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CALCIOPOLI, MONDIALI E CALCIO GIOVANILE 

In un epoca in cui l’eccesso di interessi economici e di attenzioni medianiche ha inceppato il giocattolo calcio è forse il momento di tornare alla base, cioè ai settori giovanili. Ripartire da quanto c’è ancora (almeno speriamo) di sano per restituire credibilità al mondo del calcio. Perché, come tutti ben sapete, mai il calcio è stato in crisi come oggi. Dopo il fallimento di società professionistiche con relativa retrocessione alle serie inferiori, dopo il famigerato match tra Venezia e Genoa costato ai liguri il trasferimento d’ufficio in serie c in mezzo alle polemiche per questioni di “bigliettini” la crisi ha raggiunto l’apice con calciopoli o Moggigate che dir si voglia, lo scandalo nato, forse in maniera casuale, da una serie di intercettazioni telefoniche durante le quali certi personaggi del calcio professionistico avevano la pretesa di condizionare a tavolino l’esito dei campionati. Credo sia inutile approfondire un argomento su cui sono già stati spesi fiumi di parole e d’inchiostro. Come si dice, “vox populi vox dei” oppure, per continuare con gli adagi popolari, banali quanto si vuole ma spesso veri, “non c’è fumo senza arrosto”. I presunti aiuti arbitrali alla Juventus erano sulla bocca di tutti da anni e nessuno che mastichi calcio si è davvero sorpreso di quanto è accaduto, anche se forse il tutto si è dimostrato perfino più grave, più incancrenito di quanto ci si aspettasse.

E intanto sono iniziati i campionati mondiali di calcio. Permettete allora a chi scrive di esprimere un ultimo proverbietto, un ultimo luogo comune e cioè: “tutto il mondo è paese”. Il signori della F.I.F.A. e Blatter in testa dimostrano una notevole faccia tosta quando insultano il calcio italiano. Tutti coloro che hanno seguito alla tv le precedenti edizioni avranno di sicuro avuto l’impressione di partite pilotate, no? Senza nemmeno il bisogno andare tanto lontano nel tempo sarà sufficiente pensare agli scorsi mondiali. Chi non ha avuto l’impressione che il Brasile sia stato aiutato (basti pensare all’incontro con il Belgio a cui fu annullato un gol regolarissimo) e che la Germania si sia vista spianare la strada anche attraverso l’eliminazione di tutti gli avversari più pericolosi? Senza dimenticare naturalmente la Corea del sud, di cui sia gli italiani sia, soprattutto, gli spagnoli sanno qualcosa. Bisognava accontentare il paese organizzatore il cui presidente federale aveva incarichi di alto livello all’interno della F.I.F.A. e lo si è fatto. Purtroppo, però, in questo caso non ci sono intercettazioni telefoniche a dimostrare le ingiustizie per cui si rimane sul puro piano delle illazioni. Senza poter dimostrare nulla. Il nuovo campionato mondiale è iniziato, dunque: speriamo che stavolta giunga alle semifinali chi se lo meriterà, non chi ha maggior potere.

Intanto nel suo piccolo anche il calcio dilettantistico savonese vive le sue difficoltà, testimoniate dal fallimento e dalla successiva retrocessione sul campo del Savona calcio, società con trascorsi in serie b e fulcro del calcio locale insieme al Vado, storico vincitore della prima coppa Italia nel 1922. D’altra parte i soldi nel calcio savonese circolano poco e non a caso nel 2006, mentre nel resto della Liguria e di tutta l’Italia settentrionale si passa ai terreni in erba sintetica, qui si è ancora costretti a giocare sulla terra battuta. Per capire cosa ciò significhi, venite ad assistere il prossimo inverno a un qualsiasi match delle formazioni di calcio giovanile regionale del Savona sul campo di Legino Ruffinengo, autentica camera del vento, dove i turbini condizionano quasi tutte le partite ed enormi polveroni danneggiano i polmoni dei ragazzi in campo. Oppure chiedete ai dirigenti del Vado, che quest’anno hanno dovuto rinunciare al loro tradizionale torneo di fine stagione anche perché poche società genovesi si erano dette disponibili a giocare ancora sulla terra battuta del Dagnino di Vado.

Eppure, nonostante i numerosi problemi logistici ed economici il calcio giovanile savonese funziona, come tante formazioni giovanili locali stanno a dimostrare. Tra i tanti possibili esempi mi limiterò a citarne quattro, a mio parere i più significativi. Prima di tutto, a riprova della vitalità delle locali scuole calcio,  riporto un passo di un intervista appena concessa da Giuseppe Catania, allenatore dei giovanissimi regionali della Sestrese, a Minigoal, la testata specializzata nel calcio giovanile ligure:

Il duello con il Vado è stato emozionante, quella squadra è la formazione più forte e organizzata che abbiamo potuto incontrare quest’anno. Arrivare davanti in un testa a testa di livello così alto, aggiunge veramente un valore maggiore alla nostra impresa.

I giovanissimi regionali del Vado avevano tutte le carte in regola per provare a conquistare il titolo nelle finali e nonostante il successo sia venuto a mancare possono essere più che soddisfatti della brillante stagione disputata.

Successo che arride invece al Savona. Domenica 14 maggio, con simbolica coincidenza proprio nel medesimo pomeriggio in cui la prima squadra retrocedeva in Eccellenza, i giovanissimi del Savona classe 1991 vincevano allo spareggio il titolo regionale proprio a spese della Sestrese del Mister Giuseppe Catania. Merito di un ottimo allenatore, Cosimo Porta, uno dei pochi (ahimè) che dalle nostre parti sappia davvero insegnare ai ragazzi a giocare a calcio e merito naturalmente dei ragazzi stessi, una brillante rosa di ragazzi dai piedi buoni, con dalla loro non solo tecnica ma anche spirito di squadra e caparbietà.

Li ricordiamo qui, tutti e 18:

I portieri Andrea Zanut e Andrea Capra, i difensori laterali Gianluca Marcocci, Federico Vermiglio, Marco Chiavacci, i centrali Matteo Gillardo, capitano del Savona, Alessio De Bode e Alessandro Nuara, i centrocampisti Sergio Porta, Jacopo Ghigliazza, Davide Vallerga, Alberto Bizzi e Luca Valsania, gli attaccanti Dario Marino, Mattia Poggi, Alessio De Luca, Davide Atzeni e Gianmaria Genta.

In qualità di campioni regionali giovanissimi, i ragazzi classe ’91 del Savona hanno dunque affrontato il primo turno delle finali nazionali, in un triangolare con il Mercede di Alghero e il Lombardia uno di Milano. Terminato in pareggio l’incontro Mercede – Savona (nonostante ai savonesi mancassero ben cinque giocatori squalificati) e terminato con un 0 a 1 Lombardia uno - Mercede (e per quanto il Lombardia uno ha mostrato a Savona non si comprende francamente come abbia potuto essere sconfitto in casa dalla compagine Sarda) oggi, domenica 11 giugno 2006, allo stadio Valerio Bacigalupo di Savona c’è stato l’incontro decisivo tra il Savona e il Lombardia uno. Un incontro combattuto, con diverse occasioni per parte. I milanesi Spatola e Ceccarelli sono andati in almeno tre occasioni vicinissimi al vantaggio (e su quest’ultimo l’arbitro ci mette del suo ignorando un fallo da espulsione del portiere Zanut) ma è il Savona a trovare la rete al 15’ del secondo tempo: Vallerga batte splendidamente un calcio di punizione (concesso peraltro per un fallo dubbio) costringendo il portiere ospite Isella in calcio d’angolo. Lo stesso Vallerga batte (due volte) dalla bandierina e sul secondo tentativo pesca in mischia De Bode che offre a Genta, lesto a deviare in rete. Nel finale Ghigliazza trova il gol che sarebbe valso ai Savonesi la qualificazione alle semifinali nazionali ma l’arbitro Scremin (benché di vaglia e già nel nazionale dilettanti) condiziona una volta di più l’esito del match annullando per un improbabile fuorigioco. Un peccato, come ha fatto notare qualche spettatore lombardo:

Meriterebbe di passare il turno il Savona; con noi i sardi hanno fatto un tiro e un gol e hanno vinto, i savonesi di palle gol ne hanno costruite parecchie.

Ora invece sarà l’ingiusto sistema del sorteggio, tramite lancio della monetina, a decidere la qualificazione tra il Mercede e il Savona, ma comunque vada a finire questi splendidi ragazzi del Savona classe 1991 si sono dimostrati grande squadra e moralmente hanno già trionfato.   

Nel Savona oltre alla grande stagione dei ’91 va però rimarcata anche la positiva stagione dei classe ’92. Il Savona ’92 ha vinto il proprio campionato qualificandosi per le finali. Ha poi perso, sabato 10 giugno, il match decisivo contro il Castelletto di Genova laureatosi così miglior formazione di leva della stagione, ma il Savona è stato protagonista fino in fondo.

Una particolare nota di merito, infine, la vorrei rivolgere agli allievi regionali classe ’90 dello Speranza, una semplice e piccola realtà di quartiere (con ragazzi provenienti principalmente da Santuario, Villapiana o Lavagnola), che pur giocando sottoleva hanno saputo disputare un ottimo campionato regionale grazie alla solidità e unità del gruppo più che a un qualche solista di spicco. Il sesto posto finale, che gli è valso la salvezza in una stagione con tante retrocessioni per via della riduzione del numero di gironi regionali, equivale a mio parere a un primato in campionato.

Il calcio giovanile, chi scrive non si stancherà mai di sottolinearlo, ha principalmente scopi educativi. Deve insegnare a confrontarsi con gli altri per permettere ai bambini prima e agli adolescenti poi a imparare la vita di gruppo, che è fase indispensabile per lo sviluppo dell’individuo. Deve inoltre insegnare almeno la disciplina, ad accettare le regole e ad accettare serenamente una sconfitta.

Calcio giovanile significa però, ovviamente, anche cercare di preparare i ragazzi a un futuro calcistico in prima squadra, perché se nessuno dei ragazzi di una rosa prosegue nel calcio, trovando posto nella prima squadra della società di appartenenza o in categorie superiori, allora gli anni d’insegnamento hanno fallito in parte il loro scopo. In questa prospettiva i risultati, benché non fondamentali nell’immediato, nei tempi lunghi divengono importanti perché indicano la positività del lavoro svolto fino a quel momento. Allenatori e dirigenti del Savona classe ’92 e soprattutto ’91, del Vado ’91 e dello Speranza ’90 hanno dunque oggettivamente dimostrato di star lavorando bene. Come disse a suo tempo per Minigoal Casalinuovo, allievo regionale dello Speranza classe ’90:

Siamo riusciti a raggiungere l’obbiettivo grazie al signor Rocco De Marco (l’allenatore N.d.R.) che è il secondo anno che ci aiuta a crescere nel mondo del calcio e della vita di tutti i giorni.

Sia lode dunque ai risultati ottenuti quest’anno dalle formazioni giovanili savonesi che lasciano ben sperare per il futuro.

Massimo Bianco