Radicali: altolà allo Sdi  IL SECOLOXIX
L'esponente "pannelliano" chiede considerazione agli alleati della Rosa nel Pugno
Liberatori: «No ad accordi clandestini, ci vuole trasparenza»
«Le scelte su incarichi e assessorati della "Rosa nel Pugno" saranno decisi con trasparenza e resi noti a tutti i nostri elettori; vigeranno i criteri della meritocrazia e della collegialità delle scelte».
Senza polemizzare, ma con un comunicato preciso e secco, il responsabile provinciale dei Radicali Daniele Liberatori ieri è intervenuto nel dibattito politico per chiarire le posizioni del partito di Marco Pannella che nelle ultime elezioni ha corso con lo Sdi sotto il neonato simbolo della Rosa nel Pugno.
«Vorrei rassicurare tutti i candidati, gli eletti, e soprattutto gli elettori della Rosa nel Pugno sul fatto che le decisioni che saranno prese riguardo alla giunta comunale e ad altri incarichi saranno improntate a criteri di trasparenza, collegialità e meritocrazia - ha scritto Liberatori - un movimento come il nostro, che sta lottando per la difesa della legalità in primo luogo delle istituzioni, non può comportarsi in modo diverso. Sono convinto che tutti gli elettori della Rosa nel Pugno savonesi concordano in pieno su questo metodo e richiedono massima trasparenza e senso della legalità in chi li deve rappresentare. E concorderà, ne sono più che certo, anche il vertice dello Sdi di Savona».
Ma è proprio allo Sdi che sembra indirizzato il messaggio. In queste ore convulse di trattative politiche la formazione di Pannella è rimasta all'ombra dello Sdi nel toto-assessori e non è detto accetti questo ruolo defilato. Eppure è così: secondo radio-corsa l'exploit elettorale sarà infatti premiato con il ruolo di vicesindaco a Paolo Caviglia (segretario Sdi) e magari un altro assessorato a Marco Pozzo, sempre Sdi, campionissimo di preferenze personali. E la "metà" radicale della Rosa nel Pugno?
«Certamente dovremo essere considerati - conclude Daniele Liberatori - lo chiariremo giovedì (domani, ndr) nell'incontro col sindaco Federico Berruti. Il problema, sia chiaro, non è di nomi o di poltrone ma di metodo e di chiarezza. Il nostro partito è totalmente contrario alla logica degli accordi politici sottobanco e alle trattative clandestine. Noi siamo scesi in campo con un'alleanza politica con i socialisti per portare un'innovazione nelle logiche della politica, non per adeguarci ai vecchi schemi. E in questo senso pretendiamo quella trasparenza e quella meritocrazia di cui accennavo. I nomi che sono stati fatti finora possono anche andare bene purché sia iniziato un dibattito chiaro e lineare e siano informati tutti i nostri elettori. D'altra parte l'ottimo risultato della Rosa nel Pugno savonese è oggetto di un dibattito anche a Roma e i nostri referenti romani chiederanno un impegno preciso in nome della trasparenza e della collegialità delle scelte».


07/06/2006