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Che volto avrà la Savona del futuro? Molto dipenderà dalle
scelte di tipo urbanistico in parte fatte, in parte in corso
di realizzazione, molte ancora da compiere. In ballo non c'è
solo la conclusione di quanto previsto nei progetti
genericamente racchiusi nel termine "Bofill", ma anche il
futuro "Puc" (di cui la giunta uscente ha approvato il
progetto preliminare), i destini della Margonara e di tutto
il fronte mare di Ponente. Su questi temi si sono
confrontati, ieri al Secolo XIX, i quattro candidati
sindaci. I candidati si sono sfidati sul piano Bofill, sul
Puc (da gettar e nel cestino per Turchi, Buscaglia e
Delfino, da salvare per Berruti), sulla Margonara («quando
avremo i progetti in mano valuteremo», ha detto Berruti
prudente, sì di Delfino, no di Turchi e Buscaglia). Sul
fronte mare di Ponente tutti respingono a parole ogni
progetto di speculazione edilizia, ma fatica ad emergere un
progetto di ampio respiro sul futuro di un'area vitale per
la città.
Patrizia Turchi (A sinistra per Savona). «Per quanto
riguarda Bofill e tutti i progetti connessi, siamo in una
fase avanzata, ma non conclusa. Per noi si tratta di
speculazioni edilizie, non so se esista ancora un fascicolo
aperto dalla magistratura, ma in ogni caso non dò niente per
scontato. Dal punto di vista politico, credo possa tornare
in consiglio comunale ed essere rimesso in discussione tutto
ciò che il consiglio stesso ritenga di dover rivedere:
Bofill compreso». Battaglia dura, dunque, come sulla
Margonara: «La Margonara per noi non deve neppure partire.
Il porto non dovrà essere né più corto, né più stretto, né
più basso, ma non essere fatto». Il Puc: «La tutela della
colline va fatto in altro modo rispetto ai cosiddetti
"borghi liguri". Il progetto preliminare di Puc è un collage
di progetti particolari, di interessi di pochi, conglobati
in un Piano che non è frutto della riflessione della città».
Conclude la Turchi: «Il nostro giudizio è severissimo. Si
proseptta inoltre una continuità politico-oligarchica, i
beneficiati saranno forse un po' di più: per noi il Puc è da
getterare nel cestino e da rifare, partendo dall'analisi del
patrimonio edilizio esistente e da uno stop al proliferare
delle case per i ricchi che non si sa chi comprerà». La
città poteva "avere di più" dall'operazione Bofill? «Il
rilancio economico di Savona non può passare attraverso la
speculazione edilizia, altrimenti il Comune diventa una
agenzia immobiliare». Il Ponente? «Diciamo no alla
cementificazione anche di questa area. Certamente vanno
recuperati gioielli come Villa Zanelli, poi la prossima
amministrazione valuterà un progetto più globale»
Vincenzo Delfino (Cdl). «Io ho una visione diversa
dalla Turchi. Il futuro di Savona non può più essere
industriale, dobbiamo sfruttura le altre cose che abbiamo:
sole, vento, mare, l'università, le eventuali aree
artigianali di livello». Su Bofill, per Delfino, quel che è
fatto è fatto: «Pensare di buttare gioù sarebbe un danno per
la città e basta. Pensiamo piuttosto al San Paolo che da 6
mila giorni è inutilizzato». La Margonara? «Siamo al mare,
dobbiamo sfruttare quello che il mare ci dà. Uno yacht di 30
metri costa di gestione 2 milioni, denaro che resterebbe in
casa nostra se realizzassimo certe strutture». Delfino
immagina poi di realizzare nel Ponente cittadino «strutture
come un palazzetto dello sport ed altre strutture di tipo
turistico e sportivo che attiri la gente a Savona, perché
questa non sia una città dormitorio». Delfino chiede poi di
togliere all'Autorità Portuale il controllo delle spiagge
savonesi: «Si deve occupare del porto e non delle spiagge,
un'anomalia tutta nostra», dice. E aggiunge: «A Zinola,
dovremmo progettare un centro sportivo dove c'è il campo da
football. È un'area da rendere fruibile a fini turistici,
magari realizzando anche un albergo».
Domenico Buscaglia (Noi per Savona). Torna a chiedere
che la prossima amministrazione verifichi la legittimità
degli atti che hanno dato il via libera al progetto Bofill e
connessi: «La passata amministrazione si è colpevolemente
affiancata ai privati che difendevano i propri legittimi
interessi e non ha voluto verificare al Tar certe
questioni». Sottolinea Buscaglia: «Il primo compito della
prossima amministrazione sarà rifar e il Puc. Il secondo,
riesaminare gli argomenti contro i progetti Bofill. Alcune,
in effetti, sono in avanzato stato di realizzazione, altre
però sono ancora da fare e si potrebbe intervenire.
Riesaminare, è quello che chiedo, non con spirito di parte,
ma con obiettività e serenità». Buscaglia sostiene poi che
«ci si è fatti abbagliare da un professionista estero che di
Savona non ha mai capito niente». Buscaglia chiede di capire
bene la vicenda delle proprietà di alcuni terreni compresi
nell'operazione Bofill («probabilmente usucapiti, ma la
questione è oscura»). Per il Ponente , immagina uno o due
distretti di trasformazione, dal Letimbro al Quiliano. «Con
destinazione turistica».
Federico Berruti (L'Unione). Berruti ha posto
l'accento sulla costruzione di una «città dei quartieri. In
una città piccola, nessun territorio è marginale». Berruti
non nega continuità con l'amministrazione di centrosinistra
uscente, ma aggiunge: «La passata amminsitrazione si è
dovuta dedicare al rilancio del centro, ora è il momento dei
quartieri». Berruti, se sarà sindaco, promette una riunione
di giunta, ogni mese, in una circoscrizione. E, nel
quinquennio amministrativo, «l'avvio di almeno una grande
opera pubblica per quartiere decisa in modo partecipato».
Per il fronte mare di Ponente Berruti immagina «la
riqualificazione della costa e il suo sviluppo turistico».
Il perno, una lunghissima passeggiata che, da Albissola,
attraverso il Prolungamento e le Fornaci, arrivi sino a
Zinola. Berruti indica poi il Priamàr e le ex aree Italsider
come area di sviluppo e la Squadra rialzo e piazza del
Popolo «come un grande parco urbano, da innestare tra il
Prolungamento e le Trincee, dotato di funzioni sociali,
culturali e sportive». Infine, Berruti concorda sulla
necessità di «riqualificazione del patrimonio edilizio
esistente - magari attraverso la concessione di agevolazioni
fiscali - che serve più di costruire case nuove». Berruti si
ribella poi all'idea di rimettere in discussione i progetti
Bofill: «La continuità amministrativa è uno dei principi
cardine dello stato di diritto. Aprire un contenzioso
rappresenterebbe un danno enorme. Dal punto di vista
politico, aggiungo che non si deve dimenticare cosa era
Savona dieci anni fa: una città in declino, un declino
considerato irreversibile». L'autorità sulle spiagge: «La
città ha la forza e la legittimità di aprire il dibattito in
Comitato Portuale». La Margonara (alla quale sono contrari i
partiti della sinistra radicale nella coalizione). «È nel
piano regolatore portuale approvato. Diciamo che va bene, a
certe condizioni. È già stato chiesto al concessionario un
progetto di maggiore qualità. Il "Via" regionale e il
consiglio comunale lo esamineranno. Il segnale rappresentato
dalla scelta di Fuksas è buono. Poi occorre il piano
industriale sulla gestione del porto e la ricaduta
occupazione: quando ci sarà tutto questo, valuteremo».
Antonella Granero
10/05/2006
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