Spero che non si verifichino più queste moderne Inquisizioni. 

IL RICORDO E IL RISPETTO

                      Samantha Giribone     versione stampabile

La Morte io non la capisco. Capisco soltanto che fa parte della Vita e che senza lo spreco che chiamo Morte non ci sarebbe la Vita."

Oriana Fallaci

Il pezzo non sarebbe dovuto essere questo. Invece lo sarà, anche se vorrei non doverlo scrivere. 

Il 29 giugno 1929 a Firenze nasceva una bambina, destinata ad essere la più grande giornalista italiana del XX Secolo, ma soprattutto destinata ad essere una donna coraggiosa: ORIANA FALLACI

Il motivo per cui è cambiato l’argomento che avevo scelto per questa settimana è che, proprio mentre scrivevo ridacchiando dell’Italietta vista questa settimana in tv (Mastella, Moggi, il Papa, ecc.) ho ricevuto una telefonata. 

“È MORTA LA FALLACI”, così diceva la voce dall’altro capo del telefono. 

Silenzio. Non sapevo cosa dire. 

Il mio pensiero è subito corso, a causa di un riflesso inconscio, alle orde di bambini, ragazze e ragazzi che proprio in quell’attimo si accingevano ad entrare a scuola, a ricominciare. Mi chiedevo quanti di loro, nell’udire quel nome, avrebbero saputo a chi appartenesse. Quanti vi avrebbero collegato una faccia, il titolo di un libro, e a quanti invece sarebbero venute in mente le scritte sui muri (“Oriana Puttana”), le infime imitazioni televisive, gli striscioni offensivi nei cortei.  

Quanti e quali professori di Lettere, di Storia, avranno speso una parola per spiegare che si è spento oggi un pezzo importantissimo del Giornalismo e della Letteratura italiana contemporanea?  

NESSUNO

Quanti avranno liquidato le improbabili domande con un “è quella razzista che ce l’ha con l’Islam”? 

TROPPI. 

Tutto questo è molto ingiusto e anche molto, troppo, italiano. Perché Oriana Fallaci non era “la giornalista scrittrice che ama la guerra perché le ricorda quando era giovane e bella”. 

La Signora Fallaci ha intervistato tutti i maggiori capi di Stato del pianeta senza mai farsi intimidire, ha seguito i soldati americani in Vietnam vivendo e rischiando di morire con loro, è rimasta ferita da colpi di arma da fuoco durante la repressione della rivolta degli studenti in Messico, nel 1968 a Piazza delle Tre Culture. 

La Signora Fallaci ha avuto il coraggio di reagire alle offese dell’ayatollah Khomeini nei confronti dei diritti delle donne, definendolo “tiranno” e togliendosi lo chador che era stata costretta ad indossare. 

La Signora Fallaci, per svolgere un semplice reportage sui preparativi dell’allunaggio, ha vissuto 3 mesi con gli astronauti sottoponendosi, quando possibile, alle loro prove fisiche e psichiche. 

La Signora Fallaci è stata la compagna dell’eroe della resistenza greca Alekos Panagulis, che fu probabilmente vittima di un assassinio politico mascherato da un falso incidente stradale, e ha avuto il coraggio di compiere una lotta di denuncia del fatto, nonostante l’omertà colpevole del governo greco. 

La Signora Fallaci era, ed è, una grande donna italiana, che a 15anni ha combattuto a fianco dei partigiani. Una grande donna italiana, auto-esiliatasi per non soffrire il crollo “intellettuale” della nostra politica. Una grande donna Fiorentina, che amava Firenze e la sua storia più della propria vita. 

La Signora Fallaci era, ed è, la miglior prosatrice italiana contemporanea. Il suo modo di scrivere ha un gusto che non sentiremo mai più: quello del buon italiano. 

Eppure la Signora Fallaci non verrà ricordata per nessuno di questi motivi. 

Si ricorderà solo quella famigerata trilogia. “La Rabbia e l’Orgoglio”, “La Forza della Ragione”, “Intervista a Sé Stessa” e “L’Apocalisse”. 

In Italia, infatti, si ama sempre solo “l’Italietta”. Chi si rivela intrinsecamente politicamente scorretto, fa paura. E quando qualcuno fa paura, ed è sempre qualcuno molto intelligente, cosa si fa in Italia? Lo si insulta e lo si dimentica. 

Ho letto quei libri da cima a fondo, più volte. Ho letto anche gli articoli contro l’eutanasia e il matrimonio omosessuale. Ho letto anche gli elogi a Ratzinger.  

Non sono d’accordo con le tesi della Signora Fallaci. Ma sono tesi intelligenti. Sono le tesi di una donna, di un’intellettuale capace di argomentare. Di una scrittrice che ha percorso con la sua vita il nostro secolo, che ha cambiato idea sulla realtà. Di una persona che ha vissuto e mette la sua passione per spiegare ciò che crede di aver imparato. 

I suoi libri non sono le magliette o le battute di Calderoli. I primi vanno letti, capiti ed eventualmente criticati, anche duramente. Le seconde vanno riportate nei campi a zappare col loro autore. 

Ora, mi domando, è così sbagliato avere delle idee diverse?

 Spero che in futuro si riscopra quello che finora si è perso. Spero che “Lettera a Un Bambino Mai Nato” venga fatto leggere a scuola, perché è un grande classico.  

Spero che prima di lasciarci, abbia finito di scrivere quel suo “bambino”, quel suo ultimo romanzo storico. Spero anche che ora stia già riposando nei cieli, finalmente al fianco di Alekos, anche se né io né lei crediamo che ciò sia possibile. 

Spero che non si verifichino più queste moderne Inquisizioni. 

N.B.= il pezzo semi-serio che avevo immaginato prima della notizia, avrebbe avuto una conclusione che mi sta a cuore scrivere comunque. 

I Bambini hanno diritto di avere attorno a loro PERSONE che li amino come meritano, non istituti dai muri anonimi. Seguite la Giustizia ogni tanto, non solo la Legge.

Samantha Giribone