Stavolta per l'ostello della gioventù della Conca Verde è
davvero l'ultima spiaggia. Dopo una vita gloriosa e gli
ultimi anni di turbolenza per le difficoltà di adeguarsi
alle normative antincendio, da un mese esatto la struttura è
clandestina e morosa. Il 31 maggio scorso, infatti, il
Comune attendeva dall'attuale gestore, la signora Eva Maria
Gasbarro, la consegna delle chiavi. Era il gesto che
rappresentava la cessazione del funzionamento come ostello e
il ritorno della struttura al Comune, che la possiede. Il
problema è che il gestore ha disatteso questo ultimatum e
quelle chiavi non intende restituirle. Un braccio di ferro?
«Macché, io le chiavi posso anche consegnarle - dice la
signora Gasbarro - però prima vorrei che mi dicessero
qualcosa del progetto che ho presentato per salvare questa
struttura che è storica e l'anno scorso ha registrato 15
mila presenze».
Il perché dello sfratto è noto: riguarda l'annoso problema
dei lavori di adeguamento strutturale che il "De
Franceschini" deve fare da anni. Nessuno si è voluto far
carico dell'intervento (quasi un milione di euro): né
l'associazione ostelli italiani, né il gestore, né il Comune
che peraltro ha fatto, negli anni scorsi, micro interventi
indispensabili. Da qui la decisione, sofferta,
dell'Associazione ostelli (che ha da sempre la convenzione
col Comune), di imporre alla signora Eva Maria Gasbarro (che
è socia dell'Associazione), di restituire le chiavi e
chiudere definitivamente. Chiavi che però, per ora, la
savonese ha tenuto. Non solo: la segreteria telefonica
dell'ostello continua a dire, ai potenziali clienti, di
lasciare il proprio riferimento per le prenotazioni estive.
Che succede?
«Succede che le chiavi le ho ancora - spiega Eva Maria
Gasbarro - ma solo perché, alla scadenza dell'ultimatum di
maggio, ho presentato un progetto in Comune per proporre un
intervento di messa a norma della struttura più ridotto,
giusto da consentire lo sfruttamento per soli 25 posti (di
270 totali) che è il termine entro cui la legge non impone
grossi adeguamenti. Ora aspetto una risposta dal Comune. La
nuova giunta del sindaco Berruti mi ha detto che mi
incontrerà prestissimo. Spero sia in settimana. La mia
volontàè fare il possibile per salvare questa struttura che
nel silenzio, da anni, ha continuato ad offrire un servizio
prezioso a tantissimi turisti che non hanno mai smesso di
scegliere Savona. Lasciarla morire sarebbe un delitto».
Dario Freccero
02/07/2006
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