La città resta in trepida attesa di un'altra intervista densa di accorate autocelebrazioni del tipo: "Sono proprio bravo, ma incompreso. Non mi meritate".

 RINO CANAVESE

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L'intervista-sfogo dello "zar del porto" di Savona
Canavese: "Sono stufo"
La città nello sconforto 
Il presidente dell'Autorità portuale si autocelebra, non sopporta
le critiche per Crescent, Bofill e Fuksas. Si sente incompreso 

Rino Canavese, ingegnere, già parlamentare della Lega Nord, attuale presidente dell'Autorità Portuale, dice di essere "stufo". Lo confessa, gettando nel più cupo sconforto un numero non precisato di adepti (c'è chi non va oltre tre, famigliari compresi; chi arriva a dieci inserendo anche l'ex sindaco Ruggeri, Pasquale, Campostano, Orsero, Dellepiane, Bofill e Fuksas), in una lunga intervista-sfogo destinata a diventare un cult.

La città, sgomenta, si interroga. Come mai il "padrone del porto" (e dintorni) è così angosciato, deluso, insofferente. Stufo, insomma. Pare non riesca a sopportare l'ingratitudine dei savonesi - pensionati, operai, impiegati a 800 euro al mese, sotto occupati, precari, casalinghe - dopo aver contribuito a garantire un futuro a loro e ai loro figli. Ma soprattutto un tetto. Ingrati. E pensare che avrebbero solo l'imbarazzo della scelta tra il grattacielo Bofill, il fantastico Crescent, la mega torre di Fuksas. Ingrati anche per non aver compreso il suo ruolo nel trascinare la Costa Crociere a Savona, costringendola a lasciare Genova, dove per avere uno straccio di accosto avrebbero dovuto andare a piedi alla Madonna della Guardia con tutti i passeggeri al seguito, e ad accontentarsi di ricevere in gentile omaggio l'intera calata. Splendida operazione, per carità, ma da qui a candidarsi per un processo di beatificazione ce ne corre.

Non sopporta, lo "zar del porto", chi straparla di "case solo per i ricchi". No proprio non ci sta. Ma se per caso fosse davvero così (qualcuno provi a dimostrare il contrario, se ci riesce), la colpa non è sua, bensì dell'amministrazione comunale. Lo afferma senza giri di parole: "L'avevo detto al sindaco Ruggeri che il Comune di pari passo doveva intervenire con un piano di edilizia agevolata per le classi meno abbienti". Bella presa di distanza. Evidentemente è stufo di prendersi anche le colpe altrui. E visto che Ruggeri si è trasferito alla corte di Burlando, la palla passa nelle mani del neo sindaco Berruti, sempre che abbia qualcosa da dire.

Ora, in attesa di trasferirsi armi e bagagli nella nuova e si immagina sontuosa sede di Palazzo Santa Chiara, magari facendo un pensierino a Palazzo San Giorgio, dove il dirimpettaio Novi non dorme sonni tranquilli, Canavese si culla in oniriche visioni in cui centinaia di mega yacht dondolano sotto la torre Fuksas e ricchi milanesi (perché no piemontesi o veneti, o anche siciliani), come li chiama lui, corrono ad acquistare posti barca e appartamenti, ridando fiato e lustro all'economia cittadina (cioè i soliti noti). Sempre nella speranza che la città sia in grado di offrire ai graditi e facoltosi ospiti un Palacongressi, uno Stadio del nuoto, un campo di calcio presentabile, un Palasport degno di questo nome, mostre, convegni, concerti, rassegne e quant'altro.

Per il momento c'è una sola certezza: Canavese è stufo. Una semplice esternazione? Uno sfogo? Una promessa? Una minaccia? Un messaggio al Palazzo? L'anticipo di una decisione clamorosa? La città resta in trepida attesa di un'altra intervista densa di accorate autocelebrazioni del tipo: "Sono proprio bravo, ma incompreso. Non mi meritate".

Finché Fuksas non ci separi.

IL BRUCO