LO SQUILIBRIO SOCIO - SANITARIO
IN LIGURIA

                                                               di Aldo Pastore      versione stampabile                     

La Regione Liguria, nei prossimi giorni, dovrà concordare con il Governo nazionale il piano finanziario per riequilibrare  i conti della Sanità, al fine di renderli compatibili con gli indirizzi economici complessivi dello Stato.

E' un compito difficile, ma non vi sono dubbi che, attraverso un serio e sereno rapporto con il Governo, gli attuali amministratori della Regione Liguria sapranno trovare la via d'uscita per riequilibrare  i conti, almeno sul piano contabile e, quindi, ragionieristico.

Ma, questa scelta, oggi obbligatoria, non farà altro che rinviare ad un prossimo avvenire la soluzione di un problema che non è puramente contabile, bensì strutturale: riguarda, cioè, l'assetto definitivo del sistema socio - sanitario ligure.

Occorre ricordare, infatti, che la nostra Regione presenta, sotto questo profilo, una sua specifica  particolarità, che la rende diversa non soltanto rispetto alle Regioni Meridionali, ma anche rispetto a tutte le regioni del Nord  d' Italia.

Sinteticamente, possiamo così riassumere questa specificità:

1) la nostra Regione possiede la più alta quota di anziani di tutto il Paese: il 26,5 % dell'intera popolazione.
Contemporaneamente è la Regione con la più bassa percentuale di giovani fino al 14° anno di età: il 10,9 % del complessivo;

2) non aumenta soltanto il numero degli anziani; sta, infatti, progressivamente aumentando il numero degli anni di vita di ogni singolo anziano; infatti, è alta la " speranza di vita"; l'indice attuale dell' età media corrisponde a 77,3 anni per i maschi ed a 82,9 anni per le donne;

3) in Liguria, la " famiglia media" è composta da 2.1 individui, ma occorre considerare che , in una percentuale consistente, difficilmente calcolabile, la famiglia è costituita soltanto da due anziani (marito e moglie); infine, va segnalato il fatto che è significativa la percentuale di anziani ( generalmente donne) che vivono in condizioni di assoluta solitudine;

4) sono in notevole crescita le patologie croniche, collegate all'aumento del numero degli anni di vita dei singoli anziani.
In questo panorama, la Liguria è al primo  posto, in Italia, per numero di persone che soffrono, contemporaneamente, di più malattie croniche.
Tra queste, desidero segnalare in particolare:

a)  le neoplasie; Romeo Bassoli ha recentemente fatto notare che "il 60% di chi si scopre una malattia di questo tipo ha più di 65 anni, il 40% ha più di 70 anni "ed egli così conclude: " il cancro è, dunque, un problema degli anziani";

b) le malattie  osteo-articolari: 22,6% ( dato nazionale: 18,9%);

c) le cardiopatie ipertensive: 16,9% ( dato nazionale: 12,9%);

d)  le malattie degenerative cerebrali ( alzheimer; demenza senile)

e)  le patologie dismetaboliche ( obesità e diabete mellito); Marco  Comaschi ( Presidente dell'Associazione Medici Diabetologi ) ha evidenziato che, in Liguria, il Diabete di tipo 2 interessa circa 100.000 persone.
Quest' ultimo argomento va doverosamente approfondito; mi riservo, pertanto di ritornare su di esso nella prossima pubblicazione.

La specificità, a grandi linee sopra illustrata, rende necessario un salto di qualità sul piano culturale e di costume e , successivamente, sul piano politico - amministrativo; premetto che  dico e scrivo  questi concetti ( e relative , concrete soluzioni) da oltre vent' anni, senza essere mai stato minimamente ascoltato; ma ci provo ancora una volta.

In concreto:
- occorre creare I DISTRETTI SOCIO - SANITARI  DI  BASE;

- è necessario collocare nei Distretti tutte le ATTIVITA'  DEI  SERVIZI TERRITORIALI  SANITARI  E  SOCIALI, sia specifiche  che fra loro integrate;

- è urgente costituire le EQUIPES  SOCIO - SANITARIE  DISTRETTUALI;

- nel contesto, è necessario valorizzare  ed utilizzare al massimo ogni forma di VOLONTARIATO ( individuale o associativo); parimenti, si rende necessario l'utilizzo dei giovani che hanno optato per il servizio civile ( in alternativa a quello militare). al fine di poter utilizzare, all'interno delle equipes territoriali, giovani altamente motivati sul piano etico e sociale;

- è urgente creare o potenziare ulteriormente i POLIAMBULATORI  DI QUARTIERE e recuperare, alla loro primaria ed indispensabile funzione i CONSULTORI  FAMILIARI;

- si rende necessario trasferire alle competenze dei distretti e delle loro equipes l'assistenza socio - sanitaria agli anziani non autosufficienti e dei cronici in senso lato; a tal fine, va privilegiata l' ASSISTENZA DOMICILIARE rispetto al ricovero in Residenze Protette.

Questa è, a mio modo di vedere, la strada dell' avvenire; attraverso questa metodologia sarà possibile ottenere tre risultati:
- migliorare la qualità dell' intervento socio - sanitario;

- ridurre la quantità complessiva della spesa, attraverso la drastica diminuzione dei ricoveri ospedalieri impropri;

- umanizzare la Sanità, trasformando il cittadino abbisognevole di cure da oggetto a persona.

8 giugno 2006                       

       Aldo Pastore