I candidati puntano sulla periferia IL SECOLOXIX
Verso il voto nel capoluogo: faccia a faccia del Secolo XIX sull'urbanistica. Pareri discordi su Bofill. Una passeggiata dalle Fornaci ad Albisola
Turchi, Delfino e Buscaglia bocciano il Puc; Berruti prudente sulla Margonara
 
Che volto avrà la Savona del futuro? Molto dipenderà dalle scelte di tipo urbanistico in parte fatte, in parte in corso di realizzazione, molte ancora da compiere. In ballo non c'è solo la conclusione di quanto previsto nei progetti genericamente racchiusi nel termine "Bofill", ma anche il futuro "Puc" (di cui la giunta uscente ha approvato il progetto preliminare), i destini della Margonara e di tutto il fronte mare di Ponente. Su questi temi si sono confrontati, ieri al Secolo XIX, i quattro candidati sindaci. I candidati si sono sfidati sul piano Bofill, sul Puc (da gettar e nel cestino per Turchi, Buscaglia e Delfino, da salvare per Berruti), sulla Margonara («quando avremo i progetti in mano valuteremo», ha detto Berruti prudente, sì di Delfino, no di Turchi e Buscaglia). Sul fronte mare di Ponente tutti respingono a parole ogni progetto di speculazione edilizia, ma fatica ad emergere un progetto di ampio respiro sul futuro di un'area vitale per la città.
Patrizia Turchi (A sinistra per Savona). «Per quanto riguarda Bofill e tutti i progetti connessi, siamo in una fase avanzata, ma non conclusa. Per noi si tratta di speculazioni edilizie, non so se esista ancora un fascicolo aperto dalla magistratura, ma in ogni caso non dò niente per scontato. Dal punto di vista politico, credo possa tornare in consiglio comunale ed essere rimesso in discussione tutto ciò che il consiglio stesso ritenga di dover rivedere: Bofill compreso». Battaglia dura, dunque, come sulla Margonara: «La Margonara per noi non deve neppure partire. Il porto non dovrà essere né più corto, né più stretto, né più basso, ma non essere fatto». Il Puc: «La tutela della colline va fatto in altro modo rispetto ai cosiddetti "borghi liguri". Il progetto preliminare di Puc è un collage di progetti particolari, di interessi di pochi, conglobati in un Piano che non è frutto della riflessione della città». Conclude la Turchi: «Il nostro giudizio è severissimo. Si proseptta inoltre una continuità politico-oligarchica, i beneficiati saranno forse un po' di più: per noi il Puc è da getterare nel cestino e da rifare, partendo dall'analisi del patrimonio edilizio esistente e da uno stop al proliferare delle case per i ricchi che non si sa chi comprerà». La città poteva "avere di più" dall'operazione Bofill? «Il rilancio economico di Savona non può passare attraverso la speculazione edilizia, altrimenti il Comune diventa una agenzia immobiliare». Il Ponente? «Diciamo no alla cementificazione anche di questa area. Certamente vanno recuperati gioielli come Villa Zanelli, poi la prossima amministrazione valuterà un progetto più globale»
Vincenzo Delfino (Cdl). «Io ho una visione diversa dalla Turchi. Il futuro di Savona non può più essere industriale, dobbiamo sfruttura le altre cose che abbiamo: sole, vento, mare, l'università, le eventuali aree artigianali di livello». Su Bofill, per Delfino, quel che è fatto è fatto: «Pensare di buttare gioù sarebbe un danno per la città e basta. Pensiamo piuttosto al San Paolo che da 6 mila giorni è inutilizzato». La Margonara? «Siamo al mare, dobbiamo sfruttare quello che il mare ci dà. Uno yacht di 30 metri costa di gestione 2 milioni, denaro che resterebbe in casa nostra se realizzassimo certe strutture». Delfino immagina poi di realizzare nel Ponente cittadino «strutture come un palazzetto dello sport ed altre strutture di tipo turistico e sportivo che attiri la gente a Savona, perché questa non sia una città dormitorio». Delfino chiede poi di togliere all'Autorità Portuale il controllo delle spiagge savonesi: «Si deve occupare del porto e non delle spiagge, un'anomalia tutta nostra», dice. E aggiunge: «A Zinola, dovremmo progettare un centro sportivo dove c'è il campo da football. È un'area da rendere fruibile a fini turistici, magari realizzando anche un albergo».
Domenico Buscaglia (Noi per Savona). Torna a chiedere che la prossima amministrazione verifichi la legittimità degli atti che hanno dato il via libera al progetto Bofill e connessi: «La passata amministrazione si è colpevolemente affiancata ai privati che difendevano i propri legittimi interessi e non ha voluto verificare al Tar certe questioni». Sottolinea Buscaglia: «Il primo compito della prossima amministrazione sarà rifar e il Puc. Il secondo, riesaminare gli argomenti contro i progetti Bofill. Alcune, in effetti, sono in avanzato stato di realizzazione, altre però sono ancora da fare e si potrebbe intervenire. Riesaminare, è quello che chiedo, non con spirito di parte, ma con obiettività e serenità». Buscaglia sostiene poi che «ci si è fatti abbagliare da un professionista estero che di Savona non ha mai capito niente». Buscaglia chiede di capire bene la vicenda delle proprietà di alcuni terreni compresi nell'operazione Bofill («probabilmente usucapiti, ma la questione è oscura»). Per il Ponente , immagina uno o due distretti di trasformazione, dal Letimbro al Quiliano. «Con destinazione turistica».
Federico Berruti (L'Unione). Berruti ha posto l'accento sulla costruzione di una «città dei quartieri. In una città piccola, nessun territorio è marginale». Berruti non nega continuità con l'amministrazione di centrosinistra uscente, ma aggiunge: «La passata amminsitrazione si è dovuta dedicare al rilancio del centro, ora è il momento dei quartieri». Berruti, se sarà sindaco, promette una riunione di giunta, ogni mese, in una circoscrizione. E, nel quinquennio amministrativo, «l'avvio di almeno una grande opera pubblica per quartiere decisa in modo partecipato». Per il fronte mare di Ponente Berruti immagina «la riqualificazione della costa e il suo sviluppo turistico». Il perno, una lunghissima passeggiata che, da Albissola, attraverso il Prolungamento e le Fornaci, arrivi sino a Zinola. Berruti indica poi il Priamàr e le ex aree Italsider come area di sviluppo e la Squadra rialzo e piazza del Popolo «come un grande parco urbano, da innestare tra il Prolungamento e le Trincee, dotato di funzioni sociali, culturali e sportive». Infine, Berruti concorda sulla necessità di «riqualificazione del patrimonio edilizio esistente - magari attraverso la concessione di agevolazioni fiscali - che serve più di costruire case nuove». Berruti si ribella poi all'idea di rimettere in discussione i progetti Bofill: «La continuità amministrativa è uno dei principi cardine dello stato di diritto. Aprire un contenzioso rappresenterebbe un danno enorme. Dal punto di vista politico, aggiungo che non si deve dimenticare cosa era Savona dieci anni fa: una città in declino, un declino considerato irreversibile». L'autorità sulle spiagge: «La città ha la forza e la legittimità di aprire il dibattito in Comitato Portuale». La Margonara (alla quale sono contrari i partiti della sinistra radicale nella coalizione). «È nel piano regolatore portuale approvato. Diciamo che va bene, a certe condizioni. È già stato chiesto al concessionario un progetto di maggiore qualità. Il "Via" regionale e il consiglio comunale lo esamineranno. Il segnale rappresentato dalla scelta di Fuksas è buono. Poi occorre il piano industriale sulla gestione del porto e la ricaduta occupazione: quando ci sarà tutto questo, valuteremo».

Antonella Granero
10/05/2006