“Ricordati di fare il regalo alla tua mamma” perché ti ha curato, ti vuol bene, merita un riconoscimento, almeno una volta l’anno te ne devi ricordare”
FESTA DELLA MAMMA

Margherita Pira

14 Maggio, festa della mamma con tutto il suo corollario.

In realtà il mito della mamma, o meglio, della donna generatrice di vita è molto antico.

Possiamo risalire addirittura alle lontane civiltà matriarcali o a quelle in cui la dea madre, portatrice del dono prezioso e misterioso del generare era oggetto di culto.

In tempi più recenti, il mito della mamma è presente, anche se in forma un po’ limitativa  perché espressione del desiderio di limitare a quello il ruolo della donna, escludendola cioè da altri impegni decisionali considerati tipicamente maschili.

La mia ultracentenaria zia, parlo quindi dei primi anni del XX secolo, ricorda una poesia che le avevano insegnato a scuola.
”Non sempre il tempo la beltà cancella / mia madre ha sessant’anni e più la guardo e più mi sembra bella.”

 A parte che le sessantenni odierne non sembrano ma sono belle, la donna è lì e fa la mamma. Stop.

Poi è venuto il mito consumistico: “Ricordati di fare il regalo alla tua mamma” perché ti ha curato, ti vuol bene, merita un riconoscimento, almeno una volta l’anno te ne devi ricordare”

E per il resto dell’anno? E’ il suo compito. Stop.

Cominciano così le lunghe serie di offerte, promosse anche su internet, già suddivise in modo tematico.

Puoi scegliere tra regali personali, soprattutto riguardanti le cure estetiche e l’abbigliamento, regali indirizzati all’arredo della casa, regali, e qui la tentazione si fa più sottile, che concernono la sfera intellettuale come libri, abbonamenti a riviste, ma anche proposte di viaggi.

A questo punto interviene la moralizzazione.

 I movimenti femministi, giustamente, scendono in campo per rivendicare il ruolo autonomo della donna indipendente dalla funzione di madre per cui, forse, è più valida la festa delle donna se spogliata dal ciarpame consumistico.

La donna che vince i concorsi di base anche in campi tradizionalmente maschili non è quasi mai presente in posizioni dirigenziali. Perché?

Funziona evidentemente ancora il concetto di donna sublimata e subordinata che è in fondo anche quello della Chiesa Cattolica, ma che può contare su schieramenti trasversali anche in movimenti dichiaratamente laici, come si è evidenziato nella discussione in Parlamento sulle quote rosa. Del resto le quote rosa sono un falso problema:” Quote per categorie protette: non vedenti, diversamente abili….. Donne”

Ha un senso? In realtà è un assurdo, ma, dicono le donne impegnate in politica, momentaneamente, non se ne può fare a meno. Pare che senza questa clausola le donne non riusciranno ad affermarsi a livello dirigenziale. Vedremo gli sviluppi.

Si sta facendo ora strada – e non solo sul problema femminile – una nuova posizione: il recupero.

Non è, a mio parere, erroneo.

Dopo che si è distrutto, a ragione, il falso mito della mamma, della donna, dopo che sono stati smascherati i risvolti maschilisti e consumistici, ci si impegna per  recuperare il valore autentico della femminilità e della maternità.

“Tu sei bella perché è bello il tuo esistere come portatrice di valori. Tu hai una peculiarità che ha sede in te stessa come essere, indipendentemente dal ruolo”.

Quando la feste viene vista in funzione di valori autentici propri di quel genere e non visti come restrizione, ma come pienezza, allora la festa può aver luogo, ha un suo senso.

Tu sei donna , sei mamma, sei cittadino, sei essere umano.

 Einstein a chi gli aveva chiesto: “Razza?” ha risposto: “Umana!”.

Donna, uomo: “Essere umano”

Tutto sommato credo che accetterò il regalo il 14 maggio.

Speriamo che non sia di arredamento per la casa!       

 

   Margherita Pira