01 Luglio 2006 LA STAMPA

IL GUP VENTURI ACCOGLIE LE RICHIESTE DEL PM LANDOLFI PER RICCI, BARTOLINI, PASQUALE, ZUNINO, GARBARINO, CAREDDU E VEIRANA
Cessione Carisa, sette rinvii a giudizio
Turbativa d’asta e abuso d’atti d’ufficio. Prescrizione per il falso in bilancio

[FIRMA]Marco Raffa
SAVONA
Carisa-Carige: otto anni dopo l’acquisizione della Cassa di Risparmio di Savona da parte della Carige, il gup di Savona Chiara Venturi su richiesta del sostituto procuratore Alberto Landolfi ha rinviato a giudizio per turbativa d’asta e abuso d’ufficio il presidente di Banca Carisa Spa, Franco Bartolini, e per la sola turbativa d’asta l’attuale presidente della Fondazione Carisa Luciano Pasquale, l’ex presidente Gianfranco Ricci (in carica nel ‘99) e gli ex consiglieri Giancarlo Zunino, ex sindaco di Spotorno, Giovanni Veirana di Savona, Francesco Maria Careddu e Alessandro Garbarino di Roma. Per un terzo capo d’imputazione, falso in bilancio, è intervenuta la prescrizione che peraltro viene contestata dagli imputati i quali potrebbero ricorrere in Cassazione per ottenere, spiegano i loro legali, «un’assoluzione onorevole».
Il processo si terrà il 22 gennaio del 2007 a Savona: è l’ultimo strascico, per certi versi inatteso, di una querelle che mise a rumore il mondo bancario e finanziario ligure. Tra il ‘98 e il ‘99 infatti l’acquisizione da parte di Banca Carige della Cassa di Risparmio di Savona fu al centro di una serie di contestazioni. Già proprietaria del 40 per cento circa del capitale sociale Carisa, Carige arrivò all’acquisizione della maggioranza delle azioni (un altro 56%) «soffiando» l’affare - secondo l’accusa - alla Banca Toscana che aveva già avviato una trattativa acquistando circa un milione di azioni di Carisa.
Di questa svolta vennero accusati i vertici della Fondazione savonese tanto che la magistratura sequestrò il pacchetto azionario di controllo (che poi venne dissequestrato a favore di Carige) mentre la Banca Toscana aprì un contenzioso, poi risolto in sede civilistica. Questa tranche si è chiusa l’anno scorso con il riacquisto da parte di Carige/Carisa delle azioni che fino a quel momento erano detenute da Banca Toscana.
Sul piano penale la questione si riapre oggi, un po’ a sorpresa, nonostante che in passato ci siano stati pronunciamenti che avevano di fatto confermato la regolarità del passaggio delle azioni da Carisa a Carige. Secondo la tesi di Landolfi accolta dal giudice Venturi, invece, Bartolini, Pasquale, Ricci e gli altri imputati consiglieri d’amministrazione della Carisa, avrebbero agito a più riprese con un unico scopo: favorire il passaggio delle azioni a Carige.
Un’operazione portata avanti, sempre secondo l’accusa, «con mezzi fraudolenti» e con tutta una serie di passaggi che vengono minuziosamente descritti nel capo d’imputazione: incontri riservati, mancata partecipazione a sedute del Consiglio, rifiuto di firmare i verbali, convocazioni ritardate ad hoc, modifica dello statuto Carisa che penalizzò la Banca Toscana, e così via.
Una vicenda complessa, che all’epoca suscitò enorme scalpore ma che in molti considerarono chiusa, come ricorda l’avvocato Fausto Mazzitelli (difensore di Ricci, Pasquale e Veirana), dopo il doppio placet della Banca d’Italia («non sussistono elementi ostativi sotto il profilo di vigilanza», 24 maggio 1999) e del Ministero del Tesoro («L’operazione appare improntata a criteri di trasparenza e di non discriminazione», 28 ottobre 1999).
Dei due interrogativi che si aprono ora, uno - quello sul perchè si proceda soltanto oggi, a otto anni dai fatti - può essere spiegato con l’impasse scattato due anni fa quando il giudice Emilio Fois, correttamente, ipotizzò per se stesso un’incompatibilità avendo fatto parte del Tribunale del riesame che aveva esaminato la vicenda agli inizi.
La pratica è quindi passata alla dottoresssa Venturi, ma si è perso tempo prezioso. L’altra questione - un’eventuale candanna per turbativa d’asta potrebbe riaprire i «giochi» per il possesso delle azioni Carisa? - viene data per improbabile dai legali degli imputati. Ancora Mazzitelli: «La questione sotto il profilo civilistico è chiusa: la Carisa è della Carige, Banca Toscana ha transato». Un nuovo ricorso, insomma, viene visto come improbabile. Ma non impossibile.