Non so se ci sono veri garanti di un’autentica democrazia consapevole. Forse ciascuno di noi lo è. Allora reggiamo questo compito. E’ faticoso, ma è l’unica garanzia contro suadenti, ma pericolose sirene.
Via del plebiscito numero102

di
Margherita Pira

Venerdì 31 marzo sfogliavo Repubblica, un giornale con cui mi trovo quasi sempre in sintonia.

Mi colpisce il titolo di un articolo: “La via del plebiscito” e ancora: “Berlusconi: farò il partito del popolo”

Nell’articolo di prima pagina, Filippo Ceccarelli puntualizza una coincidenza: Berlusconi ha la sede in via del plebiscito, numero 102. Da qui si scorgono le mura di Palazzo Venezia da dove Mussolini arringava folle oceaniche e plaudenti.

Nell’incontro del PPE, tenutosi a Roma, dove ha avuto il consenso entusiasta dei colleghi europei, il premier ha annunciato che fonderà il “Partito del Popolo”

Splendido! Un partito autenticamente democratico secondo il concetto che il nostro Presidente del Consiglio ha di democrazia. Un appello rivolto dal capo che al popolo si rivolge direttamente scavalcando ogni istituzione assembleare di tipo rappresentativo di cittadini regolarmente eletti dai cittadini nelle opportune sedi e secondo opportune e prefissate metodologie.

Allora vengono in mente alcuni momenti: plebiscito nella Francia napoleonica ed elezioni plebiscitarie del 1929 nell’Italia fascista.

Che il simpatico Cornacchine – Napoleone di “Che tempo che fa” con le sue feluca e bandana sia un documento storico?

Ciascuno dia la sua risposta

Cerco, presuntuosamente, di dare la mia.

Tutti sappiamo che l’opinione pubblica è influenzata, se non creata, all’80% dai media ( libri, giornali e soprattutto televisione)

Con trasmissioni specifiche, con quelle di attualità e anche con quelle più semplicemente di svago si determina un modo di pensare.

Riflettiamo un attimo su quanti  slogan e modi di gestirci, di atteggiarci ci diventano normali perché determinati da un programma o da uno spot azzeccato e ci renderemo conto di quanto , anche i più refrattari tra noi siano schiavizzati mentalmente dai media.

E’ una cosa triste, ma normale che alla sera coloro che hanno lavorato, si sono affaticati, hanno affrontato le difficoltà di un mondo spesso aspro, è normale dicevo che queste persone stanche non abbiano più voglia di pensare, neppure di dialogare, e si rifugino in una trasmissione, magari idiota, ma che ti rilassa.

E’ asettica e non penetrante questa trasmissione? Non mi sembra proprio.

La canzoncina o la frase che inconsapevolmente spesso ripetiamo ci dimostrano quanto certi mezzi, anche i più apparentemente ingenui, ci dominino.

Rinunciare alla televisione? Ci mancherebbe altro! Non si torna indietro; un progresso ottenuto non si butta via perché potenzialmente pericoloso.

Ritorniamo all’inizio. Il popolo a cui fa riferimento il premier è un popolo di teleutenti. Un popolo libero? Io ne dubito fortemente.

Un uomo politico che possiede alcune tra le più importanti reti televisive è sicuramente in grado di costruire una forma mentale prevalente. 

Conclusione? Il  popolo cui si fa riferimento e che per definizione è un polo sovrano è un’entità plasmabilissima..

Cosa vuol dire allora “ Popolo”? Un’ entità che spesso non vuol pensare perché è più comodo non farlo.

La democrazia è sacra, la demagogia no. Cerchiamo di essere molto attenti perché dai partiti come quello dei lavoratori tedeschi ci sono capitate molte disgrazie, molti lutti e molte rovine.

Il famoso “pane e divertimenti” degli imperatori romani non ha portato grandi benefici ed è stato deleterio per una corretta gestione dello Stato.

Non so se ci sono veri garanti di un’autentica democrazia consapevole. Forse ciascuno di noi lo è. Allora reggiamo questo compito. E’ faticoso, ma è l’unica garanzia contro suadenti, ma pericolose sirene.

Proviamo a difenderci.

Margherita Pira