi, le infrastrutture.
I tempi intanto stringono perché ai 150 lavoratori in cassa integrazione straordinaria se ne sono aggiunti altri 200 in cassa ordinaria. In questa situazione la voce di uno stop alla centrale ha fatto salire la tensione in Valbormida. Ieri su questo tema è intervenuto il presidente Claudio Burlando, che ha smentito recisamente tutte le voci. «In merito al rilancio della Ferrania - ha detto - la Regione Liguria intende confermare la validità dell´accordo di programma sottoscritto il 13 aprile 2006 e, in particolare, per quanto riguarda la questione della centrale a carbone, ad osservare gli adempimenti previsti in tale accordo. Le notizie diffuse riguardanti presunte anticipate decisioni in ordine a quest´ultima questione sono destituite di ogni fondamento e pertanto non corrispondenti al vero».