Gli artigiani hanno fame di nuove aree Sono ottantotto le imprese del comprensorio cittadino in cerca di spazi, ma anche di finanziamenti. I dati di Cna e Confartigianato  IL SECOLOXIX
Le aziende della provincia in cerca di 80 mila metri di terreni, 60 mila solo a Savona
 
Fame di nuovi spazi e sete di finanziamenti per sviluppare le attività. Sono i dati più importanti che provengono dal mondo artigiano savonese il quale continua nel suo trend positivo. Lo confermano le domande dei piccoli imprenditori per nuove aree giacenti alle associazioni Cna e Confartigianato, le quali hanno toccato quota 80 mila metri quadrati, di cui poco meno di 60 mila mirate al solo comprensorio savonese su richiesta di 88 aziende locali.
Numeri pesanti ai quali non sempre corrispondono quelli delle programmazioni urbanistica e territoriale dei Comuni. L'insediamento negli spazi già occupati dalla Erg sulla collina di Legino, rimane tuttavia un esempio significativo. «Certamente - dice Carlo Decia, segretario provinciale della Cna - anche se si è trattato di un'operazione troppo dilatata nel tempo, tra residuati bellici poi risultati inesistenti e una lunga opera di disinquinamento. A bilanciare un po' i disagi sono stati i prezzi tra 580 e 600 euro al metro quadrato, mentre quelli attuali hanno ormai toccato quota mille euro. Un'operazione avviata nel 2001, ma che ora vede finalmente 32 imprese insediate e a posto».
Ma evidentemente non basta. La domanda cresce e la "fame" di aree si manifesta soprattutto attorno al capoluogo. Vediamo quindi le risposte attualmente sulla carta a Savona e dintorni. La prevista porzione del Parco Doria messa a disposizione dell'Ips è di 18 mila metri. Vi si potrebbero insediare 70 aziende. Al momento ne sono interessate 40. Le domande si possono presentare fino al 15 maggio e il prezzo stimato di vendita è di mille euro al metro. Si parla già di un secondo intervento, ma tutto è in mano alle ferrovie. Nella ex Metalmetron saranno messe a disposizione aree per gli artigiani per 9.000 metri quadrati. Il progetto è bloccato da un'indagine dell'autorità giudiziaria. In via di approvazione dal Comune c'è pure un'area di 8.000 metri tra i Paip e piazzale Moroni. Attorno al capoluogo c'è in previsione anche la costruzione di un capannone di 4.500 metri quadrati su un'area di 15 mila nel territorio di Stella San Giovanni.
Com'è cambiato l'atteggiamento dei Comuni nei confronti degli artigiani? «E' un rapporto che si è migliorato nel tempo - assicura Mariano Cerro, direttore della Confartigianato di Savona -. Anzi: negli ultimi dieci anni debbo dire come sia stato generalmente positivo. Ascoltano con interesse le nostre esigenze e tendono sempre più ad individuare al di fuori della cinta urbana, come del resto chiediamo noi. Le difficoltà di reperire nuovi spazi per le imprese, tuttavia, cominciano nel momento in cui, ad esempio, grandi catene commerciali si mettono in concorrenza con gli artigiani per espandersi. E spesso noi siamo perdenti».
Particolarmente significativi appaiono anche i dati sul credito. Tra le 8.900 imprese artigiane in attività nel Savonese, nel 2005 sono state 727 ad aver chiesto di accedere ai finanziamenti agevolati dell'Artigiancassa, per un importo complessivo tra credito e leasing di oltre 30 milioni di euro, da destinare all'acquisto di attrezzature e capannoni. Per numero di imprese interessate e per importo è un dato molto vicino ai valori della provincia di Genova nella quale, però, sono operanti 20 mila piccole imprese, ossia quasi il doppio rispetto a quelle aavonesi. Quasi un terzo delle risorse complessive messe a disposizione in Liguria dall'Artigiancassa viene quindi assorbito dalle aziende di casa nostra.



Angelo Verrando
01/04/2006