Poche donne al traguardo  La Repubblica
In Italia la figura femminile lontana da una vera affermazione in campo politico
 
MARIA BENEDETTA SPADOLINI*

Che cosa fare per far decollare finalmente la questione delle quote rosa nei ruoli importanti della società civile? Su Repubblica il dibattito è stato introdotto da un articolo della deputata ds, neo presidente della Commissione Difesa alla Camera, Roberta Pinotti. Sono seguiti interventi di Margherita Rubino,Manuela Arata. Anna Canepa. Oggi scrive Maria Benedetta Spadolini.

Quote Rosa?
Cosa vuol dire dibattere su un qualcosa che dovrebbe essere fisiologico visto che la nostra società è formata al 49 % di uomini, e al 51% di donne? Non interessa il colore della bandiera politica che sventola, ma sarebbe auspicabile una società dove, anche senza rispettare le percentuali statistiche, sia possibile provare ad andarci vicino, senza dover ricorrere ad alcuna forma di garantismo o di protezione. Nella storia recente si assiste alla trasformazione sociale che ha visto la donna uscire dalla casalinghità, tendendo verso una propria identità più forte e definita. La presenza delle donne si fa sentire e si distingue anche in quei contesti dove il quotidiano continua ad essere prevalentemente maschile, dove è necessario tirar fuori un impegno e una determinazione che a volte sembrano sovrumane. Spesso, oltre a riuscire a risolvere le problematiche e ad affrontare le responsabilità di un determinato ruolo, ci si trova coinvolte a trecentosessanta gradi, razionalmente ed emotivamente, a confronto con l´universo maschile. La formazione oggi non fa distinzione fra i sessi, anzi spesso, per una maturazione più veloce, le ragazze hanno risultati più immediati dei compagni. In partenza tutti sono allineati sulla stesso filo. Come mai al traguardo, nelle stanze dei bottoni, arrivano soprattutto uomini? Dopo anni di analisi sull´individuazione degli ostacoli che hanno alimentato il formarsi delle asimmetrie fra uomini e donne si può, oggi, azzardare che la debolezza delle quote rosa è soltanto un retaggio culturale, soprattutto in politica? In Italia, paese che vanta delle tradizioni, culla della storia, della cultura, dell´arte, la figura femminile non ha trovato una diffusa affermazione politica, come invece è successo in altri paesi quali anche l´India e la Cina, dove si sono trovate donne anche ai vertici dello stato. Deriva dal fatto che votiamo solo dal 1947? Penso che sia necessario intervenire per rimuovere gli ostacoli che ancora ritardano, alle donne, il conseguimento di una piena cittadinanza, accorciando le distanze attraverso l´annullamento delle diseguaglianze esistenti, oggi vero obiettivo delle pari opportunità. Il contesto in cui le donne lavorano rappresenta il terreno decisivo su cui le differenze di genere si strutturano e si perpetuano. E´ qui che il ruolo della donna in politica può fare la vera differenza, infatti ciascun individuo opera sempre per conoscenza. Ad esempio dando alle donne la possibilità´ di affermare il proprio valore e, perché´ no, razionalizzando la logistica e la tempistica relativa alle attività commerciali, scolastiche, sanitarie e di mobilità. Noi siamo pronte lo stesso.
* Preside della Facoltà di Architettura