Vado «Se i savonesi non hanno la spazzatura per le strade e
davanti al portone di casa, lo si deve soltanto al buon
senso dimostrato dal comune di Vado e dalla Ecosavona.Il
problema di base, però, non può essere risolto da noi, il
comune di Savona e Ata devono trovare un accordo e non
palleggiarsi tra loro le responsabilità». Il sindaco di
Vado, Carlo Giacobbe, ed il comandante della polizia
municipale, Fulvio Bono, hanno analizzato ieri pomeriggio il
problema dell'esaurimento della discarica di Cima Montà, i
cui effetti si riflettono puntualmente su Vado. E non sono
mancate le "frecciate" verso Savona. «Non ci siamo opposti a
dare una mano in una situazione di emergenza - commenta
Giacobbe - ma il problema va risolto all'origine, non
confidando sempre su qualcun altro che intervenga in aiuto
dall'esterno».Ieri mattina, infatti, una colonna di camion
che dovevano trasportare i rifiuti di Savona all'impianto
vadese del Boscaccio è rimasta bloccata davanti ai cancelli
chiusi della discarica. A causare il disguido sembra sia
stato il mancato coordinamento tra il comune di Savona, l'Ata
e la Ecosavona. In pratica i mezzi pesanti si sono diretti
verso il Boscaccio senza che l'azienda vadese fosse
informata dell'orario, e quindi non ha inviato il personale
per l'apertura dei cancelli e per la pesa dei veicoli ad
aspettare i carichi savonesi. Solo dopo una concitata serie
di telefonate tra il direttore di Ata ed il vicesindaco di
Savona, è stato rintracciato Antonino Ruello, amministratore
di Ecosavona, che ha disposto l'apertura dei cancelli. Sul
fronte savonese resta comunque pesante il disagio per
l'insicurezza di poter smaltire i rifiuti a Cima Montà, la
cui proroga è scaduta il 20 marzo. Ora l'Ata è in attesa
dell'autorizzazione per riaprire l'impianto. E poter
stoccare altri 50mila metri cubi di spazzatura grazie ad
un'ulteriore deroga.Ma, intanto, nella riunione della giunta
comunale savonese di ieri, è riemersa la questione dei
costi. Smaltire una tonnellata di rifiuti savonesi a Cima
Montà costa infatti 63 euro, portandoli al Boscaccio il
costo balza invece a 97 euro a tonnellata. Il vicesindaco
reggente, Franco Lirosi, conta di riuscire a spuntare
quantomeno uno sconto, ma a Palazzo Sisto la preoccupazione
che aleggia nei corridoi è che la differenza, alla fine,
ricadrà sui cittadini. A Vado, comunque, confidano che il
trasporto dei rifiuti savonesi al Boscaccio si risolva in
una questione di pochi giorni: «Per fortuna dovrebbe
trattarsi di una parentesi molto breve - commenta il sindaco
Giacobbe - spero che già la prossima settimana i rifiuti di
Savona possano essere stoccati nuovamente a Cima Montà. Per
ora a Vado non c'è allarme, contiamo che la Provincia
concluda presto l'iter per aprire Cima Montà fino al 2007».
I tecnici vadesi stanno nel frattempo studiando il tracciato
della nuova strada che dovrà collegare il Boscaccio evitando
il passaggio dei camion nell'abitato della frazione di San
Genesio. La strada dovrebbe essere aperta a metà del 2008 e
correrà tra le aree del Tri e quelle della Petrolig.
Vado «Se i savonesi non hanno la spazzatura per le strade e
davanti al portone di casa, lo si deve soltanto al buon
senso dimostrato dal comune di Vado e dalla Ecosavona.
Il problema di base, però, non può essere risolto da noi, il
comune di Savona e Ata devono trovare un accordo e non
palleggiarsi tra loro le responsabilità».
Il sindaco di Vado, Carlo Giacobbe, ed il comandante della
polizia municipale, Fulvio Bono, hanno analizzato ieri
pomeriggio il problema dell'esaurimento della discarica di
Cima Montà, i cui effetti si riflettono puntualmente su
Vado.
E non sono mancate le "frecciate" verso Savona. «Non ci
siamo opposti a dare una mano in una situazione di emergenza
- commenta Giacobbe - ma il problema va risolto all'origine,
non confidando sempre su qualcun altro che intervenga in
aiuto dall'esterno».
Ieri mattina, infatti, una colonna di camion che dovevano
trasportare i rifiuti di Savona all'impianto vadese del
Boscaccio è rimasta bloccata davanti ai cancelli chiusi
della discarica. A causare il disguido sembra sia stato il
mancato coordinamento tra il comune di Savona, l'Ata e la
Ecosavona. In pratica i mezzi pesanti si sono diretti verso
il Boscaccio senza che l'azienda vadese fosse informata
dell'orario, e quindi non ha inviato il personale per
l'apertura dei cancelli e per la pesa dei veicoli ad
aspettare i carichi savonesi. Solo dopo una concitata serie
di telefonate tra il direttore di Ata ed il vicesindaco di
Savona, è stato rintracciato Antonino Ruello, amministratore
di Ecosavona, che ha disposto l'apertura dei cancelli.
Sul fronte savonese resta comunque pesante il disagio per
l'insicurezza di poter smaltire i rifiuti a Cima Montà, la
cui proroga è scaduta il 20 marzo. Ora l'Ata è in attesa
dell'autorizzazione per riaprire l'impianto. E poter
stoccare altri 50mila metri cubi di spazzatura grazie ad
un'ulteriore deroga.
Ma, intanto, nella riunione della giunta comunale savonese
di ieri, è riemersa la questione dei costi. Smaltire una
tonnellata di rifiuti savonesi a Cima Montà costa infatti 63
euro, portandoli al Boscaccio il costo balza invece a 97
euro a tonnellata. Il vicesindaco reggente, Franco Lirosi,
conta di riuscire a spuntare quantomeno uno sconto, ma a
Palazzo Sisto la preoccupazione che aleggia nei corridoi è
che la differenza, alla fine, ricadrà sui cittadini.
A Vado, comunque, confidano che il trasporto dei rifiuti
savonesi al Boscaccio si risolva in una questione di pochi
giorni: «Per fortuna dovrebbe trattarsi di una parentesi
molto breve - commenta il sindaco Giacobbe - spero che già
la prossima settimana i rifiuti di Savona possano essere
stoccati nuovamente a Cima Montà. Per ora a Vado non c'è
allarme, contiamo che la Provincia concluda presto l'iter
per aprire Cima Montà fino al 2007». I tecnici vadesi stanno
nel frattempo studiando il tracciato della nuova strada che
dovrà collegare il Boscaccio evitando il passaggio dei
camion nell'abitato della frazione di San Genesio. La strada
dovrebbe essere aperta a metà del 2008 e correrà tra le aree
del Tri e quelle della Petrolig.
Angelo Verrando
Giovanni Vaccaro
24/03/2006
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