ROMPERE IL SILENZIO   versione stampabile

Non avrei mai pensato di dover raccontare, nei minimi particolari, la mia esperienza di volontario nel delicato settore del disagio mentale… 

Ebbe inizio tutto quanto 5 anni fa, allora mi dedicavo esclusivamente di regimi trattamentali con il  Dipartimento Amministrazione Penitenziaria ai sensi del DPR 2230/2000 ( detenuti in regime di permesso di lavoro, semilibertà, affidamenti…)  Il mio tramite era ed è l’AICS  (Associazione Italiana Cultura Sport) un’ Ente Assistenziale e di promozione sociale di importanza Nazionale ( vedi sito AICS ).

Le singolari  tragedie a cui dedicavo gran parte del mio tempo libero mi creavano intensissimi momenti di tensione, ovvero, come prevedibile far “uscire” un detenuto dal Carcere ed inserirlo in un ambito lavorativo non risulta difficile, difficile è fargli cambiare modo di pensare e di vivere.

Nonostante ciò ho sempre pensato che non era il mio compito giudicare ma bensì offrire una seconda opportunità al prossimo. Questa mia esperienza di volontario determinò nel mio stato d’animo la volontà di allargare i propri confini d’intervento e quale opportunità migliore di chiedere ad un’ amico di famiglia, proprietario di una Struttura psichiatrica Residenziale, il permesso di provare ad occuparmi di chi per vari motivi era ricoverato in essa.

La prima domanda che mi pose :  Cosa avrei voluto fare senza una base culturale medico- specialistica  in tale ambito?

Da quel momento mi passo per la mente una sorta di uragano che determinò in me un fortissimo orgasmo mentale, ovvero, il mio unico piacere sarebbe stato di trovarmi improvvisamente alla guida di un’aereo in una situazione di pericolo e  che avrei dovuto affrontare il viaggio e come ultimo provvedere all’atterraggio. Dovevo salvare me stesso e quanti avrei dovuto trasportare in quell’estrema avventura.

In pochi secondi mi dovetti confrontare con la mia intimità,con le emozioni che quei pazienti mi avevano trasmesso con i loro sguardi,con i propri atteggiamenti in quel cortissimo corridoio che mi apparve come interminabile per raggiungere l’ufficio del Direttore….

Pensai anche che fare il volontario in ambito psichiatrico non sarebbe stato facile ed essere indicato sarcasticamente come colui che  indossa i panni del salvatore sarebbe stato ancora più difficile ma l’utilità di una carezza, di una speranza e di non essere totalmente abbandonati mi spinse sempre più fortemente a rapportarmi con il bisogno umano di ogni singolo di essere riconosciuto come persona con la sua storia,la sua vita, le sue emozioni.

Non volevo rapportarmi con i medici psichiatri che mi avrebbero parlato solo dei sintomi,delle cure, non avrei mai voluto e potuto cimentarmi in quelle strane conversazioni fatte di codici: disturbi della personalità, attacchi di panico,ansie incontrollabili,ect.ect.

Volevo sapere e conoscere i loro nomi, non volevo ulteriormente violare la loro intimità con prepotenza,arroganza e tanta presunzione, poter fare il “matto” un po’ con loro.

Risulterà folle quanto cerco di esprimerti ma mai una figura comune ed anonima e senza titoli medico-nobiliare ha avuto il coraggio occuparsi autonomamente di loro senza passare dai salottini medico istituzionali a chiedere il permesso.

Risulta impossibile immaginare quanto e cosa possa aver scatenato nelle più oscure zone del loro cervello questa mia intrusione.

Non posso pensare che il ruolo di una persona sia solo quello del malato, credo sia opportuno confrontarsi con le stesse in termini di persona,forse, affetta da “malattia” psichiatrica.

Poi quale malattia  risulta peggiore di una condanna scientifica, se la società tende a voler perdonare tutti anche chi si è macchiato di orrendi crimini per quale motivo al malato psichiatrico viene applicato il “41bis”dei mafiosi in una condizione di assoluta di innocenza ?

Essere affetto da malattia psichiatrica significa ergastolo a vita e senza benefici COLPEVOLE!!!

Quando si afferma che il malato psichiatrico è imprevedibile,pericoloso,ect,ect. mi chiedo perchè

chi in modo e stile altrettanto imprevedibile uccide,stupra, scoglie i bambini nell’acido non è ritenuto pericoloso e nel tempo,se pentito o meno uscirà dal carcere, stipendiato,protetto e perché no in villeggiatura con tutta la family.

Quando sei indicato come persona affetta da malattia psichiatrica non uscirai mai più dalle strutture che ti accoglieranno primo perché i parenti stranamente spariranno e i farmaci e i vari percorsi trattamentali e scientificamente istituzionalizzati renderanno nel tempo la persona “invisibile”,nasconta nei corridoi,nelle stanze,sulle scale di edifici dall’aspetto moderno,civile,legale di “ cura”.

Per i miei amici Veri e propri luoghi di interminabili detenzioni. 

“Pensare che il progetto della P2 è stato attuato è evidente ma non ho mai pensato o potuto credere che il Venerabile avesse previsto una così diffusa e capillare presenza di psichiatri in ogni programma televisivo o gittata giornalistica”. 

Dovetti cimentarmi in varie imprese come: l’ippo terapia , il dog sittering, l’arte terapia.l’orto terapia,la cine terapia,dovevo assolutamente allentare le maglie contenitive della loro triste “detenzione” .

Ho dovuto spingermi oltre con la mente ma solo ad una domanda ho dovuto fermarmi a pensare:

Perché non esiste una figura religiosa o spirituale che si occupa di loro?

Non ho mai visto un prete,un religioso, perché nò anche un mistico venire a trovare i miei amici in struttura e mai sono venuto a conoscenza che o se avvenga da altre parti, strano no?

Credo che la chiesa ha sempre identificato nella  malattia  psichiatrica il diavolo… 

Tutte belle iniziative ma a chi sarebbero interessate se a metterle in atto è un laico e non il principe della chiesa medico psichiatrica ed istituzionale presente in ogni provincia piccola o grande che sia? 

Quale rapporti avrei dovuto affrontare con la ASL, il Dipartimento di Salute Mentale,l’Unità Operativa Territoriale,la Regione,la Provincia ,i Comuni, le altre realtà del Terzo Settore, le Cooperative Sociali, i singoli Amministratori……

Mi trovavo finalmente in un vero e proprio manicomio fatto di tanti piccole storie,di grandi problemi,di incomunicabilità, di incolmabili vuoti, di cattiveria, ect.ect..

Tutte situazioni che in un primo momento determinarono in me una singolare ed unica chiarezza:

 dovevo far scoprire una nuova specie umana a chi nella propria vita ha sempre dedicato il tempo a se stesso, alla rincorsa di veloci forse anche facili traguardi professionali e hai propri interessi personali con estrema naturalezza ma dall’altrettanto ed agghiacciante freddezza.

Esprimere e rappresentare quanto stiano male i nostri amici senza dover ricorrere a strumentali meccanismi di certificazione clinico-diagnostica è paradossalmente quasi impossibile, perché la parola nel tribunale della psichiatria spetta solo ai principi e ai loro  ai colonnelli, e non vi è possibilità di difendersi la malattia è ancora prima del processo una terribile condanna. Voler  laicamente e primitivamente difendere l’imputato che non  ha più diritto alcuno è come far credere che esiste almeno una speranza.

Il tesoro di ogni singola persona è la speranza, quando la stessa viene decisa e modulata da terzi si ci deve confrontare con un vero e proprio martirio.

Lo strumento più conveniente in questi casi risulta la somministrazione di farmaci mai sperimentati sui grandi Principi della Chiesa Psichiatrica ma a consapevoli vittime prigioniere di un allienante ed inspiegabile volontà altrui. 

Sarebbe bello sapere se i camici bianchi hanno mai vissuto la condizione contenitiva e giornaliera del malato sulla propria pelle, se hanno mai analizzato su se stessi i danni che le proprie somministrazioni farmacologiche  recano,i disturbi che provocano,le sensazioni che trasmettono.ect.ect.  

Caso ed aspetto inquietante è la prescrizione e somministrazione di psicofarmaci da parte dei medici di famiglia.ovvero,quando un paziente si rivolge allo stesso lamentando malessere dell’umore,del sonno,presenza d’ansia immediatamente viene prescritto lo xanax,tavor,ect.ect.

Psicofarmaci veri e propri senza aver fatto analisi,senza essere psichiatra….. ma qui viene il bello:

Avrebbe dovuto segnalare il caso al Dipartimento di Salute Mentale, il paziente avrebbe dovuto iniziare un percorso tortuoso negli uffici di Polizia Psichiatrica dell’ASL, avrebbe dovuto per ricevere il bonus farsi ricoverare in Ospedale nel reparto di Servizio Psichiatrico diagnosi cura ( EX psichiatria ? ), incominciare a causa dei medicinali e alla pericolosissima imprevedibilità che la malattia comporta  il distacco dalla famiglia.

Tale allontanamento consente visto l’impossibilità dei Comuni e degli enti stessi di trovare un alloggio rimane l’unica alternativa iniziare in modo ufficiale l’ingresso nel mondo ufficiale dei malati psichiatrici attraverso i strumenti contenutivi e permanenti, il ricovero illimitato nelle strutture presenti sul territorio.

E’ bene ricordare che in Ospedale- SPDC ( reparto ex psichiatria) il tempo massimo di ricovero è di 15 giorni

La famiglia in primis verrà per ignoranza e per paura coinvolta dai psichiatri stessi in un vortice di sensazioni che determineranno in loro un inconsapevole servilismo verso questi guru.

Nel corso degli anni quei pochi parenti che non hanno abbandonato i propri figli si ritroveranno in tristi associazioni per famigliari dei malati psichiatrici ed invitati dalle locali ASL ai convegni sulla psichiatria per esternare le proprie preoccupazioni e divenire strumentalmente il volto buono di questo cattiva dimensione.

Incontrai più di un genitore, e tutti mi parvero ipnotizzati o inconsapevolmente affetti da gravi paure tali da farmi pensare che i miei amici stavano meglio.

Il bello in questa storia è che i veri matti e il vero manicomio è tutto il sistema che li circonda non esistono veri percorsi riabilitativi,le degenze dovrebbero durare qualche mese ,invece in attesa di “giudizio”psichiatrico si consumano in interminabili anni.

Quali peggiori sensazioni proveresti nel leggere e affrontare questi minimi particolari di una gigantesca cloaca.

Ciao e solo l’inizio

 Franco Costantino