MARTEDÌ, 27 GIUGNO 2006 La repubblica
Completate le scelte dopo il voto, ora un compito severo aspetta l´amministrazione di centrosinistra
IL PROGETTO
LE POLEMICHE
Tutto lo strapotere di Berruti
120
12.469
Le scelte "forti" del neosindaco e le responsabilità
Il primo cittadino ha scelto come city manager l´ingegner Ferro, uomo di stretta fiducia
Al vice Caviglia il compito di "ricucire" con Provincia e Regione
LUCIANO ANGELINI

Il viaggio di nozze è finito. Ed è durato poco. Il tempo di godersi gli effetti dello tsunami che ha spazzato via il centrodestra. E se è stato tutt´altro che facile resistere a chi lo tirava per la giacca con richieste di posti al desco di Palazzo Sisto IV, ora è tempo di lavorare. La squadra è fatta, bene o male lo diranno i risultati e i cittadini.
Federico Berruti, quattordicesimo sindaco di Savona dalla Liberazione, ha mostrato di avere le idee chiare. Si è mosso con obiettivi precisi, non tutti raggiunti, subendo entrate a gamba tesa (leggasi quella dell´assessore Pittaluga), compromettendo delicati equilibri con e nella Margherita, ma soprattutto sacrificando l´amicizia-alleanza con il presidente della Provincia Bertolotto. Tutto sommato, pur con qualche schizzo dal ventilatore innescato dalle nomine dei "magnifici otto", ha concesso qualcosa per ottenere quello che più gli interessava. Le scelte di Berruti sono state chiare. A cominciare dalla chiamata al soglio di Palazzo Sisto IV dell´ingegner Ferro, suo uomo di fiducia, come city manager con l´appannaggio della presidenza dell´Ata (società che gestisce raccolta e smaltimento dei rifiuti, la discarica di Cima Montà e i parcheggi) e mantenendogli il controllo dell´Ips. Una simile concentrazione di potere non si era mai vista all´ombra della Torretta. Così come appare rilevante la decisione di tenere per sé la pianificazione del territorio con il conseguente svuotamento dell´urbanistica (Tuvè, Margherita). Anche i più ingenui non possono non intravedere un chiaro segnale di svolta nei confronti della gestione Ruggeri.
La chiamata di Livio Di Tullio, diessino doc, sindacalista di lungo corso, ritenuto un duro della Cgil, lascia intendere la volontà di portare avanti un impegno forte per rilanciare l´occupazione. Porto, insediamenti per gli artigiani, università, più il collegamento con l´Ips, sono i cardini su cui puntare per fare ripartire lo sviluppo. La decisione di nominare un assessore ai Quartieri sembra sottendere una svolta nei rapporti con la gente, in particolare con la periferia spesso dimenticata. Se son rose... C´è anche la voglia di coniugare cultura (settore rimasto nelle mani di Berruti) con una vocazione turistica tutta da realizzare. Tempo al tempo. Luca Martino, giovane e ambizioso segretario comunale della Quercia, dovrà vigilare sui conti e sul personale. Compito viscido ma importante. Commercio e turismo dovranno fare la nobilitate dell´avvocato Aglietto, sottratto in zona Cesarini ad un precoce tramonto per la sua fede ruggeriana e la familiarità con il duo Pasquale-Canavese.
Da Paolo Caviglia, vice sindaco a 360 gradi, tra i cui compiti c´è quello di tenere i rapporti istituzionali (lo ha definito «il mio ministro degli esteri»), Berruti si attende quel lavoro di ricucitura con la Provincia e la Regione resosi necessario anzi indispensabile dopo lo strappo con il duo Bertolotto-Costa a causa della tormentatissima esclusione di Giraudo in giunta. Caviglia dovrà molto viaggiare per Genova anche per riallacciare, ammesso che sia possibile, i fili del dialogo con l´assessore Pittaluga. Il leader di Gente di Liguria l´ha giurata al sindaco per la "trombatura" di Ghigo Gaspari e l´astinenza dei suoi uomini in giunta. Sarà dura. Da Lucia Bacciu, neo assessore al Welfare, ancorché a mezzo servizio (mantiene l´incarico di segretario generale a Vado Ligure), anziani, pensionati e disabili (Savona è la città con più capelli grigi d´Europa) si attendono iniziative e risposte certe. I problemi sono molti, le risorse poche. Si vedrà.
Molto lavoro c´è da fare. E non sarà un cammino facile. Fin da subito, o quasi, arriveranno al pettine del sindaco nodi intricati. Il "caso cemento" non è stato sepolto con la pietra tombale del roboante successo elettorale. Mentre la rivoluzione Bofill (12.469 metri quadrati di abitazioni, albergo di 3.900 metri quadrati, uffici per 2.400 metri quadrati negozi per 2.800) sta ridisegnando la città tra la fortezza del Priamar e il Palacrociere, già bussa prepotentemente alle porte il progetto Fuksas. Sospinto dal trio Gambardella-Canavese-Pasquale, vale a dire forte dell´alleanza strategica tra Authority Portuale e Unione industriali, prevede una torre da 120 metri, subito definita il Faro di Alessandria d´Egitto del Terzo Millennio, un mega-porto turistico da 700 posti barca tra Savona e Albissola, case di lusso e superlusso, checché ne dica il prestigioso architetto-filosofo. In attesa di vedere che ne sarà degli ex Cantieri Solimano, aree pregiate e appetitose che si affacciano sulla spiaggia tra Savona e Vado Ligure, già acquisite alla causa del cemento, e dell´ex Squadra Rialzo, tra il Letimbro e il Palazzo di Giustizia, destinata all´edilizia residenziale e quant´altro, mentre sono iniziate le palificazioni per la costruzione del centro residenzial-commerciale con box e uffici sulle ceneri dell´ex cinema Astor. Il tutto in attesa dell´avvio della maxi ristrutturazione (appartamenti, uffici, galleria commerciale) dell´ex Ospedale San Paolo, l´ottocentesco, prestigioso edificio nel cuore della città. Un quadro di Savona in cui spiccano "contenitori" luccicanti, anche prestigiosi. Ma resta nel vago, incerta e forse tutta da pensare la scelta dei contenuti, la nuova vocazione della città sui cui guardare al futuro.
Berruti, eletto con il 60 per cento dei voti, scelta la squadra e assegnati i ruoli, ora può iniziare il suo non facile viaggio. Lo attende una sfida impegnativa, stimolante e, chissà, gratificante: dimostrare di saper meritare un così ampio consenso.