RISPOSTA A PAOLO BOSSI
Non è solo questione di Crescent: siamo davanti ad una “città sbagliata”

          di
Patrizia Turchi
  A sinistra per Savona


 

Paolo Bossi rivolge, attraverso il sito “truciolisavonesi”, ai protagonisti delle prossime elezioni comunali alcune domande che, con acutezza politica, traguardano il tema della sistemazione della darsena.

Rispondere di fatto consente di approfondire il tema complessivo della Città indicando soluzioni concrete e utili per l' avvenire della Città, non cadendo nel caldo alibi del “hanno già deciso tutto” (assunto da forze sinora all’opposizione che si preparano al trasloco in maggioranza), o peggio “non possiamo modificare nulla, perché questioni tecniche, bla…bla…bla…”: sarebbe la morte della politica a Savona e la vittoria di chi ha strutturato, e sta tentando di proseguire verso, una città sbagliata.

Infatti prima di tutto va detto che non vi è mai nulla di definitivo.

Occorre tenere sempre alto il livello del valore dei propri convincimenti.

Da qui la necessità di corrispondere al meglio alle esigenze, ormai inderogabili, di “contraddittorio politico” che la Città richiede, tenendo conto che esiste un grosso problema di “qualità della politica”: le ragioni di fondo, insomma, per le quali grosso modo abbiamo deciso di presentare al giudizio degli elettori la lista “A Sinistra per Savona”.

Intendiamo, dunque, opporci alla “deregulation” da cui è nata la soluzione urbanistica per la Darsena, ai privilegi corporativi per ristretti settori dell'imprenditoria, all'utilizzo di ingenti risorse per porzioni ridotte della Città, mentre infrastrutture e periferie appaiono del tutto dimenticate.

Proporre quindi il ritorno della regia pubblica al governo della Città - indipendente dai poteri forti rappresentati sinora istituzionalmente-  appare, di conseguenza, un obiettivo per il quale vale la pena batterci, senza sconti e senza alcun complesso dell'irrimediabile.

Allora si può dire questo:

prima di tutto va rilanciata l'idea della programmazione sociale e della pianificazione territoriale che parta dalle esigenze sociali e diffuse della cittadinanza, intrecciandosi strettamente con un progetto riguardante l'economia, lo sviluppo, la crescita occupazionale: ci sono aree che debbono essere poste al servizio di un progetto di questo tipo ed alcune scelte compiute dalla pessima amministrazione uscente possono rientrare, prima fra tutte quella relativa alla Metalmetron;

in secondo luogo è possibile mettere mano a ciò che sta avvenendo in Darsena, non dando nulla per scontato ed insistendo nella elaborazione di progetti che ridimensionino la colata di cemento, che, come minimo, evitino danni ai savonesi, restituiscano alla Città l'accesso al mare: su questo punto si possono discutere molte proposte e va riaperto il dibattito, in contemporanea con una discussione sul PUC che faccia recedere dall'idea di semplici aggiustamenti; in terzo luogo occorre considerare come, ridimensionando l'impatto del cemento sulla Darsena (si pensi che il volume del Crescent è una volta e mezzo il volume del monoblocco del San Paolo di Valloria!!) e studiando soluzioni diverse che sono possibili, sia necessario un progetto globale riguardante tutto il centro cittadino ed in particolare i contenitori storici (per San Paolo e Santa Chiara).

Le scelte fin qui compiute debbono essere fortemente osteggiate, fino al punto di farle cambiare verso un indirizzo pubblico e di innovazione). È del tutto ovvio che vanno rigettate le varianti, come l’amministrazione uscente propone in questi giorni, come da anni, al Consiglio comunale.

In quarto luogo va pensata una diversa sistemazione dell'intera area portuale, a cominciare dai porti turistici ( non si può e non si deve fare la Margonara, altro che torri da 120 metri!) e dal recupero di una idea di infrastrutture adeguate.

La nostra è una idea di Città “a tre punte”, come è stato illustrato nella presentazione  stampa della lista A sinistra per Savona,  che sostituisca quella monocorde e corporativa fin qui portata avanti: la Cultura come volano dello sviluppo al Centro; presenze produttive ad alta densità tecnologica a Ponente; adeguate infrastrutture di collegamento a Levante.

Tralasciamo tanti altri temi della campagna elettorale, aggiungendo soltanto quello dei parcheggi e del traffico: non si può ridurre la Città ad una gruviera, occorrono una serie di parcheggi prevalentemente in superficie “a corona” utilizzabili dai savonesi e da chi viene a Savona per lavoro, una vera pedonalizzazione di determinate zone, un intelligente piano del traffico (forse quello elaborato, tanti anni fa, dalla rivista “Prospettive 2000” di Marco Sabatelli potrebbe essere ripreso e aggiornato).

Non vanno tralasciati i temi sociali, che hanno visto un gravissimo depauperamento complessivo, frutto di una politica a misura dei cosiddetti poteri forti, che determinano e hanno condizionato, loro sì, l’agenda istituzionale –ed i suoi contenuti e priorità- a proprio vantaggio.

Non abbiamo certo risposto esaustivamente all’attento intervistatore, altri spazi e occasioni ce lo consentiranno. Restiamo convinti della necessità di portare avanti un confronto di ampie dimensioni, dentro e oltre la competizione elettorale, per contrastare i detentori del potere e proporre una seria alternativa all'esistente.

Patrizia Turchi