21 Marzo 2006 LA STAMPA

INCHIESTA IERI IN PROCURA NUOVI INTERROGATORI
Liste elettorali false oltre 40 gli indagati

 

[FIRMA]Fabio Pozzo
SAVONA
Sarebbero oltre una quarantina gli indagati dell’inchiesta sulle liste elettorali false (Provinciali 2005).
Ad essere sott’accusa sono esponenti di partiti e movimenti, ma anche quei consiglieri comunali, amministratori, funzionari che hanno certificato la validità degli autografi. I reati ipotizzati dalla procura sono quelli di falso in certificazione, che è depenalizzato ed è punito con un’ammenda (ma può anche essere chiesta un’oblazione), e di violazione della privacy.
Ieri in tribunale gli inquirenti, vale a dire il procuratore capo Vincenzo Scolastico e il sostituto procuratore Alessandro Bogliolo, hanno ripreso gli interrogatori. Sono state sentite una quindicina di persone, tutti certificatori. Alcuni si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, altri hanno detto di «non spiegarsi come sia potuto accadere...»: nessuno ha ammesso l’addebito.
Tutto era nato da una segnalazione relativa ad Alternativa sociale, che era stata ricevuta e verificata dalla commissione elettorale del tribunale (giudici Soave, Veglia, Fois), che aveva poi trasmesso la notizia di reato alla procura. La commissione aveva comunque ammesso tutte le liste, compreso quella di As. Le firme contestate, secondo i commissari, erano in surplus rispetto alle mille necessarie per la validità della presentazione.
Gli autografi, secondo l’accusa, sarebbero stati apportate dalla stessa mano, ma sarebbero corrisposti a nominativi diversi (e reali, come confermato dai dati del certificato elettorale). La procura aveva proceduto con i controlli, esaminando un campione ragionevole per ciascuna lista, non inferiore a 50 firme (sulle 18 mila depositate).
«L’inchiesta è giustificata, perché laddove esiste un fenomeno illecito, è doveroso controllare e nel caso farlo emergere. Ma gli accertamenti hanno anche scopo deterrente: se non s’interviene mai, il fenomeno stesso può degenerare, a discapito degli stessi cittadini» aveva detto Scolastico.
Tra i firmatari ignari, cioè coinvolti loro malgrado dalla raccolta delle firme (e dunque estranei all’inchiesta), l’assessore al Patrimonio del Comune di Savona, Totò Ferrara dei Popolari per l’Europa; un vigile urbano e due vigilesse, una delle quali in pensione. Tra gli indagati, anche due consiglieri comunali e un consigliere provinciale.