14 Maggio 2006 LA STAMPA

intervista

IL CANDIDATO A SINDACO DEL CENTRODESTRA E’ ALLA GUIDA DI UNA COALIZIONE FORMATA DA FORZA ITALIA, LISTA DELFINO, AN, UDC E FIAMMA TRICOLORE

Delfino


«I savonesi vorrebbero soltanto una città meno sporca e caotica»

[FIRMA]Ermanno Branca
Il centrodestra ha puntato su Vincenzo Delfino, un imprenditore di 72 anni che gestisce da sempre l’oreficeria di famiglia e che finora era rimasto ai margini della vita politica cittadina, senza mai impegnarsi in prima persona. Dopo essere stato alla finestra per tanto tempo, Delfino è sceso in campo proprio ora che, almeno a giudicare dall’esito delle Politiche, sembra partire sfavorito nella lotta per il Comune.
Come vede la partita per Palazzo Sisto in condiderazione del recente risultato delle Politiche?
«Sono stato un discreto giocatore di tennis. Ho vinto il campionato di terza categoria. Sono abituato a lottare fino in fondo e a non considerare perso un match fino all’ultima pallina. Sono un combattente e un individualista e mi piace giocare tutte le chance a disposizione. Ho vinto tante partite in questo modo».
E’ alla prima esperienza politica?
«Sì, non ho mai fatto politica attiva anche se mi considero un liberale. Sono sempre stato un fermo oppositore delle idee comuniste che non condivido proprio come concezione. Penso che non riuscirei nemmeno a svolgere un lavoro alle dipendenze di qualcuno. Comunque non crediate. Mi sono accorto che anche Berruti la pensa come me solo che è costretto da tutti quei partiti a dire in 40 pagine quello che potrebbe dire in tre».
Che opinione si è fatto di questa campagna elettorale?
«Oggi mi sento un po’ stanco. Siamo impegnati in decine di incontri inutili in cui ci raccontiamo sempre le stesse cose, non riuscendo quasi mai a dire ciò che pensiamo».
Cosa non è riuscito a spiegare finora?
«Per esempio che vorrei ridurre gli assessori da 10 a 6, destinandone uno solo alle Circoscrizioni. Poi bisognerebbe fare chiarezza sulle competenze delle Circoscrizioni, evitando inutili sprechi di tempo e risorse».
Come cittadino ha un sogno che vorrebbe veder realizzato nella sua città?
«Sicuramente il recupero del vecchio San Paolo. Non è un caso che nel 1990 avessimo installato il cartello chiedendo ‘’Qualunque cosa ma subito’’. A Savona purtroppo i politici hanno la tendenza a parlare molto e a combinare ben poco».
Oggi ad esempio si parla molto di porto turistico. Lei è favorevole?
«Certo. Si parla di creare qualche centinaio di posti di lavoro. Ovunque i porti creano movimento. Non vedo perchè non si debba fare».
Chi pensa sia stato il miglior sindaco di Savona?
«Senza dubbio Gervasio. Serio, competente. Lo conoscevo dai tempi degli Scolopi. Amministrava la città con lo scrupolo con cui seguiva casa propria. Probabilmente i suoi alleati non lo hanno aiutato a sufficienza».
E i suoi alleati la stanno aiutando?
«Fanno quello che possono ma in una città come Savona non è facile. Ci sono anche persone che avrebbero dovuto candidarsi nella mia lista ma dopo l’esito delle Politiche si sono schierati altrove».
Lei ha avuto problemi per la sua scelta di campo decisamente controcorrente?
«No. Ho incontrato tanta simpatia. E anche gli avversari continuano a essere miei clienti. I problemi li ho avuti solo in casa. Mia moglie e i miei figli pensano che gli abbia sottratto loro del tempo senza motivo. Spesso mi chiedono chi mi abbia spinto a fare questa scelta».
Allora, una volta per tutte. Chi gliel’ha fatto fare?
«Non sono una creatura di Nan, come pensano molti. Me l’ha chiesto un amico, l’avvocato Chirò e non ho saputo dire di no. Sapevo che sarebbe stato difficile ma ho posto come condizione che fossero almeno tutti d’accordo. E incredibilmente hanno accettato».
Le motivazioni personali invece quali sono state?
«Savona mi piace e soffro a vederla ridotta in questo modo. Non sopporto di vedere una città così sporca, con la viabilità nel caos e la sosta impossibile. Purtroppo capita spesso che gli amministratori comunali si occupino dei massimi sistemi mentre i cittadini vorrebbero solo che venisse garantita almeno l’ordinaria amministrazione».
La sinistra però sembra piuttosto radicata a Savona. Pensa di avere chance?
«Credo che la concorrenza all’interno della sinistra possa impedire a Berruti la vittoria al primo turno. Attualmente saremo 48% per lui contro 40% per me. Con un distacco di 5 mila voti, al ballottaggio tutto può succedere».
Si è affidato ai sondaggisti o parla per sensazioni personali?
«Non spreco soldi nei sondaggi che non servono a niente. Girando per la città però mi sono accorto che c’è tanto malumore per le scelte delle passate amministrazioni».
Quale pensa che sia la sua dote migliore?
«Senza dubbio la serietà. Sono abituato a fare ciò che dico. Potrò anche non essere simpatico ma tutti sanno che sono serio».
E il suo peggior difetto?
«La timidezza. Mi sono accorto che tanta gente mi considera scostante o altezzoso mentre sono solo chiuso».
Pensa di aver commesso errori clamorosi nella sua vita?
«Sicuramente ne ho fatti. Spero che non siano stati tragici. Di alcuni mi pento ancora oggi e cerco di rimediare come posso».
Il Bacigalupo e la piscina sono chiusi. Che spiegazione si è dato?
«E’ evidente che ci sono stati errori e responsabilità a livello amministrativo e tecnico. Ad esempio mi ha detto il presidente provinciale del Coni Lelio Speranza che in due occasioni Savona avrebbe avuto i finanziamenti per lo stadio ma che il Comune non è riuscito a sfruttarli. Lo stesso discorso potrebbe comunque essere ampliato anche ad altri settori. Prendete il parcheggio del Sacro Cuore: è costato milioni, non è mai stato ultimato e di sicuro non è mai stato utilizzato come parcheggio. Pensate che si possa andare avanti con questo sistemo?».
Quale pensa che sia il problema più grave di Savona?
«Il collegamento con Albissola e l’ucita dei mezzi pesanti dal porto. Dopo tante parole siamo all’anno zero. Vedo come unica ipotesi la realizzazione di un nuovo casello dell’autostrada in fondo a corso Ricci. Secondo l’Università malgrado il centro commerciale, il traffico potrebbe reggere. Agli abitanti del comprensorio dovrebbero però essere accordate tariffe agevolate».
A proposito di centri commerciali. Vorrebbe fermare la nuova struttura della Metalmetron?
«Se fossimo in tempo sì. Il nuovo centro commerciale di circa 17 mila metri quadrati, distruggerà il poco che resta della rete commerciale di Savona».