11 Giugno 2006 LA STAMPA

PALAZZO SISTO MENTRE GLI USCENTI FANNO IL TRASLOCO CON GLI OCCHI UMIDI, BERRUTI HA GIA’ EPURATO LO STAFF E I MOBILI DI RUGGERI
Una giunta a geometria variabile
Al tavolo da 8 posti sarebbero esclusi Comunisti e Gente della Liguria
[FIRMA]Ermanno Branca
SAVONA
Palazzo Sisto in questi giorni sembra un grand hotel, fra i rampanti autoreferenziati che scalpitano davanti alla porta di Berruti prendendo le misure alle sedie della giunta e gli uscenti che si aggirano nei corridoi con l’occhio umido e scatoloni di carte e ricordi sotto braccio. L’ex assessore alle Finanze Alessandro Nofroni ha già salutato i suoi collaboratori due volte ma all’occasione non disdegna di svolgere ancora qualche incombenza. Silvano Godani è ancora in pieno trasloco e come ex assessore alla Cultura avrebbe quasi bisogno di una ditta, con le centinaia di libri autografati che giovani e vecchie speranze letterarie gli hanno regalato in questi anni. Totò Ferrara ogni tanto fa capolino con la cravatta storta e l’affanno di chi fa fatica a seguire le evoluzioni politiche di un fuoriclasse come Egidio Pedrini. Wilma Pennino e Piero Casaccia, esiliati in via Maciocio nel secondo mandato Ruggeri, in pratica si erano accomiatati da Palazzo 4 anni fa. Paolo Caviglia e Franco Lirosi, gli unici sicuri del porto, si preoccupano al massimo di non perdere le segretarie.
Prove tecniche anche per il sindaco. Prima ancora di aver vinto, il sindaco aveva già liquidato la pratica dello staff di Ruggeri (Ghibaudo&Reyneri) rimpiazzato dal debuttante Lorenzo Martinengo. Nel cambio per ora ci hanno rimesso solo i cartelloni di «Informacittà» che pare siano diventati ingovernabili.
Berruti con la logica ferrea che lo contraddistingue, per decidere la giunta è partito dalla mobilia. Dal suo ufficio in legno dal sapore antiquato sono già spariti un salotto, tutti i soprammobili e le carte che coprivano il tavolo ai tempi di Ruggeri. Presto anche la lunga teoria di vasi di ceramica del Confuoco subirà un’attenta selezione. Il nuovo ordine ha fatto breccia anche in Sala giunta. La grande sovrastruttura posticcia a cui aveva fatto ricorso Ruggeri per sfamare gli appetiti della coalizione, è sparita. In sala giunta è tornato così il vecchio tavolo quadrato protetto dal velluto rosso (solo ai tempi di Gervasio era verde) dove starebbero comodi 6-8 assessori. Domani il sindaco dovrebbe comunicare ai partiti l’esito delle giornate di colloqui e riflessione, dando l’impronta della sua giunta a «geometria variabile». Se la squadra fosse di otto, tre posti andrebbero ai ds, il vicesindaco alla Rosa, 2 assessori alla Margherita, 1 a Rifondazione e 1 al sindaco. Resterebbero fuori i partiti minori della coalizione: i Comunisti italiani di Piero Casaccia che da anni aveva profetizzato in ritorno in Ferrovia e i forzisti pentiti di Gente della Liguria. Per loro si parla di deleghe. E poi resterebbe il posto da presidente del Consiglio da giocare ai bussolotti fra Aglietto e Giusto.