Il mio sogno sarebbe poter dar corpo all’idea di rendere Corso Mazzini sotterraneo fino a sboccare, a ovest, dopo il viale del Prolungamento, e consentire il pieno accesso pedonale al Priamar ed al mare.
La trasformazione del fronte mare: alcune note di approfondimento del mio programma

Federico Berruti


 

Cara redazione di Trucioli Savonesi,

partecipo volentieri al dibattito sulla trasformazione della Vecchia Darsena proponendoVi  alcune note di approfondimento del mio programma.

Oggi gli interventi di sviluppo immobiliare nella Vecchia Darsena sono per una parte  (Torre) in fase relativamente avanzata di costruzione, e per l’altra parte (Crescent) l’iter autorizzativo è stato completato e sono iniziati i lavori, e non saranno più oggetto di decisione politica da parte della prossima amministrazione comunale.

Ho tuttavia ben chiaro che questi interventi hanno fatto discutere molto la città, e che hanno lasciato dietro di loro  lacerazioni profonde.

Su quegli interventi, però, non si può tornare per rimetterli in discussione, né per parte mia intendo tornarvi, e ciò per tre ragioni.

In primo luogo, non intenderei impegnare l’Amministrazione in un contenzioso legale dall’esito scontato e avverso.

In secondo luogo, il principio della continuità amministrativa è per noi fondamentale. Noi non troveremmo più nessun imprenditore disponibile ad investire a Savona se, una volta che un processo amministrativo si è compiuto, lo rimettessimo in discussione .

In terzo luogo, pur consapevole che si possa discutere ancora molto se la trasformazione della Vecchia Darsena sia per la città un bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno, tuttavia la mia opinione è che complessivamente il ciclo amministrativo che si conclude ha innescato a Savona processi di trasformazione e investimento, pubblico e privato, che hanno condotto la città fuori dalla “foresta pietrificata” nella quale pareva essersi perduta.

Secondo me il bicchiere è mezzo pieno se si avvia una nuova fase del percorso di rilancio, e se quanto fino ad oggi deciso rappresenta non un punto di arrivo ma invece un punto di partenza. Oggi è il momento di programmare e realizzare una nuova fase di sviluppo, che coinvolga più settori della città, e che leghi marcatamente trasformazione urbanistica e innovazione economica, facendo crescere le occasioni di buon lavoro per i giovani, savonesi e non.

So che si tratta di un obbiettivo alto, difficile, che non si raggiunge con facilità se si è divisi. Per questo con l’Unione intendiamo ricucire le lacerazioni che ci sono state,  e se non ci riusciremo durante la campagna elettorale continueremo a impegnarci in questa direzione anche dopo le elezioni.

Questo è il senso strategico dell’allargamento dell’alleanza politica che mi sostiene a Rifondazione Comunista e all’Italia dei Valori: collegare nuova fase programmatica e nuova fase politica, e guardare avanti, al futuro.

Guardare al futuro per quanto riguarda la trasformazione del fronte mare significa chiedersi: come completare la trasformazione urbana dell’area portuale?

Su questo c’è lo spazio politico per una riflessione approfondita. La scelta di non chiudere la discussione sul nuovo Piano Urbanistico Comunale, compiuta dall’amministrazione uscente e che giudico assai positiva, consentirà alla prossima amministrazione, prima dell’approvazione definitiva dello strumento, di rilanciare una grande discussione con la città, aprendo un vasto ed esteso confronto che consentirà di condividere i tratti salienti di una nuova identità urbana.

Io sono convinto che si debbano introdurre nell’area portuale una serie di nuove funzioni attive non residenziali. Questo perché ritengo che un aspetto essenziale per la qualità urbana è la commistione di più funzioni oltre alla residenza: il ricettivo turistico, il commerciale, la compresenza di attività lavorative legate alla nautica e all’industria dell’intrattenimento, del tempo libero e dello sport, la presenza di ampi spazi pubblici.

Ritengo che dovremo basarci su idee e riferimenti forti, frutto di un dibattito aperto e pubblico.

Lo spazio fisico dove insediare nuove funzioni sarà costituito prima di tutto dal Priamar e dall’antistante piazzale ex Italsider verso il mare.

Le scelte di progettazione e sviluppo di questi spazi dovranno essere di iniziativa pubblica.

Alcuni indirizzi che emergono dal dibattito su Trucioli Savonesi mi convincono, riguardano il futuro, e su questi ritengo di potermi impegnare.

In primo luogo, la possibilità di proseguire la passeggiata sia pedonale che ciclabile Trento e Trieste fino alla vecchia Darsena, in modo da raccordarla con il costruendo lungodarsena fino alla Torretta, e anche oltre. Trovo che sia una prospettiva bellissima, sia per noi residenti che per i turisti. La prossima amministrazione dovrà studiare le soluzioni tecniche e vincolare gli spazi necessari perché ciò si realizzi.

In secondo luogo, è giusto salvaguardare l’accessibilità, la fruibilità ed il recupero del litorale. La prossima amministrazione dovrà ricercare le idee progettuali più innovative per realizzare questi obiettivi, che riguardano una porzione di litorale pregiato. Anche in questo caso, si saldano gli obiettivi di qualità della vita per i residenti e di sviluppo turistico della città.

In terzo luogo, sono convinto che bisogna vincolare spazi per il verde pubblico, sia nelle aree di fronte al mare che nel centro della città. E’ una scelta moderna, nella direzione dello sviluppo sostenibile, della serenità della comunità, e anche della socialità, perché gli anziani e i bambini sono coloro che più di altri possono godere di queste oasi nella città.

Per quanto riguarda la creazione di parcheggi pubblici, io in generale penso che, dove possibile, sia meglio usare il sottosuolo per liberare le aree di superficie dalle autovetture. Si tratta di un criterio di priorità e non ideologico, che naturalmente di caso in caso si deve misurare con gli aspetti tecnici.

Oltre a questi indirizzi, dovrà essere affrontato il nodo della viabilità di collegamento tra area portuale ed assi di scorrimento, sia in un’ottica di fluidità del traffico che di riqualificazione del tessuto urbano.

Il mio sogno sarebbe poter dar corpo all’idea di rendere Corso Mazzini sotterraneo fino a sboccare, a ovest, dopo il viale del Prolungamento, e consentire il pieno accesso pedonale al Priamar ed al mare. Penso che unire il centro storico al mare sarebbe una grandissima conquista per la nostra città, e un grande investimento per il futuro.

Mi impegno a verificare in modo approfondito la realizzabilità di questo progetto, ricercando ogni soluzione che possa renderlo fattibile, e a discuterlo pubblicamente, come si dovrà fare per tutte le grandi scelte che riguardano il futuro della nostra Savona.  

Cordiali saluti. 

Federico Berruti 

Savona, 23 marzo 2006