IL SECOLOXIX |
Da martedì, i rifiuti di Savona non salgono più sino alla
discarica di Cima Montà, ma prendono la direzione del
Boscaccio, a Vado. Non è soltanto una questione geografica e
stradale, ma è, molto più significativamente, una storia di
soldi, e tanti, che potrebbero uscire dalle tasche dei
savonesi per tamponare gli effetti di questo cambio di
direzione della rumenta cittadina. Un maggior esborso che,
su base annua, è calcolato nella dimensione di un milione di
euro (952 mila euro, per la precisione). E, su scala
giornaliera, nell'ambito dei 2.700 euro (per i dati
completi, vedi box a lato).
Uno scherzetto non da poco: lunedì, infatti, è scaduta l'ordinanza firmata dal vicesindaco reggente Franco Lirosi per tenere in vita Cima Montà in attesa che si concludano gli adempimenti burocratici chiesti dalla Regione. E, dopo la buriana che aveva preceduto la firma dell'ordinanza, Lirosi ha ribadito di non voler in nessun modo prolungare il provvedimento. Così, da martedì, Cima Montàè chiusa in attesa che si concluda l'iter autorizzativo in Provincia (sulla scorta delle indicazioni date dalla Regione ed anche del nuovo Piano dei rifiuti, che consente di prolungare la vita della discarica savonese sino alla fine del 2007). «Potrebbe essere questione di giorni», fa mostra di ottimismo il vicesindaco Lirosi. Ma nessuno dimentica che quando si scatenò la bufera in giunta, venti giorni fa, si diede per scontato che sarebbero serviti almeno due mesi per mettere in ordine le cose. Intanto, una cosa è certa: oggi è il terzo giorno che i rifiuti vanno al Boscaccio. Il compito ingrato di fare i conti è stato affidato, com'è ovvio, all'assessore alle finanze Alessandro Nofroni: «Le cifre ufficiali del Boscaccio sono quelle, non c'è nulla da fare: Cima Montà costava 63 euro a tonnellata, il Boscaccio costa 97 euro a tonnellata. Siamo però fiduciosi di poter ottenere uno sconto, come è applicato al comune di Vado». Insomma: si naviga a vista e si spera in uno sconto oltreché in una veloce conclusione della pratica Cima Montà. Il problema, a quel punto, sarà però soltanto rimandato: alla fine del 2007 la discarica savonese chiuderà definitivamente i battenti ed i rifiuti della città prenderanno - questa volta in modo stabile - la strada di Vado. Il salasso per le tasche dei savonesi - sotto forma di tariffe sui rifiuti - è insomma dietro l'angolo. Chissà, se insieme, arriverà anche il dibattito politico su proprietà, assetti societari e partecipazione pubblica nelle discariche che il Piano provinciale ha destinato a governare lo smaltimento nei prossimi anni. Antonella Granero 23/03/2006 |