versione stampabile       

 

UOMINI E BESTIE

1: La classificazione

Er Chirichetto d'una sacrestia

sfasciò l'ombrello su la groppa a un gatto

pe' castigallo d'una porcheria.

“Che fai?” je strillò er Prete ner vedello

“Ce vò un coraccio nero come er tuo

pe' menaje in quer modo... Poverello!”

“Che? -fece er Chirichetto- er gatto è suo?”

Er Prete disse: “No... ma è mio l'ombrello!”

(Trilussa, Carità cristiana)

 

 

Il rapporto che gli uomini intrattengono cogli animali è antico quanto la vita e complesso oltre ogni presunzione d’esaustività catalogatoria. Si elencano qui, a a partire da questa settimana e per parecchie altre a venire, quante lo si vedrà alla fine, solo alcuni suggerimenti interpretativi, sorti da letture e traduzioni. 

La classificazione  

Da Aristotele ai modelli binomiali di Linneo alla moderna sistematica, ma anche nella nomenclatura popolare in parte riflessa nei bestiari, l’esigenza prima fu sempre quella di ordinare e gerarchizzare il disordine naturale per comprendere e usare. Rimase però per secoli uno spazio oscuro, destinato da Dio nel suo disegno imperscrutabile ai monstra, che per la loro oltranza e alterità furono oggetto d’un affascinato terrore. Avevano un lontano fondo reale: venivano dai racconti di viaggiatori in terre lontane, i quali in parte avevano raccolto credenze locali in parte le avevano integrate coi loro fantasmi, oppure dai convegni di mercanti lungo la Via della seta, passati di bocca in bocca, poi di testo in testo, e ulteriormente dilatati per generazioni sino a costituire ciò che Le Goff nel suo Tempo della Chiesa e tempo del mercante felicemente definí un insieme d’“orizzonti onirici” sospesi fra il paese di cuccagna e la patria dell’Anticristo. Poi, coll’ampliarsi delle conoscenze, venne la disillusione: 

Delli òmini da meravigliare, cioè chontrofatti da gli altri, e delli animali, e del paradizo terestro, mouto adimandai e cierchai; alcuna chosa trovar none potti,

scrive Giovanni da Montecorvino († 1318), che fu il primo arcivescovo di Cina (cit. in C. Bologna, Liber monstruorum de diversis generibus, 1977, p. 31). Ma forse, a considerare gli omini verdi o i parassiti spaziali che s’impadroniscono dei nostri corpi o la moderna “criptozoologia”, l’ampliarsi delle conoscenze geografiche ha solo spostato il territorio dell’altrove, giacché, come è stato detto 

Gorgons, and Hydras, and Chimeras -dire stories of Celaeno and the Harpies may reproduce themselves in the brain of superstition- but they were there before. They are transcripts, types -the archetypes are in us, and eternal” (Charles Lamb, Essays of Elias, 1905, p. 68).  

MISERRIMUS