A FERRANIA LA TAV
versione stampabile Sentite quel rumore di sbuffi, fremiti, cigolii, che pian
piano si fanno sempre più presenti, arriva la "Macchinetta"(piccola
motrice a vapore), ha già passato il Dopolavoro, viene alla Stazione a
prendere quel vagone cisterna. Come e' buffo ricordare quel parallelepipedo
rettangolare nero che si avvicinava sempre più ingrandendosi alla fantastica
velocità di 20 km all'ora, era una gloriosa piccola motrice a vapore con
carenatura, non sembrava una locomotiva, ma era la passione curiosa di noi
bambini che in quell' oggetto coinvolgevamo la nostra fantasia. Sono passati 30 anni, forse più, ed eccoci in pieno
2006; a qualcuno interessa nuovamente di far passare il treno E di tanto il Comune e' avvertito, non possono
deliberarne l'approvazione a scapito degli abitanti e di tutte le persone
che transitano per questa via . Oppure: spostino i palazzi o la ferrovia.
Non rimane altra scelta, solo che i palazzi sono privati, come la ferrovia.
o diteci, se ne avete il coraggio: si deve fare per pubblica utilità, di
chi? Accidenti anche a noi una TAV !!
Gli abitanti del Borgo Stazione di Ferrania.
Eppure tra sbuffi di fumo nero, sibili di vapore surriscaldato che trafilava
in nuvolette bianche dagli stantuffi riusciva a fare la spola tra la
Stazione e lo Stabilimento, poche volte alla settimana con uno o due vagoni
al seguito, qualche volta ritornava, anche con 4 o 5 vuoti, che riusciva a
trascinare grazie alla piccolissima discesa a metà rettilineo.
Era una festa per noi bambini che per un tratto la sfidavamo in corsa e
qualche volta se il conduttore e il manovale non se ne accorgevano salivamo
nella cabina vuota del frenatore, che ogni vagone merce allora aveva,
facendoci un giretto fino a che qualcuno non ci faceva scendere.
Si perchè di solito erano in due, il macchinista e un manovale con funzioni
di vigilanza, ma allora il traffico lungo il viale era pressochè
inesistente, passava qualche camioncino ogni tanto e la macchina del
Direttore quattro volte al giorno, gli operai a piedi e in bicicletta, le
corriere agli orari di uscita ed entrata al lavoro.
Allo Stabilimento esistevano binari doppi, anche tripli, era in piccolo, un
autentico scalo merci, con scambi a mano per i vagoni che scaricavano le
materie prime e rimanevano a volte fermi per settimane prima di essere
ricaricati di merce. Vi era perfino una piccola rotonda per il locomotore e
i vagoni per agevolarne lo smistamento in Fabbrica.
Nel tempo i locomotori furono cambiati diverse volte per assicurare il
trasporto di vagoni, sempre più lunghi e pesanti, dapprima a vapore, poi
diesel, ne ricordiamo uno giallo, strettissimo appunto diesel, che si aveva
una discreta potenza, ma avendo poco peso a volte facevano venire il camion
della fabbrica, che lo aiutava agganciando una grossa gomena. A questo
camion d'inverno
mettevano lo spartineve, la strada era più stretta allora, divisa dal
vialetto da un profondo solco per lo scolo delle acque piovane, che più
tardi fu riempito per allargarla alle attuali dimensioni.
In quel periodo costruirono vicinissimi al percorso ferroviario i palazzi,
quello della Posta, dell'ex Distributore di benzina ed il Condominio Vialone,
dove abitiamo da più di 40 anni.
Nei primi anni quando passava la "Macchinetta" con uno o due vagoni,
sentivamo in anticipo il suo arrivo perchè i palazzi incominciavano a
vibrare, man mano che si avvicinava, per quasi sussultare con un rumore
sordo di terremoto che scuoteva tutto facendo tintinnare i bicchieri sul
lavandino, allora di marmo. Le prime volte, i miei, increduli mi dicevano,
ma questo e' il terremoto, e di rimando, no e' la "Macchinetta" che forse
rimorchia qualche vagone.
sotto le nostre case. I palazzi hanno le cantine interrate completamente, le
fondamenta più profonde, poggiano su un terreno argilloso compatto
alluvionale, che in qualche punto e' stato pure riportato. Non si tratta
più di una "Macchinetta" come una volta, con un vagone e a volte raramente
due. I viaggi si potevano quantificare in meno di 3 alla settimana e con la
pausa invernale fino alla primavera. Qua credono e con denaro pubblico,
NOSTRO, di ripristinare la Ferrovia con traffici giornalieri consistenti,
più vagoni per volta, che passerebbero a discreta velocità davanti a negozi,
a parchi giochi per bambini, sconquassando la tranquillità degli abitanti,
creando pericolo per tutti, inquinamento, sperando che i palazzi resistano
alle
sollecitazioni nelle loro fondamenta, a qualcuno, forse fanno comodo i
1.700.000 Euro stanziati, che non potranno mai essere utilizzati.
Per il grave impatto ambientale, paesistico, intralcio alla viabilità ,
usucapione di servitù, inquinamento, ecc..
Ritornate i 1.700.000 di euro alle casse dello stato italiano e dateci una
buona viabilità, che meritiamo, senza la ferrovia.