«L'Università? Come se non ci fosse» IL SECOLOXIX
Commercianti e residenti critici sulle ricadute del Campus. «Bisogna creare un rapporto più stretto con le facoltà, altrimenti la zona si spegne»
Legino rimpiange i militari: bar e negozi disertati
 
«L'Università? Come se non ci fosse». Il secco commento di Leonardo Lucchin del bar "Due Elle" riassume al meglio il pensiero dei commercianti e dei residenti di Legino sulla presenza nel quartiere del Campus universitario.
Nessun particolare problema, ma neppure ricadute commerciali o più vita nel borgo a ponente della città: l'ateneo savonese si conferma così un'isola avulsa dal tessuto socio-economico del territorio.
Gli studenti-clienti sono infatti pochissimi e così molti rimpiangono i soldati della caserma Bligny che invece si ritrovavano nei locali del quartiere.
«E' negativo che non ci sia più la caserma perché qui di studenti non se ne vede ? prosegue Lucchin - forse ogni 3-4 mesi viene qualche gruppetto, ma sono casi isolati».
«Non viene quasi nessuno forse qualche studente o docente di passaggio, non ha aggiunto niente al quartiere: è un po' distante», gli fa eco Paolo Genco del Bar Byberon. «Clienti universitari? Qui sono pochissimi, gli studenti hanno il bar interno e io "raccolgo le briciole" o lavoro quando è chiuso ? ammette Mauro De Magistri del bar Stadio ? nessun disagio dal Campus, ma neppure ricadute positive, forse qualche studente va a fare un po' di spesa, ma credo siano rari». Rari se non inesistenti, come emerge nel negozio di alimentari. «Con l'approdo dell'università non è cambiato niente, lavoro solo con i clienti del quartiere ? dice Paolo Sannino che però aggiunge - penso tuttavia che il Campus abbia giovato molto a Legino anche se non commercialmente, è bello che ci sia un'università qui».
Più rosea la situazione all'all'hotel ? ristorante "Giardino del sole". «Avendo le camere lavoriamo abbastanza specie con chi viene da fuori per i corsi di fisioterapia, dormono e mangiano qui a pochi passi dal Campus ? commenta il titolare Sebastiano Rebagliati ? però l'università non è certo la caserma che "faceva mangiare" tutto il quartiere». «Al mattino c'è un certo giro di studenti qui, ma non è eccessivo perché nel Campus c'è la mensa ? afferma Vladimiro Panaro della caffetteria Paip ? l'università per gli studenti è un po' fuori mano, ma come Leginesi siamo contenti anche se al quartiere non ha giovato in modo decisivo come ci si aspettava». E gli abitanti? Anche qui la musica non cambia. «Per noi residenti l'università non crea nessun problema e nessun vantaggio», spiega Maurizio Boero. «Ci dovrebbe essere più movimento, più gente in giro altrimenti il quartiere muore ? spiega Umberto Perachino ? bisognerebbe quindi cercare più contatto con l'università che finora è scarso».
«Nessuna ricaduta positiva, né negativa ? conclude Cristina Ferraro ? ma ritengo sia utile per i savonesi visto che io stessa ho dovuto studiare a Genova; può darsi poi che qualcuno affitti alloggi, ma credo sia frequentata soprattutto da giovani della nostra Provincia».
Marco Gervino
 
La nostra vita è qui dentro al quartiere diamo poco»
gli STUDENTI
Tre le facoltà nel polo universitario di Legino: Ingegneria Gestionale, Ingegneria Ambientale e Scienze della Comunicazione.
Un tempo Caserma Bligny concessa dal 1991-92 all'Università di Genova da parte del demanio militare oggi è una piccola cittadella "occupata" dagli studenti.
Francesca Massaro e Michelle Panaro sono due ventitreenni Fanno entrambe ingegneria gestionale.
«Siamo di Savona - dicono Francesca Massaro e Michelle Panaro , 23 anni, iscritte a ingegneria gestionale - e veniamo qui quotidianamente. Gli spazi sono ben forniti, la biblioteca è grande e ci sono molte aulette».
C'è anche la mensa: «Ma non dà un gran servizio».
Il bar invece è molto frequentato e i ragazzi preferiscono comunque andare in quello del polo piuttosto che in quelli del quartiere.
Insomma il polo di Savona sembra essere indifferente alla realtà che lo circonda.
Mirko Polizzi ha 26 anni e lavora all'università di Savona come ricercatore. «Ho frequentato il primo anno qui - dice - mi pare che le cose siano molto cambiate da allora, sicuramente migliorate, la mensa, gli alloggi, il bar».
Paolo Vivalda, 25 anni, è di Savona e studia ingegneria gestionale. «C'è stata sicuramente un'evoluzione nella struttura, 6 anni fa quando ho cominciato mancavano molte cose, come corso c'era solo ingegneria gestionale e un solo un laboratorio d'informatica. Sicuramente le cose sono cambiate anche a livello di corsi, secondo me con il nuovo ordinamento c'è meno libertà, sei vincolato dai crediti. Non uso la mensa, il bar invece tanto anche se fa degli orari strani, non proprio coordinati con la vita dello studente. L'università ha portato ricchezza relativa alla zona di Legino, sicuramente va molto la copisteria all'esterno del campus mentre gli altri locali risentono meno della presenza degli studenti: la nostra vita è qui dentro. So di alcuni ragazzi che vengono da fuori e che vanno a mangiare al Gabbiano, ecco forse lì l'universitario porta i suoi soldi, perché poi uno fa un giro. e acquista qualcosa»."
Dario Bertolino, 22 anni, studia ingegneria gestionale e viene da Cuneo «Ho preso un appartamento in affitto a Savona, non dentro il campus perché c'è un regolamento eccessivamente severo, siamo troppo vincolati a non portare gente esterna. Ho trovato una struttura in centro città, dal prezzo equivalente a quello del campus, sui 125 euro . Savona non aiuta i ragazzi che vengono da fuori. Io sono stato fortunato ma generalmente gli affitti sono alle stelle e se trovi appartamenti vicino al mare i proprietari affittano fino a giugno e poi preferiscono i bagnanti».
Riccardo Delfino è di Varazze e ha 25 anni: «C''è un problema fondamentale, i mezzi di trasporto. Quando mi sposto da Varazze a qui spesso no ci sono bus».
Sonia Cosco