Il mercato del lunedì parla straniero: dei 276 banchi
presenti settimanalmente in Piazza del Popolo, quasi una
settantina ormai sono gestiti, con regolare autorizzazione,
da operatori extracomunitari; in pratica un quarto
dell'intera offerta commerciale. Un autentico boom per
Savona che in questi ultimi anni ha visto progressivamente
gli ambulanti italiani cedere le licenze a colleghi
stranieri, cinesi in primis, quindi nordafricani e a seguire
immigrati provenienti dall'India e dal subcontinente
asiatico. Un fenomeno che ha assunto numeri assai importanti
ed è in continua espansione. Il boom degli stranieri fra le
bancarelle costituisce una risorsa, un problema o una
minaccia per le attività nostrane?
Secondo le associazioni di categoria le difficoltà sono
soprattutto due: prezzi a scapito della qualità che alterano
gli equilibri concorrenziali e sostanziale uniformità negli
articoli in vendita che impoverisce l'offerta complessiva.
«L'ambulante è un lavoro duro con sempre meno appeal per gli
italiani, mentre per chi è appena arrivato costituisce
un'occasione professionale semplice, veloce e a bassi costi
- spiega Umberto Torcello, funzionario provinciale del FIVA-
E' un fenomeno che ha arricchito il mercato come luogo di
aggregazione, ma ha portato due grandi difficoltà, spesso
anche per la mancata conoscenza dei regolamenti italiani da
parte degli stranieri: la politica del prezzo e la
merceologia quasi tutta uguale con una perdita d'interesse
verso il mercato». «Come associazione - continua - premiamo
per fare gestire i mercati da consorzi che stabiliscano
regole precise senza discriminazioni e diversifichino i
settori merceologici, come nei centri commerciali»
Dello stesso avviso è Beppe Turini presidente provinciale
dell'ANVA: «Il problema è che non differenziano i tipi di
merce, cinesi su tutti - commenta Turini - poi c'è la
politica dei prezzi, ma la Cina ovviamente è un fenomeno non
limitato ai mercati settimanali: molti grossisti sono cinesi
e si stanno espandendo nel dettaglio». «Con questa strategia
si è abbassato il target del mercato - prosegue - si
accontenta la massa dei clienti con pochi euro, ma
ovviamente ne risente la qualità, con prodotti anche frutto
dello sfruttamento del lavoro».
«Nessuna distinzione fra operatori italiani e non, purchè
tutti siano in regola e osservino le leggi, anche fiscali -
afferma Franco Zino, presidente provinciale Confesercenti -;
l'aumento degli extracomunitari sui mercati ha aumentato la
mancanza di diversificazione che per un "centro commerciale
all'aperto"è deleteria». «Credo sia un fenomeno naturale.
Gli italiani cedono la licenza perchè forse c'è minor
attitudine per questo mestiere e subentrano molti straneri,
ma non è preoccupante - spiega Vincenzo Bertino presidente
provinciale e regionale di Confcommercio - la preoccupazione
è che la merce di questi banchi sia regolare».
Marco Gervino
28/06/2006
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