Dovremmo tutti abituarci, soprattutto nelle elezioni amministrative, a giudicare l’operato (complessivo, e/o sui temi che riteniamo più importanti) di chi ci ha rappresentato ed i programmi di chi si candida, senza farci guidare da preconcetti politici o d’appartenenza.

PARCHEGGI E MOBILITA’:
PROVIAMO A RACCOGLIERE LE IDEE

Il meritatissimo (auto) accantonamento del piano parcheggi dell’assessore Caviglia ha riportato l’attenzione sul problema posteggi. Provo, da semplice cittadino (non tecnico) a formulare qualche analisi e proposta, ringraziando Trucioli Savonesi per l’ospitalità e sperando nell’avvio di un utile dibattito.

Prima di passare al concreto, sono a mio avviso necessarie alcune premesse (ovvie, ma importanti).

1)   La questione parcheggi é un aspetto della mobilità e dello stile di vita di noi tutti.

2)  Qualunque proposta deve essere il più possibile concreta e priva di pregiudiziali ideologiche.

3)   Pragmatismo e buon senso impongono un cambiamento di rotta ed una forte discontinuità: chi ci ha amministrato in questi anni non deve più avere l’opportunità di danneggiare Savona (o per propria scelta di dedicarsi ad altro, o per l’esito del voto). Dovremmo tutti abituarci, soprattutto nelle elezioni amministrative, a giudicare l’operato (complessivo, e/o sui temi che riteniamo più importanti) di chi ci ha rappresentato ed i programmi di chi si candida, senza farci guidare da preconcetti politici o d’appartenenza.

Partendo dalla terza premessa, il mio giudizio può sembrare troppo severo, ma i fatti sono chiari. Questa giunta, sul piano della mobilità e dei parcheggi, pur senza esprimere assolutamente nessun progetto almeno valutabile, è riuscita ha commettere molti errori, cui sarà assai difficile rimediare.

E’ stato un errore trasformare a pagamento l’intero parcheggio di piazza Del Popolo. Quando la sosta era libera, gli automobilisti vi si recavano senza indugio, certi di trovare posto, prima o poi. Ora è per lunghe ore semivuoto e le strade sono piene di veicoli in doppia fila o in lento peregrinare per un parcheggio (libero, o a disco, o a pagamento) più vicino alla meta. Certo, nessuno ha la sfera di cristallo (e forse non si poteva prevedere quest’esito), ma poi ... anche le scimmie imparano dai propri errori!

E’ stato un errore puntare per anni sul progetto Metrobus, quand’era evidente per tutti che, soprattutto per la limitazione alla tratta Savona – Vado, avrebbe risolto poco e si sarebbe rivelato economicamente insostenibile. Tempo e soldi perduti.

E’ stato un errore il rendersi assolutamente proni agli interessi degli immobiliaristi: il progetto Orsa-Crescent, oltre che mostruoso in sé, non prevede né un’adeguata viabilità, né consente i grandi progressi viari che si sarebbero potuti ottenere con utilizzi orientati alla collettività. Qui ci sarebbero ancora spazi per migliorare (si vedano le proposte formulate ed il dibattito in corso, anche su iniziativa di Trucioli), ma scarseggia la volontà politica.

 Tornando alla categoria della nullità, come valutare l’operato di una giunta che, dopo 8 (otto) anni, si presenta con un piano parcheggi così incongruente ed approssimato da doverlo ritirare, perché indigeribile perfino alla propria maggioranza? Eppure quest’ultima non ha il palato così fino: quando sono in gioco gli interessi del mattone, tutti i consiglieri sono compatti ed allineati (come sull’ultima indecorosa approvazione della variante-regalo al Crescent). Tra l’altro, è insensato proporre la demolizione delle scuole Colombo-Pertini (certo non belle, ma migliorabili nell’estetica, affollate e funzionali) per costruirvi un parcheggio sotterraneo (con vie d’accesso certo non agevoli) e ricostruire una piazza ... che storicamente non c’era (fu creata dal fascismo, frettolosamente demolendo un quartiere).

Passiamo a mobilità e pragmatismo.

Non si può fare semplicemente la guerra alle auto: perderemmo! Piaccia o no, l’automobile è  parte della nostra vita e della nostra esigenza di movimento (per sgombrare il campo dagli equivoci, io non sono un fanatico delle quattro ruote ed in genere in città mi sposto in bicicletta).

Possiamo e dobbiamo ridurre il danno, usando ogni strumento a disposizione.

La zona pedonale deve essere allargata (e soprattutto resa più rigorosa per i veicoli e meno per le biciclette). Un’ulteriore zona può utilmente divenire a traffico limitato (per residenti e per carico-scarico merci).

Il trasporto pubblico non va trascurato e, pur in considerazione delle indubitabili difficoltà di bilancio, qualche sviluppo è possibile.

Per esperienza diretta, un significativo progresso può essere ottenuto incentivando in ogni modo l’uso della bicicletta. E’ un mezzo di trasporto ecologico, economico (sia nel costo iniziale, sia per ... i rifornimenti!), salutare (costante occasione d’esercizio fisico), pratico (ci porta rapidamente ovunque - davanti a casa, all’ufficio, al negozio ... - non si perde tempo per posteggiare, si può custodire anche in cantina, o nel cortile). In più, Savona ha (con le Albissole ed il Vadese) un territorio tutto sommato contenuto e pianeggiante. Il clima consente l’uso della bicicletta (se le distanze sono modeste) per quasi (o anche) tutto l’anno. Cose ovvie? E allora perché si è realizzata solo una pista ciclabile (lungo il Letimbro)? Ne occorre – almeno – un’altra lungo la costa, da Vado ad Albissola Mare (sempre per esperienza, posso testimoniare che nelle ore di punta l’Aurelia a pedali è certamente difficile). Problemi di spazio? I ciclisti non chiedono lo spazio delle macchine, e possono anche tollerare (come, di fatto, in corso Ricci) piste a doppio senso di marcia! Si possono utilizzare – anche senza “esclusiva” – passeggiate, viali di giardini, marciapiedi (a Livorno ricordo d’aver notato molte piste ciclabili ricavate su marciapiedi). Poi, con un po’ di promozione, la mobilità a pedali aumenterà senz’altro (convenienza e praticità faranno premio). Basti guardare a città della Toscana, dell’Emilia, del Veneto.

Infine, qualche accenno alla realizzazione di nuovi posteggi.

La priorità deve essere accordata a strutture ai margini del centro, vicino ai punti d’ingresso alla città. Queste devono essere realizzate e, si badi, devono avere aree di sosta pubblica (variamente regolamentata: a disco, a pagamento, per residenti) ed eventualmente (anche a fini di finanziamento dell’opera) posti o box in affitto o vendita. Ove non si possa (a seguito delle sempre necessarie rigorose indagini geologiche) utilizzare il sottosuolo, sono realizzabili posteggi multipiano d’aspetto davvero gradevole (spesso non li vogliamo perché abbiamo in mente le brutture genovesi, ma ne ho visti alcuni che, da fuori, non sembravano parcheggi). Qualche struttura, di dimensioni più contenute, può e deve essere ricavata anche in centro, basta volerlo.

Di fondamentale importanza è il non lasciar sprecata alcuna occasione. Si rifà una piazza? Si realizzi un posteggio interrato (non come al Brandale: tre milioni di euro e 140 posti in meno). Si ristruttura un edificio? S’impongano posteggi nei cortili e nel sottosuolo (non come nell’ex San Paolo: due piani di appartamenti, un piano d’uffici, un’altra galleria commerciale e – incredibile, ma vero – zero box auto, pare per gentile omaggio all’imprenditore di turno). Si costruisce un ecomostro? Intanto, non si dovrebbe autorizzarlo, ma a Savona si sa come vanno le cose. Oltre ai box per le unità abitative realizzate, si prevedano parcheggi pubblici (non come per Crescent, torre Bofill, palazzo di via Cimarosa). Infine, o si apre il parcheggio del Sacro Cuore (con divieti d’accesso e chiusura – anche con le auto dentro, basta avvisare all’ingresso – in caso d’allarme esondazione), o si promuove un’azione per costringere al risarcimento dei danni chi quell’opera ha approvato.

A questo punto, non resta che esaminare le proposte di candidati sindaci e partiti. Qualcosa già abbiamo ricevuto e pubblicato; confidiamo ne arrivino altre.

Nei prossimi numeri di Trucioli, proveremo a dar conto e comparazione delle nuove idee savonesi.

Paolo Bossi

 

 

 


 

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