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RI-VIsioni
Rubrica cinematografica   a cura di Loganuzzo

Silent Hill Esiste un luogo comune nel cinema americano: il sacro coincide con la superstizione e in particolare tanto più si parla di religione cattolica tanto più aumenta il grado di questa equazione cattolico= magico/superstizioso.

Mi scorrono ancora nella mente le immagini del film caposaldo di questo modo di intendere la religiosità e di portarla sullo schermo L’esorcista (regia di W.Firedkin.) …ma ve lo ricordate il campo lungo sulla strada in cui risiede la posseduta, la nebbia che si stacca dal marciapiede nel momento esatto in cui il prete esorcista si avvicina al cancello per entrare nella casa e praticare il suo esorcismo? Oppure il più recente e ammiccante Keanu Reeves sexy-esorcista problematico in Constantine( regia di un certo F.Lawrence ), sguardo penetrante e poteri paranormali che gli consentono, novello Virgilio, di eplorare i meandri dell’inferno! Ed infine il Burt Lancaster del “Presagio” o il prete stampellato che in “Zombie” profetizza apocalittico:” quando non c’è più spazio all’inferno i morti camminano sulla terra”…perché il cattolicesimo nella percezione degli americani  si colora di accenti superstiziosi magici, come se il povero prete sia piuttosto uno stregone che non un ministro di Dio, quindi nella logica religiosa, che sia in contatto con un potere arcano senz’altro ma certo come certa e salda deve essere la fede??!!

Non credo si tratti solo di esigenze puramente cinematografiche, ma se così fosse si tratta comunque di un sintomo di come la fagocitante cultura americana abbia digerito anche l’intoccabile milieu ecclesiastico.  

Da fruitori di cinema  possiamo solamente preoccuparci dell’impatto emotivo dell’immagine cinematografica oppure possiamo riflettere sulle implicazioni che sottendono all’immaginario cine-ludico di un popolo che monopolizza il gusto e lo stile di vita del pianeta!

Se accettiamo di giocare ai sociologi in poltroncina dobbiamo dire che il popolo americano soffre dell’inguaribile complesso dell’adolescente che in ogni sua azione, quindi anche “cinematografica” ancorchè di argomento religioso o vagamente tale, deve mostrare la sua indipendenza, la sua originalità…pensiamo ad una pellicola in programmazione in queste settimane un po’ dovunque tra sale cinematografiche ed arene estive, si tratta di “Silent Hill” il film prende spunto (…e non solo di un semplice spunto si tratta!!!) da un videogames per Play-Station assai famoso ed ambientato in una città (Silent Hill, per l’appunto) distrutta da un incendio negli anni 60, incendio provocato da un gruppo di cattolici fondamentalisti(ed ecco torna il leit-motiv di cui sopra, tanto per cambiare!!!) i quali nel tentativo di purificare la comunità da una delle solite incarnazioni del Diavolo danno fuoco oltre che ad una innocente bimba che poi si vendicherà distruggono l’intero paesino trasformandolo in una sorta di inferno in terra in cui come sospesi nel tempo si muovono i protagonisti. Quali le notazioni dopo questa breve e riassunta trama: la prima questi esorcisti sembrano un incarnazione in nero dei soliti ignoti di monicelliana memoria, eh già perché come il buon Peppe er pantera e soci hanno in mente di fare il colpaccio della vita e si ritrovano a mangiare pasta e ceci, qui i nostri amici “con Dio dalla propria parte” partono per purificare e distruggono! Faccio una riflessione  ma non sarà per caso che i nostri americani ipervitaminici si siano “impallati” con la storia della libertà ad ogni costo e anche nel cinema non perdono occasione di mostrarci attraverso la caratterizzazione religione/oppressione, educandoci (occultamente) a riprovare ogni forma di fondamentalismo,  quindi servirsi dell’iconografia cattolica diventa un espediente “didattico”, infatti nel film in questione ed in tutti quelli che ho citato l’aspetto liturgico e ritualistico del cattolicesimo è utilizzato a scapito di una inevitabile semplificazione dei contenuti teologico/metafisici della medesima religione, secondo me con l’intento di cui sopra…

D’altro canto non dimentichiamo che le cronache d’oltreoceano ci hanno regalato in tempi recenti episodi in cui la Chiesa Cattolica americana non ha certo brillato per rettitudine morale o se volete ha classicamente predicato bene ecc…pensiamo solamente agli episodi di pedofilia diffusi tra le alte sfere della chiesa americana o agli scandali economico/finanziari che hanno visto negli anni ottanta, coinvolte eminenze grigie in tonaca nera!

La seconda riflessione che riporto tra una sudata e l’altra riguarda la ormai lapalissiana logica totalizzante che rende questi tempi “globali”, il che va anche bene se si tratta di ironizzare, esagerandoli, su alcuni atteggiamenti del cattolicesimo, ma diventa inquietante quando  rende ogni oggetto o se volete ogni produzione umana inserito in uno schema ben più ampio di quello puramente evasivo ed emozionale che è la caratteristica predominante del cinematografo o almeno lo era fino a qualche lustro fa! Quindi un film banale e neanche troppo originale come Silent Hill facilmente diventa uno spot anti-intolleranza se lo inquadriamo nel contesto di un paese e di una cultura che più o meno vistosamente si connota come egemone.

Andare a vedere o meno Silent hill diventa qui un problema secondario (e non solo per il caldo che impazza!!!) …entrate anche voi nel Grande complotto globale…Buona visione e buone vacanze!!!

LOGANUZZO

Laurie Holden (Cybil), Radha Mitchell (Rose), Tanya Allen (Ana) in Silent Hill.