Expo a rischio senza spazio La preoccupazione degli organizzatori per la mancanza a Savona di un quartiere fieristico e dell'appoggio istituzionale
Clemente (Pubblicitalia) lancia l'allarme dopo la vendita delle aree
IL SECOLOXIX
L' avvertimento di Ciccio Clemente è di quelli che lasciano il segno: «Se non c'è l'aiuto dalle amministrazioni pubbliche, l'Expo rischia di appassire. Noi abbiamo le idee e la forza di migliorarci sempre, ma a pesare sul futuro della rassegna sono il nodo della disponibilità degli spazi e la mancanza di un vero quartiere fieristico». Durante il discorso inaugurale, sabato, dal palco dell'area spettacoli dell'Expo, il patron di Pubblicitalia, l'agenzia che da quattordici anni organizza la più importante vetrina espositiva delle attività economiche, agricole, artigianali, commerciali ed industriali della provincia, ha guardato dritto negli occhi i politici presenti (dal vicesindaco reggente, Francesco Lirosi, agli assessori provinciale, Carlo Scrivano, e regionale, Carlo Ruggeri): «La fiera va avanti perché dietro c'è un gruppo di persone con una grande fantasia e voglia di lavorare, ma se le istituzioni non partecipano attivamente i rischi aumentano. E noi continuiamo ad andare avanti di anno in anno». Clemente alza uno scudo anche a favore dell'Ente Fiera: «E', come noi, un'organizzazione privata che dovrebbe vivere sulla fiera, ma che non trova certezze per il futuro».
Il problema riguarda gli spazi di piazza Del Popolo, ormai al limite della capienza e sotto l'incognita della nuova proprietà, ma anche la mancanza di un vero quartiere fieristico con strutture fisse. «E' un circolo - spiega Clemente -. Con la formula dei biglietti omaggio e dei tagliandi su Il Secolo XIX attiriamo il grande pubblico, gli espositori vengono perché c'è tanta gente. Expo Savona ha sfruttato tutto lo spazio disponibile, con il nuovo disegno di quest'anno abbiamo calcolato anche i centimetri. Inoltre i costi sono più elevati perché bisogna sempre montare e smontare i capannoni. Se invece Savona avesse una struttura fissa, con gli impianti già predisposti, le spese di allestimento sarebbero inferiori. E calerebbe anche il costo per gli espositori. Se invece pubblico diminuisce, le aziende non vengono e il mercato rallenta».
Un'equazione che si è palesata proprio quest'anno, quando è nata l'idea di lanciare Expo Motori. Gli organizzatori hanno proposto, a condizioni promozionali, un grande stand ai vari concessionari savonesi di auto e moto. Ogni volta la risposta è stata un sì deciso: «Abbiamo visto che, se ci sono condizioni vantaggiose, gli espositori aderiscono in un batter d'occhi perché vogliono esserci. Se potessimo proporre condizioni più favorevoli il numero di aziende aumenterebbe parecchio. Ma lo si può fare solo con una struttura fissa che permette costi inferiori».
Secondo una stima approssimativa il costo si abbatterebbe da circa 90 euro al metro quadrato a 60-70 euro, perché bisognerebbe installare solo le pareti divisorie e gli accessori. Quindi, a parità di costi, si potrebbe offrire più spazio agli stessi espositori oppure si potrebbe ospitarne un numero maggiore, rispetto agli attuali 250, ottenendo in ogni caso una fiera più grande.
E il Priamar? «Resta una bella idea per fare una rassegna molto curata nei particolari e nell'atmosfera - risponde Clemente -, ma i costi sarebbero più alti considerando che nelle curve delle rampe non si può far passare un palo più lungo di cinque metri. Savona deve scegliere se fare una rassegna di qualità, ma di ridotte dimensioni e a prezzi più elevati, o una fiera su ampi spazi, meno costosa, ma più generica».


27/03/2006