MARTEDÌ, 06 GIUGNO 2006  La Repubblica
L´OPINIONE
Crac sanità importiamo la cura Soru sul turismo
Ogni Comune smascheri chi trasforma in prime le seconde case
VITTORIO COLETTI

L´urgenza di reperire i fondi necessari a salvare la sanità ligure costringerà, forse, la Giunta di Claudio Burlando a mostrare da che parte sta. Se, infatti, ricorrerà alla tassazione dei redditi di persone e imprese, la Regione colpirà per l´ennesima volta i soli soggetti che in Italia pagano le tasse, principalmente lavoratori dipendenti e industrie. Eppure, parte significativa della voragine economica del comparto nasce da bisogni e utenti che sono moltiplicati proprio da quella zona della società regionale che, se scatteranno gli aumenti Irap e Irpef, non contribuirà fiscalmente in maniera significativa al ripiano dei conti delle Asl. Intendiamoci. Sappiamo bene che il buco della sanità è per una percentuale importante dovuto alla politica sciagurata e miope dei doppioni e dei triploni, dei primariati moltiplicati, degli inutili e dispendiosi ospedali "minori" a due passi da quelli maggiori, dei posti di sottogoverno. Ma la necessaria riduzione di una realtà sovradimensionata e sprecona, se mai ci sarà, richiederà anni, oltre che una maturazione politico-culturale in senso antimunicipalista che non sembra alle porte. Dunque, nell´immediato bisognerà mettere mano al portafoglio dei liguri. Ebbene: io credo che questa volta a pagare dovrebbe essere il settore che più di ogni altro contribuisce al dissesto delle casse della sanità: il turismo, con i suoi operatori e i suoi utenti. Lo sanno tutti che l´alta quota di popolazione anziana, che più di ogni altra ricorre all´assistenza sanitaria, è indotta dal turismo delle seconde case; che i costi degli interventi medici e dei ricoveri estivi e nei "ponti" sono fatti lievitare dal flusso turistico. In Liguria occorre una cura Soru, che chieda agli albergatori, ai gestori dei camping e delle spiagge, ai proprietari delle seconde case di farsi carico di un debito di cui la loro attività e presenza sono tra i principali responsabili. Non sarà semplice, si capisce. Basti pensare che i Comuni dovranno smascherare i finti residenti che hanno trasformato in prima la seconda casa, per risparmiare sull´Ici e sul costo dei servizi; che bisognerà fare i conti con la propensione all´occultamento del reddito e del volume di affari da parte di certe tipologie di operatori turistici. Ma soprattutto, ci vorrà coraggio, lealtà nei confronti dei propri elettori, rinuncia a un ecumenismo che danneggia i più deboli (economicamente) o i più corretti (fiscalmente). Il turismo dà ricchezza ad alcune categorie e realtà economiche e rovescia sul resto della società i suoi costi altissimi, in termini di disagi, prezzi salati, traffico, espropriazione di patrimonio pubblico. Uno di questi costi è quello sanitario. E´ ora che sia chiamato a farsene carico.