Nuovo sequestro per i box di Celle quattro indagati per abuso edilizio
I sigilli apposti su ordine della procura. Il costruttore: l'opera è in via di completamento, sono perplesso
IL SECOLOXIX
 
Celle Ligure Sono nuovamente scattati i sigilli al cantiere edile, nei pressi della stazione ferroviaria, in cui la "LCI LigurCelle Immobiliare" sta realizzando una delle operazioni urbanistiche più importanti del centro di Celle, per un valore stimato di venti milioni di euro. Ieri pomeriggio i carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Genova e gli agenti della polizia municipale di Celle hanno eseguito l'ordine di sequestro preventivo richiesto dal sostituto procuratore della Repubblica Giovanni Battista Ferro e firmato dal gip Giovanni Zerilli. Poco prima delle 17 si sono presentati davanti ai cancelli del cantiere invitando i responsabili a far uscire le maestranze per apporre i sigilli. Tutto sequestrato: la struttura che ospiterà i box, la palazzina ad uso residenziale e per uffici, il rio che scorre al di sotto.
Un blitz che arriva a poche settimane dalla consegna dell'immobile. La struttura è infatti quasi completata, l'immobiliare stimava infatti di rendere fruibili ai proprietari i primi box entro la fine di maggio. L'accusa formulata dalla Procura è di abuso edilizio, ai sensi dell'articolo 321 del Codice di procedura penale l'intero cantiere è stato sequestrato. I magistrati che indagano sui presunti illeciti avevano affidato uno studio agli architetti Massimo Gai e Simone Zanardini per studiare l'intero iter dell'operazione, dalla richiesta delle concessioni e delle autorizzazioni, fino ad oggi, analizzando eventuali vizi commessi durante il percorso. I periti hanno raccolto una mole impressionante di dati, riassunti in trenta cartelle. Nel corso dell'inchiesta erano inoltre già stati iscritti nel registro degli indagati Pietro Pesce, il titolare della LCI, i tecnici Giuseppe Olcese e Alberto Patrone. A questi si è aggiunto poi un avviso di garanzia anche per il geometra Giuseppe Paolino, tecnico comunale che all'epoca dell'avvio dell'operazione immobiliare era responsabile dell'ufficio urbanistica.
«Ho già parlato con l'avvocato Fausto Mazzitelli - spiega Pietro Pesce - leggendogli il dispositivo di sequestro. Secondo lui alcuni punti che ci vengono contestati sono in realtà già stati sanati. Per gli altri bisognerà verificare i dati nello specifico. Lascia però perplessi che questo nuovo sequestro arrivi proprio con l'opera in via di completamento. Ora che cosa penseranno i fior di imprenditori e le persone che hanno acquistato il box in vista dell'estate. E come reagiranno i commercianti e gli abitanti che aspettavano di veder finito il complesso per ottenere i parcheggi pubblici?».
Il mega progetto, che qualcuno a Celle aveva ribattezzato "ecomostro", prevede la realizzazione di un complesso con 240 box interrati e su due piani, 150 posti auto pubblici (che saranno a disposizione del Comune), una palazzina per abitazioni e uffici. Un complesso sorto al posto del terrapieno alla base della stazione tra largo Giolitti e piazza Volta, nel pieno centro di Celle. Un'operazione del valore stimato di circa venti milioni di euro che però ha avuto una storia alquanto travagliata con altri due sequestri, sempre con l'accusa di abuso edilizio.
«So che un mese e mezzo fa l'ufficio tecnico aveva fatto un sopralluogo - commenta il sindaco Remo Zunino - e aveva rilevato delle difformità che l'impresa avrebbe dovuto sanare. Per quanto riguarda il sequestro, la giustizia farà le proprie verifiche e valuterà se gli eventuali abusi sono tuttora esistenti o se sono stati sanati».
Giovanni Vaccaro
15/04/2006
L'INCHIESTA Subito dopo Pasqua nuovi interrogatori    
Il sequestro preventivo del cantiere della "Lci LigurCelle immobiliare" effettuato ieri pomeriggio da parte degli uomini del Nucleo operativo ecologico dei carabinieri e dalla polizia municipale sembra essere soltanto il primo passo di una inchiesta che è ripartita con gran vigore. Nei prossimi giorni, subito dopo la Pasqua, gli uomini della squadra di polizia giudiziaria della procura della Repubblica di Savona torneranno infatti ad interrogare tutte le persone coinvolte nell'intricata vicenda. E questa volta punteranno la loro attenzione anche sugli amministratori comunali che in qualche maniera potrebbero esser coinvolti nell'inchiesta. «Per il momento - si limita a sottolineare il sostituto procuratore Giovanni Battista Ferro, titolare del fascicolo - posso solo confermare che l'inchiesta è in pieno svolgimento. Proprio oggi le forze dell'ordine hanno proceduto al sequestro preventivo del cantiere che avevo chiesto e che il giudice per le indagini preliminari Giovanni Zerilli ha deciso di ordinare. E' evidente che nelle prossime settimane saranno svolte ulteriori indagini, perchè i lati della vicenda da chiarire sono ancora molteplici».
In particolare l'autorità giudiziaria sarebbe intenzionata ad accertare se nella vicenda sia possibile riscontrare l'implicazione di qualche pubblico amministratore oltre che di funzionari e professionisti. Gli accertamenti effettuati dagli architetti Massimo Gai e Simone Zanardini, consulenti nominati dal pubblico ministero, avrebbero infatti permesso di stabilire la presenza di una serie di falsi documentali, alcuni dei quali definiti dal pm "macroscopici".

Gianluigi Cancelli
15/04/2006