L' amministrazione è sempre il frutto di un progetto politico.
BISOGNA DARE VITA AD UNA NUOVA FASE PER LA NOSTRA CITTA'
                        di Marco Russo      
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Sostengo da tempo che un vero rinnovamento programmatico ed amministrativo per la città di Savona si può avere solo con un rinnovamento politico del centrosinistra savonese: le due cose sono strettamente collegate e la seconda è propedeutica alla prima.

E non c’è dubbio che un tale rinnovamento politico può andare in una sola direzione: costruzione dell’Ulivo – o partito democratico –, come nuovo partito, e rafforzamento dell’Unione, come vero e proprio soggetto politico e non come mero cartello elettorale: Ulivo (o partito democratico) e Unione, sono due progetti complementari l’uno all’altro che vanno collegati in modo strutturale.

A Savona si aveva la possibilità di avviare seriamente questo progetto, dando tre segnali di novità: l’apertura, un anno fa, della discussione sul futuro della città; le primarie per la designazione del candidato sindaco dell’Unione; la lista unitaria dell’Ulivo.

L’occasione è stata sprecata perchè i partiti savonesi, un po’ per miopia un po’ per calcolo, frenano questo processo che, però, l’elettorato, ogni volta che ne ha occasione, non manca di reclamare a gran voce.

Dopo le ultime elezioni politiche questa prospettiva sembra che abbia finalmente fatto breccia anche nei partiti, ma il rischio concreto è che tutto si riduca a mera operazione di facciata, mentre al contrario è indispensabile avviare un processo politico di ampio respiro.

Ebbene in questo contesto la discussione che si è aperta a Savona tra l’Unione e le liste alternative, mi pare mal posta.

Capisco le ragioni di coloro che hanno deciso di rimarcare un dissenso rispetto alle ultime amministrazioni, così come, per altro verso, capisco anche le ragioni di chi, pur esprimendo un giudizio negativo sul recente passato, ha deciso di lavorare all’interno della coalizione per cercare di condizionarne gli orientamenti. Personalmente ritengo che una (o addirittura due) liste alternative non siano in grado di incidere significativamente ed anzi rischiano paradossalmente di rafforzare l’attuale schema politico. Ma il punto che mi interessa evidenziare è un altro: a pensarci bene, il dilemma tra “stare dentro” o “stare fuori” non è nuovo e si ripropone ciclicamente nella nostra vita politica, soprattutto locale; tuttavia, a differenza che in passato, questa alternativa oggi mi sembra fuorviante, perché la vera posta in gioco è un’altra.

Per usare uno slogan potremmo dire che il problema non è “stare dentro” o “stare fuori”, bensì “stare oltre”, ossia dare vita a quei soggetti politici nuovi (Ulivo, o partito democratico, e Unione) che oggi di fatto non esistono e che invece costituiscono l’unica possibilità di modificare equilibri consolidati. Infatti, solo così è possibile, da un lato, dare sbocco politico ad una sensibilità molto diffusa nel centrosinistra savonese ma che attualmente è priva di peso perché estremamente frammentata (anche all’interno della stessa Unione), e, dall’altro lato, ridare speranza a molti elettori oggi sfiduciati e quindi auto-emarginati.

E non sembri questo un modo per rinviare tutto ad un futuro lontano, perché la partita, estremamente difficile, riguarda questa campagna elettorale e l’amministrazione comunale che uscirà da queste elezioni. Dunque riguarda l’attualità.

Anzi, si tratta di una partita che addirittura si sta già giocando, perché oggi il punto in discussione non è più “se” ma “come” fare ciò. E se, da un lato, c’è il rischio concreto, come dicevo prima, che questo progetto venga svuotato di significato riducendolo a mera operazione di facciata, dall’altro c’è il rischio che quella parte di elettorato che dovrebbe essere interessata al progetto entri in gioco troppo tardi, a partita finita.

Quindi occorre avviare, da subito, un processo partecipativo di ampio respiro nella direzione che ho cercato di illustrare prima. Si tratta in sostanza di dare vita ad una vera e propria fase costituente che deve vedere come attori tre soggetti: innanzitutto, evidentemente, i partiti dell’Unione; in secondo luogo gli amministratori che si riconoscono in questo progetto; ma in terzo luogo tutta quella parte di elettorato che oggi si riconosce nell’Unione ma non nei singoli partiti. La presenza di quest’ultimo soggetto è quella che dà sostanza al progetto e può rendere l’Ulivo e l’Unione effettivamente capaci di riattivare quella vasta partecipazione, oggi inesistente.

Queste a mio avviso sono le uniche condizioni per dare vita ad una nuova fase per la nostra città anche dal punto di vista amministrativo, perché, in fin dei conti, l’amministrazione è sempre il frutto di un progetto politico.

Marco Russo