09 Maggio 2006 LA STAMPA

ECONOMIA INQUILINI E PROPRIETARI CONCORDANO SUL MAGGIOR UTILIZZO DEI CONTRATTI A CANONI CONCORDATO
Affitti, aumenti del 113%
Il mercato immobiliare in 13 anni ha triplicato l’inflazione
 

SAVONA
Dal 1993 gli affitti a Savona sono cresciuti del 113%. E’ vero che in questi 13 anni è cambiato il mondo ma l’esplosione del mercato dei canoni è innegabile, visto che dal 1993 i contratti hanno tenuto una velocità tripla rispetto al tasso di inflazione. La provincia di Savona con questa performance si colloca metà della graduatoria nazionale, lontana dalle quotazioni di Rimini e Bolzano che fanno segnare aumenti variabili fra il 270 e il 290% ma anche dalle oasi felici di Cagliari, Agrigento e Avellino dove gli aumenti si aggirano fra il 25 e il 40%. Nella mappa delle province più tartassate spicca il dato di Cuneo con il 250%. La Liguria presenta un panorama variegato. Si parte dalla «conveniente» Genova dove il rincaro è stato «solo» del 90%, per arrivare al 113% di Savona, il 131% di Imperia e il 132% di La Spezia.
Le associazioni dei proprietari di immobili e inquilini, curiosamente, concordano sulle cause del galoppo dei prezzi e sui possibili rimedi mentre non c’è intesa sulle cifre del mercato. Osserva Carmelo Lauria, segretario provinciale del Sunia, il sindacato inquilini: «Il mercato è chiaramente fuori controllo. Dal 1998 con l’abolizione della legge sull’equo canone, si è verificato ciò che temevamo: il libero mercato ha preso il sopravvento con la crescita esponenziale dei prezzi a cui non ha fatto riscontro nemmeno una maggior disponibilità di alloggi. Le quotazioni medie superano i 600 euro, mentre solo 5 anni fa sarebbe stato considerato esagerato un affitto da 600 mila lire. Ora si viaggia su cifre doppie senza che ci sia modo di fermare la corsa. Purtroppo non esiste un antidoto. L’unica possibilità mi pare sia quella di ricorrere in modo sempre più massiccio ai contratti a canone concordato che rappresentano l’unico freno rispetto alla bolla speculativa che in città ha provocato la crescita smisurata dei prezzi degli immobili così come dei canoni di locazione. L’unica leva, potrebbe consistere nell’applicazione di nuove leve fiscali».
Franco Fenoglio, presidente dell’Uppi, l’Unione dei piccoli proprietari immobiliari commenta: «L’aumento dei prezzi indubbiamente c’è stato, anche se le quotazioni sono inferiori a quanto si potrebbe pensare. Gli immobili che si trovano in agenzia a 700 euro sono fuori mercato e rischiano di restarci perchè un inquilino non può pagare certe cifre senza correre il rischio di diventare moroso entro pochi mesi. La crescita dei canoni è l’effetto combinato di tre fattori: l’abolizione dell’equo canone, l’entrata in vigore dell’euro e l’introduzione nel 2005 della minimum tax degli affitti che per Savona ha comportato una crescita del 20% rispetto alle quotazioni correnti. L’unico freno è un maggior utilizzo dei contratti a canone concordato che già consigliamo agli associati per i rilevanti vantaggi fiscali». \