Lirosi: «La tassa sui rifiuti aumenterà del 30 per cento» Il vicesindaco rivela le pesanti conseguenze della chiusura della discarica voluta dalla Provincia   IL SECOLOXIX
Caso discarica, parole di fuoco sparate ad altezza d'uomo. «I Savonesi devono sapere chiaramente che c'è qualcuno che racconta balle da campagna elettorale: tra un anno, quando Cima Montà sarà definitivamente chiusa, pagheranno il 30% in più di Tarsu, la tariffa sui rifiuti. Lo sappiano e pensino bene a chi devono ringraziare per questo». A dirlo non è un agitprop armato di megafono e di volantino di propaganda, ma il vicesindaco reggente Francesco Lirosi.
Dopo l'attacco del sindaco di Vado Carlo Giacobbe - «i Savonesi devono ringraziarci se non hanno la spazzatura sotto casa», ha detto con una critica neppure tanto velata alla gestione del caso discarica da parte di Palazzo Sisto - ora è il momento dello sfogo del vicesindaco. Per lui, è il giorno delle buone notizie: prima firma un'ordinanza per consentire il ritorno a Cima Montà per sabato e domenica. «Qualcuno dice che non ho avuto il coraggio di firmare un'ordinanza per un periodo più lungo di venti giorni - attacca - Ma la veritàè che la legge non me lo consentiva. La dimostrazione sta nel fatto che il Boscaccio chiude al sabato e alla domenica e, allora, io ho subito firmato per tornare a Cima Montà per due giorni». Ma la soluzione che arriva poco prima dell'ora di pranzo è più radicale: dopo una tempestosa telefonata tra Lirosi e il presidente della Provincia, Marco Bertolotto (della Margherita come lui), il dirigente di Palazzo Nervi Vincenzo Gareri firma finalmente l'ultimo atto del lungo iter amministrativo che consente a Cima Montà di tornare a lavorare a pieno regime sino alla fine del 2007. Dunque, l'emergenza immediata è finita e, da oggi, i rifiuti di Savona tornano nella discarica di Cadibona e così sarà sino alla sua definitiva chiusura, il 31 dicembre 2007.
«È una vicenda che è iniziata male, con l'assurdo provvedimento della Regione pieno di prescrizioni - dice Lirosi - ed è proseguito peggio in Provincia». Ma quel che preoccupa il primo cittadino facente funzione è quel che succederà alla chiusura definitiva della discarica: «Quando i cittadini savonesi si ritroveranno sul groppone il 30% in più di costi. La Provincia contesta le cifre? Carta canta: per me, sino a prova contraria, smaltire al Boscaccio costa 97 euro a tonnellata, 63 a Cima Montà. Biossidatori, inceneritori, qualunque sia la strada: non c'è né il tempo né i soldi. E tra un anno noi non avremo più neppure la discarica». Conclude Lirosi: «Ho il massimo rispetto per i cittadini di Cima Montà e per le loro richieste di monitoraggio costante della discarica, ma constato che viviamo in una città dove tutti vogliono tutto, purché non sotto casa propria, come dimostra anche la vicenda dell'isola ecologica». L'ultima frecciata è proprio su questa vicenda: «Sono contrarissimo all'ipotesi di localizzarla vicino all'ospedale invece che in via Valloria. Se non la si può fare se non pasticciando, vuol dire che non la faremo. Perdiamo il finanziamento? Pazienza: meglio quello che sbagliare per fretta e approssimazione».
Intanto, la discarica della Ramognina di Varazze, con il presidente Marco Vedeo, ha scritto al Comune per offrire i propri servizi e rendersi disponibile a praticare, in accordo con l'amministrazione varazzina, la tariffa «più conveniente».
Polemica l'associazione LeO contro la discarica che critica la politica del Comune nei confronti dell'Ata all'insegna del «tanto paga Pantalone». Dice Angelo Billia per la LeO: «A prescindere dal giudizio che può essere dato sul Piano dei rifiuti recentemente licenziato dalla Provincia, una cosa è certa: comporterà un aumento del numero degli addetti alla raccolta, quindi occupazionale, e un aumento degli introiti economici, solo se chi effettuerà la raccolta avrà interesse a trasformarla in denaro».



Antonella Granero
25/03/2006