UN PROGETTO VERDE PER SAVONA

Pace, ambiente, solidarietà, diritti. Questi sono da sempre i valori fondanti del movimento dei Verdi e da questi nasce anche il “Progetto Verde per Savona”, una proposta operativa concreta ed unitaria.

Questo progetto cerca di dare delle risposte precise ad una diffusa istanza di miglioramento  della qualità della vita attraverso più elevati standard ambientali e paesaggistici, con l’aumento della solidarietà sociale e generazionale ed una maggiore attenzione alle necessità dei singoli e delle famiglie.

Noi crediamo innanzitutto che sia fondamentale un rinnovamento culturale della città, operando affinché i cittadini si riapproprino del diritto-dovere di decidere per il loro futuro avendone gli strumenti. Ciò significa maggiore rappresentanza in sede decisionale e maggiore accesso alle informazioni determinando una netta inversione di tendenza rispetto agli anni passati.

Il cambiamento dovrà essere radicale, dovranno variare i rapporti di forza tra l’amministrazione comunale, le categorie economiche e i cittadini al fine di raggiungere un più elevato grado di concertazione e di equilibrio.

La  principale attività produttiva della città  è stata, fino ad ora, il sistematico sfruttamento, da parte di alcuni e grazie anche alla “distrazione” di chi ha governato la città, delle aree liberatesi dalla deindustrializzazione, aree che costituivano una irripetibile opportunità per Savona.

Questo meccanismo ha costituito una sottrazione di risorse gravissima che ricadrà pure sulle prossime generazioni, a noi resta il compito, davvero arduo, di contrastare tutto ciò e di riportare l’attenzione sui numerosi e gravi problemi della città e sulle sue enormi possibilità di rilancio.


 

Programma

 

 

1) Urbanistica                               a)  Puc

                                                        b)  Edilizia convenzionata

                                                        c)  Verde urbano

                                                        d)  Zone Collinari

                                                        e)  Casa circondariale

 

2) Trasporti                                   a)  Mobilità urbana

                                                        b)  Mezzi pubblici

                                                         

 

3) Ambiente                                  a)  Rifiuti

                                                        b)  Piano di bacino

                                                        c)  Arenili

                                                        d)  Risparmio energetico ed

                                                         energie rinnovabili

 

 

4) Welfare                                      a)  Anziani

                                                        b)  Minori e famiglia

                                                       

                                     

 

5) Sviluppo                                   

a) Agricoltura

b)  Turismo

                                                        c)  Commercio

                                                        d)  Porto

                                                        e)  Attività produttive

 

6) Tessuto sociale                       a)  Priamar

    Cultura                                       b)  Luoghi di aggregazione

                                                        c)  Contenitori culturali

                                                        d)  Università

                                                        e)  Democrazia partecipata

                                                        f)   Contratto sull’acqua

                                                        g)  Tempi della città

                                                        h)  e-governement

 

7) Tutela degli animali

 

 

1) Urbanistica

 

 

a) Piano Urbanistico Comunale

 

Il PUC attualmente in via di approvazione è ampiamente insoddisfacente e si dovranno prevedere variazioni sostanziali ed in particolare:

 

- I dati riguardanti la realtà demografica della città ed il rapporto tra questa e la disponibilità di unità abitative contrastano con la forte tendenza edificatoria del piano che prevede l’immissione sul mercato di un numero elevatissimo di nuove abitazioni di cui non vi è un reale fabbisogno, a fronte di un enorme numero di alloggi inutilizzati. Una corretta gestione del territorio non dovrà prevedere nuove ed inutili abitazioni.

Dovranno altresì essere studiati interventi per favorire la ristrutturazione degli edifici esistenti e leve fiscali per incentivare la rimmissione sul mercato degli immobili inutilizzati.

 

 

- Le aree del fronte mare di ponente identificate come via Nizza, cantieri Solimano, Famila devono essere riservate al progetto della cosiddetta “Promenade” che consenta una riqualificazione della zona, la restituzione della prospettiva a mare e la possibilità di collegamento con l’asse pedonale costiero. La ventilata costruzione di ulteriori unità abitative è da escludere assolutamente anche alla luce delle considerazioni al punto precedente

 

- Si dovrà porre fine alla separazione  del centro città dall’oltreletimbro,  in particolare la zona tra s.Rita e via Don Minzioni. I primi interventi dovranno favorire il collegamento pedonale con il centro città. Si potrebbe prevedere ad esempio una passerella pedonale, protetta dal vento, all’altezza del Tribunale.

 

 

b) Edilizia convenzionata

 

Nel comune di Savona la disponibilità di abitazioni è quasi doppia alla necessità numerica della popolazione tuttavia esiste una forte richiesta di alloggi in edilizia convenzionata.

Da molti anni inoltre, si è riconosciuto l’ errore gravissimo di ghettizzare le fasce più povere della popolazione in quartieri costruiti in regime di edilizia convenzionata destinati infallibilmente al degrado.  Alla luce di ciò appare evidente che non si possa pensare a costruire nuovi stabili dedicati all’edilizia popolare ma occorrano forme più innovative di gestione del problema utilizzando risorse già presenti sul territorio per soddisfare questa esigenza permettendo inoltre un proficuo inserimento sociale.

L’amministrazione Comunale potrebbe intervenire nel normale mercato delle  locazioni svolgendo un ruolo di garante da un lato per la proprietà, per quanto riguarda la manutenzione dell’alloggio, la regolarità del canone, il rispetto della durata del contratto di locazione, dall’altro per l’inquilino permettendogli di ottenere un fitto proporzionato alle sue capacità economiche mediante una migliore contrattazione ed una integrazione pubblica.

 

Un altra possibilità è quella di attuare convenzioni con gruppi di inquilini affidando loro l’onere della ristrutturazione di edifici inutilizzati garantendo in cambio un canone ridotto per un numero stabilito di anni.

 

Infine il Comune potrebbe acquisire delle nude proprietà consentendo una vecchiaia più dignitosa a molti anziani nella sicurezza offerta dall’istituzione ottenendo, con il passare del tempo, un certo numero di alloggi di utilità sociale.

 

 

c)  Verde urbano

 

Nell’assetto dell’asse verde formato dai giardini di via Trincee, da  piazza del Popolo e dai giardini del Prolungamento a mare dovrà essere inserito un vero parco urbano ricavato dall’ampliamento del verde di piazza del Popolo sull’attuale parcheggio dell’Ata rendendo quest’ultimo sotterraneo e più capiente. Quest’ asse dovrà diventare il cuore verde della città, luogo di incontro ed aggregazione nonché volano per un progetto di vivibilità del cento cittadino.

Dovrà essere imposto il rispetto ed attuazione delle disposizioni dell'attuale regolamento di P.U. (art.38bis verde pubblico e privato) che prevede l'obbligo della ripiantumazione delle piante eliminate.

Dovrà essere prevista l’applicazione della LEGGE 29 GENNAIO 1992, nr. 113 ("Legge Rutelli") Obbligo per il Comune di residenza di porre a dimora un albero per ogni neonato, a seguito della registrazione anagrafica (G.U. n.40 del 18 febbraio 1992) secondo la quale i comuni devono provvedere a porre a dimora un albero nel territorio comunale, per ogni nato nel comune stesso, entro dodici mesi dalla registrazione anagrafica del nascituro. L'Ufficio Anagrafico Comunale registrerà sul certificato di nascita, entro quindici mesi dall'iscrizione anagrafica, il luogo esatto dove tale albero è stato piantato.

Sebbene non rifinanziata questa norma ha una enorme funzione di sensibilizzazione  dei cittadini e incentiva il sentimento di appartenenza al territorio.

Questa legge dovrà comunque essere applicata per il suo grande valore simbolico recuperando anche le inadempienze dal 1992 ad oggi. L’adempimento delle direttive della suddetta normativa, infatti potrà essere il motore trainante per una imponente opera di implementazione generale del verde cittadino in centro ed in periferia con la individuazione di aree degradate e prive di arredo urbano verde per la previsione di piantumazione di nuove essenze arbustive ed arboree.

 

 

d)  Zone Collinari

 

Il territorio collinare che circonda l’abitato del comune di Savona è stato finora discretamente tutelato dai bassi indici di edificabilità previsti dal PRIS salvaguardando un paesaggio che, come riconosciuto dalla Convenzione Europea del Paesaggio firmata degli Stati membri del Consiglio d'Europa e dall'Accordo Stato-Regioni ha un ruolo culturale economico ed ambientale.

In considerazione di ciò riteniamo che modificare l’assetto insediativo con la creazione dei cosiddetti “borghi liguri” sia il prodromo della urbanizzazione della fascia collinare

comportante un fattivo allargamento dei confini dell’abitato urbano e lo snaturamento paesaggistico della suddetta fascia già sufficientemente minacciata da una costante pressione edilizia.

Per tale motivo si dovranno mantenere intatti gli attuali indici di edificabilità rispettando i criteri dettati dal PTCP abbandonando l’aberrante concetto di presidio del territorio attraverso l’urbanizzazione.

Le strade progettate o esistenti (viabilità di collegamento, tracciati da restaurare, nuovi tratti della viabilità locale, viabilità tradizionale e di previsione) non dovranno intaccare l’equilibrio di zone particolarmente delicate dal punto di vista idrogeologico e paesaggistico-ambientale, aprendo possibili sbocchi ad iniziative speculative.

 

Recuperare il progetto verde della giunta Marengo, che voleva dire creare una rete di sentieri nella fascia collinare, riscoprire e valorizzare le aree napoleoniche, permettere il rilancio dell’ agricoltura locale, della selvicoltura  e del turismo rurale ma soprattutto fare della fascia boschiva una risorsa per la conservazione della biodiversità e per la riscoperta del territorio da parte degli abitanti di Savona e degli ospiti;

Riscoprire la fascia collinare vuole poi dire anche permettere di percorrere il bosco con la conseguente necessità di tenerli puliti, riducendo gli incendi boschivi e i rischi di abbandono e di degrado oltre a consentire la riscoperta di monumenti di pregio come il romanico savonese o le zone interessate dalla Lotta di Liberazione. Questo vuole dire inoltre  il recupero di aree da destinare all’ agricoltura in una logica di sviluppo occupazionale legata all’ ambiente e al sua conoscenza.

Si dovrà vigilare costantemente sul rispetto delle normative vigenti regionali, nazionali e comunitarie in materia di tutela e valorizzazione del paesaggio e degli ambienti naturali tra cui: aree tutelate dal Decreto Legislativo del 22 Gennaio 2004, n°42, i territori coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco; le aree sottoposte a vincolo idrogeologico SIC, zoneANI-MA, ANI-CE  individuate dall'assetto insediativo del PTCP; aree Protette Provinciali (17-LE-CA);presenza di numerosi habitat naturali di interesse prioritario individuati dalla Direttiva 92/43/CEE;presenza di aree di fauna minore tutelate ai sensi della L.R. 4/92; presenza di manufatti storici emergenti;

 

 

e)  Casa circondariale

 

L’attuale carcere di Sant’Agostino è un ghetto che chiede alternative e costringe i detenuti ed il personale di polizia penitenziaria a vivere e lavorare in una struttura, indecente e vergognosa;

Il PUC prevede la realizzazione di una nuova casa circondariale su un crinale impervio e boscato al confine fra i Comuni di Quiliano e Savona a poche centinaia di metri in linea d’area dalla sede dell’Ata. Oltre alla struttura di detenzione andrebbero anche realizzati spazi per gli alloggi delle guardie, i laboratori, le aree per le attività di riabilitazione dei detenuti ecc. e imponenti opere di urbanizzazione, in quanto la zona attualmente è priva dei collegamenti stradali che si renderebbero indispensabili per ospitare i detenuti. Alla luce di queste considerazioni e valutando la notevole acclività ed impervietà dell’area e le ridotte dimensioni del sito si ritiene che la realizzazione dell’opera comporterebbe  impattanti opere di sbancamento e  costi elevatissimi per le opere di urbanizzazione

Inoltre l’area è attualmente ricoperta da boschi e vegetazione arbustiva e sottoposta a tutela ai sensi del Dlgs 42/04, è inoltre sottoposta  a vincolo idrogeologico ai sensi della Legge 3267/23, è classificata come ANI-MA dall’assetto insediativo del PTCP, è iscritta negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, tutelati dal DLGS 42/04 art.142 ed a breve distanza da un sito archeologico, nel Comune di Quiliano, riportato dal “PTCP”  per la presenza di una Chiesa medioevale  e resti di un insediamento  presso la via romana;

Pur considerando improcrastinabile la realizzazione di una nuova casa circondariale per le attuali condizioni di detenzione nel carcere di S.Agostino, inumane per i detenuti e assolutamente inadeguate per il personale si dovrà individuare un altro sito che non comporti tali inaccettabili problemi di impatto ambientale e così elevati costi di realizzazione

 

 

2) Trasporti

 

 

 

a) Mobilità urbana

 

L’attuale gestione della mobilità urbana appare priva di una visione organica che tende a creare situazioni caotiche nonostante le ridotte dimensioni della città.

Per prima cosa dovrà essere messo a punto un piano integrato della mobilità urbana che coordini tutti gli interventi in fatto di mobilità, parcheggi e zone pedonali secondo un disegno preciso e razionale.

In particolare occorrerà:

- predisporre una direttrice di attraversamento della città che sia sufficientemente scorrevole ma salvaguardi il centro della città e  delle linee di penetrazione rapida  interfacciate con i parcheggi principali.

- la movimentazione dei traffici da e per il porto, destinata ad aumentare dovrà essere convogliata su ferrovia al massimo grado raggiungibile aumentando la collaborazione con l’autorità portuale in questo senso mentre per la parte su gomma occorrerà prevedere una direttiva che limiti al massimo l’impatto sul traffico cittadino.

- la creazione di nuovi parcheggi dovrà essere proseguita ma non potrà comportare la penalizzazione del verde pubblico. Dovrà essere previsto il divieto assoluto di destinare parchi, giardini o zone comunque alberate alla costruzione di parcheggi sotterranei.

- il parcheggio di piazza del Popolo dovrà essere interamente disponibile nella giornata di lunedì mediante lo spostamento del mercato settimanale nelle zone pedonali del centro città.( v. Commercio)

- Le aree pedonali rendono le città più vivibili ed accoglienti. Si dimostrano vincenti in termini commerciali per gli esercizi che vi si trovano perché il centro pedonale è naturalmente utilizzato come zona di ritrovo, di passeggio e per gli acquisti. Quasi tutte le città hanno ormai aree pedonali più o meno estese che sono diventate le zone più belle della città con grande soddisfazione dei cittadini e dei commercianti.

A Savona si dovrà proseguire con la introduzione delle zone a traffico limitato della zona ottocentesca compresa Via Paleocapa che potrà cosi godere di una straordinaria riqualificazione ritornando una delle vie principali della città.

 

Riteniamo che sia possibile, mediante l’uso bilanciato di strumenti quali i parcheggi, le Z.T.L. le aree pedonali e vie riservate ai mezzi pubblici,  migliorare la qualità della vita dei cittadini aiutare il commercio e l’appetibilità turistica della città.

 

b) Trasporto pubblico

 

La scelta del comune dovrà essere netta a favore del sistema del trasporto pubblico.

La città sta soffocando sotto il pesante pedaggio di automobili e dell’ assenza di  aree pedonali se si eccettua la modesta area di Corso Italia, che peraltro non è mai stata estesa neppure alle vie limitrofe.

Sostegno al trasporto pubblico e aumento delle zone pedonali (in particolare nel centro ottocentesco) con parcheggi posti ai punti di accesso alla città possono costituire una scelta vincente in cui il trasporto pubblico costituisca uno strumento in mano agli enti pubblici per garantire una migliore qualità della vita  a tutti i cittadini.

In quest’ottica le ultime vicende di deficit dell’ACTS ripianate dalla collettività comportano ad una riflessione sulla mancanza di competitività del servizio pubblico. E’ su questo terreno che l’amministrazione comunale può e deve intervenire per esempio aumentando la velocità commerciale degli autobus mediante una rete di corsie preferenziali realmente protette dall’assalto delle vetture private, individuando percorsi in centro riservati ai mezzi pubblici che li renda l’unico mezzo di trasporto utilizzabile,  dotando tutte le fermate di un riparo per i passeggeri in attesa e sedili per anziani e disabili (tutti costi che potrebbero essere sostenuti dalle pubblicità inserite nei pannelli).

 

Dovrà anche essere prevista la graduale sostituzione degli attuali mezzi a gasolio con analoghe vetture a metano per il limitato impatto ambientale e la competitività nel costo del carburante.

 

 

 

3) Ambiente

 

 

a) Rifiuti

 

La gestione dei rifiuti solidi urbani dovrà basarsi su una serie di presupposti fondamentali ed ineludibili:

 

- Nessuna forma di incenerimento nè totale, con la costruzione di termovalorizzatore, nè parziale con la produzione di cdr da destinarsi a qualsivoglia utenza.

 

- Raccolta differenziata spinta al massimo livello raggiungibile da realizzarsi con le metodologie considerate più opportune ponendo come valore primario il raggiungimento di risultati ambientali e in secondo piano le considerazioni di tipo economico

 

- Introduzione di politiche locali per la riduzione della produzione di rifiuti attraverso accordi con le realtà produttive, la distribuzione, la ristorazione, ecc. in ispirazione diretta alla filosofia “rifiuti zero” che, correttamente considera la produzione di rifiuti come un grave errore del ciclo del consumo da correggere in quanto sottrae risorse al sistema.

 

- Realizzazione di una seria e permanente campagna di sensibilizzazione e di educazione della popolazione da effettuarsi anche nelle scuole, sui posti di lavoro, nelle associazioni.

 

- Introduzione immediata della contribuzione a tariffa ed eliminazione della TARSU con la previsione di una serie di incentivi per i comportamenti virtuosi e di penalizzazioni secondo il criterio europeo che “chi inquina paga”.  

 

- Inasprimento delle pene pecuniarie per quanti violino norme ambientali sullo smaltimento di rifiuti di qualsiasi genere e avvio di una reale opera di controllo da parte della polizia urbana.

 

- Si dovrà infine avviare compiutamente la pratica degli “acquisti verdi” da parte dell’amministrazione comunale estendendola, come condizione vincolante, anche alle società o ditte che vogliano partecipare a gare d’appalto del Comune.

 

 

 - Discarica di Cima Montà

 

Considerato che è previsto un progetto di ampliamento del IV lotto della Discarica R.S.U. di Cima Montà (SV), mentre nel PUC vi è una previsione di realizzazione di un nuovo lotto funzionale riteniamo che a fronte dell’elevata suscettibilità al dissesto del sito circostante in quanto la zona è geologicamente costituita da roccia particolarmente friabile, dei problemi di decontaminazione da inquinamento pregresso nelle aree a valle e laterali rispetto alla discarica in esaurimento, delle ulteriori contaminazioni che possono giungere anche al Torrente Lavanestro, Rio Montà ed rii minori e data la particolare situazione geomorfologica di molte aree che favoriscono soliflussi ed assestamenti dei pendii è da considerare pericoloso un aumento dei sovraccarichi sui versanti mediante la realizzazione di nuovi abbancamenti.

La discarica di Cima montà andrà quindi chiusa immediatamente aprendo un confronto con la Provincia per una politica dei rifiuti, che privilegi il compostaggio e la raccolta differenziata spinta al massimo e porta a porta, riformando la “mission” dell’ ATA per farla divenire una azienda pubblica di ambito sovracomunale e volta ad essere il braccio operativo degli enti locali dato che i rifiuti da “problema” possono divenire una vera risorsa per la collettività e rigettando, infine la logica della discarica e dell’ inceneritore per andare verso nuove pratiche.

b)  Piano di bacino

Considerato che il territorio comunale è caratterizzato dalla presenza di aree classificate
a rischio medio, alto e molto alto (suscettività al dissesto) dal Piano di Bacino, su cui si rende necessario un regime di salvaguardia da possibili nuovi insediamenti edilizi ed infrastrutturali, l’intervento sul bacino del Letimbro si viene a saldare fortemente con il recupero del progetto verde poiché pulizia dei boschi, applicazione di tecniche di ingegneria naturalistica nella rimozione dei pericoli di dissesto sui fiumi, recupero complessivo alla selvicoltura del bosco, possono costituire strategie positive nella corretta gestione dei corsi d’acqua.

Il fiume infatti deve essere considerata una risorsa naturale, che ha i suoi cicli stagionali e soprattutto le sue aree di espansione per cui diviene essenziale formare una pianificazione di bacino, che veda nello strumento un mezzo per un governo partecipato dei fiumi come previsto peraltro dalla legge 183 sulla difesa del suolo e soprattutto un utile mezzo per stabilire rapporti di continua e costante collaborazione fra gli enti preposti (comune  e provincia )nella gestione dei corsi d’acqua.

In questo contesto potrebbe essere interessante valutare l’affidamento al Parco del Beigua dell’ area del bosco di Cadibona gravitante sul territorio comunale al fine di esaltarne le potenzialità attrattive e produttive in un contesto adeguato.

Particolare impegno dovrà essere posto alla rinaturalizzazione del tratto terminale del torrente  Letimbro trasformato in  uno squallido canale di scolo cementificato a totale sfregio delle vigenti normative e della sensibilità paesaggistica.

 

 

c)  Arenili

 

La tutela degli arenili è vitale per la protezione della costa e di una importante risorsa turistica. Occorrerà valutare studi approfonditi effettuati da soggetti qualificati che abbiano come obbiettivo non solo il mantenimento delle spiagge ma anche, e soprattutto il mantenimento o ripristino del complesso sistema naturale di interazione tra l’apporto di inerti da parte dei torrenti e l’interazione con le correnti marine. Questo comporterà una forte determinazione a correggere situazioni quali la cementificazione dell’alveo dei torrenti, il prelievo di inerti dagli stessi, la costruzione di opere sulla costa che nuociano al naturale gioco delle correnti  e non ultimi importanti interventi a difesa delle praterie di posidonia. E’ anche e soprattutto la scomparsa di querta importante componente dei fondali marini che ha favorito l’erosione degli arenili.  In breve è nostra convinzione che in gran parte il fenomeno dell’erosione delle coste sia dovuto ad una eccessiva pressione antropica sul litorale.

 

 

d)  Risparmio energetico ed energie rinnovabili

 

Il risparmio energetico dovrà essere tra le priorità dell’amministrazione comunale per i seguenti motivi:

 

- è condizione fondamentale per uno sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale.

- è imposto dall’adesione dell’Italia al protocollo di Kioto per la riduzione delle emissioni di CO2.

- è basilare nel ridurre la dipendenza del paese dall’importazione combustibili fossili.

- aiuta l’economia reintroducendo risorse sul mercato locale, mediante investimenti in tecnologia, sottraendole all’acquisto di combustibili fossili.

 

Alla luce di ciò dovranno essere varate normative mirate nel campo dell’edilizia civile ed industriale, si dovranno incentivare comportamenti virtuosi dei cittadini anche mediante sgravi contributivi, dovranno essere previsti investimenti per l’illuminazione, per il riscaldamento degli edifici pubblici ecc.

 

Si dovrà introdurre, sull’esempio di alcuni comuni italiani, una certificazione della classe energetica degli edifici che consenta di attestare il maggior valore di immobili a basso consumo energetico al fine di riconoscerlo ai proprietari in sede di affitto o compravendita.

Sono altresì indispensabili due elementi:

 

L’uso delle energie rinnovabili dovrà essere incentivato mediante  l’introduzione di specifiche normative, l’incentivazione economica con sgravi contributivi , la semplificazione delle procedure burocratiche, la creazione di uno sportello comunale per la consulenza tecnica e amministrativa ai cittadini.

 

 

 

4) Welfare

 

Sul Welfare occorre considerare un dato essenziale. Oggi la sfida degli enti locali va verso una società caratterizzata da un alto  tasso di precariato e con gravi squilibri sociali oltre ad una forte presenza di immigrazione anche di minori.

Due devono essere gli elementi caratterizzanti un nuovo modello di welfare municipale:

·         L’ estensione dei diritti;

·         La necessità di creare una forma partecipata di gestione del sistema welfare, che si può denominare piano regolatore sociale.

Nel primo caso occorrerà assumere ogni singola persona, italiana ed extracomunitaria, uomo o donna  come soggetti portatori di diritti ad una forma di servizi sociali di cui l’intera collettività si dovrà fare carico.

Estendere il “welfare dei diritti” vuole infatti dire assumere nella responsabilità collettiva l’accoglienza degli immigrati, la differenza di genere, i gravi problemi connessi con i redditi insufficienti di disoccupati, precari o le pensioni di molti anziani.

Questo dato della responsabilità collettiva vuole dire sostanzialmente dare attuazione ad un piano regolatore sociale, che costituisca a somiglianza di esperienze in corso in molte altre realtà italiane (Genova, Roma ma anche Albenga - almeno a livello embrionale)  lo strumento regolatore del welfare dove ogni associazione, il volontariato, le organizzazioni laiche e religiose, gli enti locali, il terzo settore, la cooperazione, le Opere sociali, i sindacati e le associazioni dei pensionati,  vengano chiamati a confrontarsi  sulle principali problematiche cittadine attraverso una programmazione degli interventi coordinata e soprattutto una continua verifica e progettazione comune degli interventi realizzati o da realizzare.

In tale modo si potrà garantire una crescita collettiva della capacità progettuale e soprattutto una integrazione degli sforzi di ognuno verso la realizzazione di una città accogliente e partecipata, che ognuno di noi vuole realizzare.

Il grado di civiltà di una società si misura da come sa prendersi cura degli elementi più deboli.

 

 

a)  Anziani

 

Savona è una città molto anziana e vi sono situazioni di straordinaria drammaticità e di grande sofferenza che non emergono ma che sono molto diffuse.

Anziani che vivono soli, privi od abbandonati dei parenti, che spesso non sono nemmeno in grado, per problemi fisici o scarsità di mezzi culturali, di usufruire di quello che la società mette loro a disposizione.

Per questo si dovrà provvedere a fornire loro, prima di tutto, delle figure professionali che siano in grado si supportarli nei rapporti con le amministrazioni pubbliche ma soprattutto nella gestione dei problemi quotidiani, dalla gestione delle utenze alla prevenzione delle truffe.

Questo servizio dovrà avere una dimensione circoscrizionale per facilitarne la fruizione da parte di soggetti per i quali la stessa distanza geografica costituisce un problema insormontabile.

 

Dovrà poi essere  assolutamente ampliata l’offerta pubblica di residenze protette e di strutture diurne per i soggetti non autosufficienti  che attualmente gravano sulle famiglie in modo spesso drammatico. Questo problema è, per noi, fra i più urgenti, soprattutto in una città “anziana” come la nostra e dovrà essere affrontato senza trincerarsi semplicemente dietro carenze di bilancio.

 

 

b) Minori e famiglia

 

Ogni azione dovrà essere compiuta alla luce del principio che la famiglia è il luogo ideale per la crescita e la strutturazione dell’individuo ed ogni altra soluzione dovrà essere considerata come ”estrema  ratio”.

In quest’ottica il ricorso a strutture residenziali per i minori andrà ridotto al minimo e questo provvedimento non potrà essere preso nel caso che la famiglia sia impossibilitata al mantenimento per motivi puramente economici.

Lo scopo dell’azione dei servizi sociali dovrà essere più mirato alla prevenzione del disagio, occorrerà mettere  a punto, in collaborazione con realtà diverse ed in primo luogo con le scuole, una rete di monitoraggio di situazioni potenzialmente pericolose al fine di poter fornire da subito un sostegno di qualsiasi natura ( economico, psicologico, legale ecc.) alle famiglie a rischio.

E’ noto, agli operatori del settore, che spesso sarebbe possibile evitare situazioni di grave sofferenza familiare semplicemente con un opera di “tutoraggio”. Queste politiche, oltre ad avere benefici riflessi sulla riduzione dei casi di disagio sarebbero anche molto più economiche dati i costi dell’ affidamento di minori a strutture residenziali.

 

Grande attenzione andrà posta ad una opera di radicale di qualificazione professionale del personale operante nei Servizi Sociali e ad una continua opera di supervisione da parte di figure dotate delle competenze adeguate a garantire la qualità e l’efficacia degli interventi.

Sarà fondamentale poi sviluppare il concetto di lavoro in rete sia fra le componenti dei Servizi Sociali sia tra le varie istituzioni e realtà presenti a vario titolo sul territorio (ASL, Questura; Provincia, Regione, associazioni di volontariato) al fine di massimizzarne la fruizione da parte dei cittadini ed evitare sprechi o disservizi.

 

Non ultimo dovranno essere aumentate le collaborazioni e le convenzioni con associazioni di volontariato che spesso sono in grado di fornire una assistenza qualificata e una componente umana spesso carente alle strutture pubbliche.

 

 

 

5) Sviluppo

 

La tematica dello sviluppo va posta in relazione alle problematiche, che in questi anni stanno emergendo ovvero ha ancora senso parlare di sviluppo, anche sostenibile, quando il mondo rischia di finire a rotoli? Ha ancora senso in un mondo attraversato da gravi ingiustizie sociali e da molti squilibri, causati anche dalla presenza della  guerra parlare di sviluppo o forse è meglio introdurre il termine di decrescita, anche felice o conviviale ovvero un modello di vita meno legato alla crescita economica e ai dati del PIL e più attento alle esigenze dei cittadini e dei lavoratori ed alle istanze di sicurezza e di giustizia sociale.

Noi infatti pensiamo ad una città ospitale e solidale non solo verso gli immigrati, a cui crediamo che vada riconosciuto il diritto di voto alle elezioni ammnistrative, ma anche verso tutti i popoli con una politica di cooperazione internazionale in primo luogo verso il Mediterraneo.

Savona, città medaglia d’oro della Lotta di Liberazione, negli anni ha saputo varare importanti progetti di dialogo e confronto con popoli e culture del Sud del mondo.

E’ ora di riprendere il cammino interrotto perché la città può dare il proprio contributo ad un mondo più giusto ed equo oltrechè magari in fase di decrescita.

 

 

a) Agricoltura

 

Sarà opportuno varare, d’ intesa con i comuni del comprensorio, (Quiliano in primo luogo) e nell’ ambito del progetto verde una politica tesa a favorire un recupero dell’ agricoltura locale.

Si tratterà in primo luogo di favorire processi di recupero di aree da destinare alla coltivazione, utilizzando gli strumenti legislativi esistenti, al fine di costruire forme di reddito integrativo.

Si potrà poi prevedere la possiblità di integrare tutto ciò con la selvicoltura e progetti di reinserimento di forme di agriturismo o di bed and breakfast. Si dovranno valorizzare   i mercatini locali e biologici e i relativi produttori, assumendo una netta posizione contro i prodotti OGM e divenendo comune anti –OGM con apposita deliberazione consiliare.

In accordo, ad esempio, con il Gruppo di Acquisto Solidale (GAS), la Bottega del commercio equo e solidale, le associazioni dei commercianti e dei produttori, le scuole si potrebbero ad esempio organizzare cicli di incontri, sulla conoscenza dei prodotti del comprensorio savonese e del territorio ligure alpino e appenninico.

In questa ottica, il comune dovrà adottare una delibera a difesa delle proprie produzioni agricole introducendo la Denominazione Comunale d’Origine (DECO) e la sperimentazione del Prezzo Sorgente ovvero l’obbligo di indicare presso il venditore finale i mutamenti di prezzi subiti dal prodotto durante i passaggi nella filiera commerciale trattandosi di una forma di tutela dei produttori, dei consumatori e degli stessi commercianti. 

 

 

 b) Turismo

 

Nemmeno la inaspettata occasione delle crociere Costa è riuscita a risvegliare dal torpore atavico l’amministrazione cittadina e gli operatori economici del settore sebbene Savona abbia tutti i requisiti per avere una discreta attrattiva turistica.

Il complesso monumentale del Priamàr, la Cappella Sistina, la Cattedrale, la Pinacoteca, il centro storico sono elementi di grande pregio che molte città ci invidierebbero. Tuttavia sono a malapena state salvate dal degrado. La loro promozione turistica è totalmente assente.

Le azioni principali da attuare al più presto saranno:

 

- Pubblicazione di una guida dettagliata della città ad uso turistico.

- Creazione di un ufficio di promozione turistica nella zona crociere del porto di Savona in grado di offrire tutte le informazioni necessarie alla fruizione della città.

- Creazione di una rete di locali i grado di offrire, in ambienti caratteristici, i piatti della tradizione cittadina eventualmente in collaborazione con i presidi “slow-food”.

- L’incentivazione ed il coordinamento delle aperture commerciali nel centro città in concomitanza con il calendario croceristico.

- L’organizzazione e, soprattutto, la pubblicizzazione di eventi culturali, musicali, teatrali ecc.

- La creazione, nel centro città, in collaborazione con Provincia e Regione di una mostra – mercato permanente dei prodotti locali tipici strutturata per far provare e soprattutto conoscere i prodotti enogastronomici, artigianali, culturali liguri.

 

 

c)  Commercio

 

Una ulteriore attività di insediamento di grandi centri commerciali non è più tollerabile rappresentando una minaccia mortale al piccolo commercio che è un humus fondamentale per la vivibilità delle città soprattutto nelle periferie.

L’errore compiuto con l’insediamento del centro “il Gabbiano “ così vicino al centro città e quello che si sta compiendo nelle aree ex Metalmetron non dovrà ripetersi.

Il punto fondamentale di queste operazioni non è solo il danno ad una categoria importante (i commercianti) ma soprattutto la profonda opera di “desertificazione” delle periferie ( vedi quartiere di Fontanassa o del Santuario”) che private del piccolo commercio e dei relativi effetti vivificanti del tessuto urbano diventano quartieri dormitorio e quindi ad alto rischio di degrado.

E’ in quest’ottica che si dovrà promuovere la nascita di Civ (Comitati integrati di Via) in grado di gestire, in sinergia all’amministrazione comunale, estese aree cittadine al fine di contrastare con più forza l’attrazione dei centri commerciali. Questa sarà anche l’occasione per promuovere il mercato dei prodotti locali che spesso ricevono scarsa attenzione da parte della grande distribuzione nonostante l’indubbio valore in termini qualitativi, di sostenibilità ambientale e di ricaduta economica.

 

Il mercato del Lunedì è una grande risorsa per la città e richiama frequentatori da tutto il comprensorio.

L’aver mantenuto il mercato in una zona “delimitata” della città è una particolarità tutta Savonese che trova riscontro in pochissime altra città italiane od europee.

In tale ottica, nonostante le eventuali resistenze che siamo certi verranno meno con una adeguata opera di concertazione il mercato andrà spostato nelle zone  del centro attualmente a traffico limitato al fine di avere da un lato l’eliminazione dei lunedì neri per il traffico cittadino dovuti alla scarsità di parcheggi, dall’alto una vivificazione del centro cittadino come accade ovunque talvolta addirittura con mercati permanenti.

 

 

d)  Porto

 

La portualità rappresenta una fondamentale fonte di ricchezza per la città con grandi prospettive di sviluppo che però devono conciliarsi con la vivibilità della città. In particolare i collegamenti con le aree di retroporto individuate in valbormida dovranno essere realizzati in massima parte per ferrovia in modo da non sottoporre ampi tratti cittadini al traffico pesante. Su questo punto andrà condotta una forte opera di contrattazione con l’autorità portuale senza cedimenti.


 

Porticciolo della Margonara

 

Siamo stati da sempre contrari alla sua realizzazione sia per l’inaccettabile impatto ambientale e paesaggistico sull’ultimo tratto intatto del litorale savonese, sia per la sua dubbia necessità, dato l’enorme offerta di posti barca reali o potenziali nelle vicinanze (Varazze e aree prossimamente a disposizione nel porto di Savona), sia per il suo inserimento in una zona dalla viabilità fortemente critica. Grande preoccupazione desta anche la sorte della prateria di posidonia appena scoperta in questa zona nonchè gli effetti di questa opera sulle correnti e il moto ondoso. Non ultimo raccapriccia l’idea di sacrificare alla speculazione edilizia questo tratto storico di spiaggia savonese di cui, lo scoglio della “Madonnetta”, è il simbolo più amato. 

 

 

e)  Attività produttive

 

Negli scorsi decenni Savona non è stata capace di riconvertire le proprie attività produttive seguendo le rinnovate esigenze del mercato industriale andando incontro ad una vera e propria smobilitazione e una conseguente pesantissima crisi economica.

Noi crediamo che, data la posizione geografica, la presenza sul territorio di maestranze ad alta specializzazione vi sia la possibilità di far insediare nel comprensorio aziende dedite a produzioni di alto valore aggiunto, basate su elevati livelli tecnologici.

Compito del comune sarà quello di contattare realtà produttive in via di espansione o di trasferimento, offrire loro spazi economicamente convenienti e ben serviti dal punto di vista infrastrutturale e garantire grande disponibilità e velocità nell’espletamento delle pratiche burocratiche.

 

 

6) Tessuto sociale Cultura

 

La cultura costituisce uno dei banchi di prova della città. La chiusura di due anni del teatro civico e l’ affollamento ai concerti nelle chiese, l’ esistenza di numerose compagnie teatrali amatoriali, la vitalità dei gruppi musicali giovanili, l’attività dei Cattivi Maestri e del Filmstudio oltre a quella di Savonateatro aprono importanti riflessioni sul ruolo e sulle esigenze di spazi culturali in città.

“Non di sole piazze vive l’ uomo!”, pensando all’ operazione Metalmetron dove lo spazio pubblico non prevede luoghi di aggregazione.

Noi crediamo invece indispensabile:

- Creare spazi musicali per i giovani coordinandolo con quello della Chiavella;

- Coordinare le sedi teatrali anche amatoriali esistenti (Salesiani e teatro Letimbro,ad esempio ) al fine anche di valorizzare le zone periferiche della città dando modo a tutte le compagnie amatoriali di esprimersi;

- Dare giusto ed adeguato valore all’ Orchestra Sinfonica e al Teatro dell’Opera Giocosa oltre alla Scuola di Musica Cittadina, che costituiscono uno dei fiori all’ occhiello della città;

- Potenziare il sistema delle biblioteche di quartiere puntando alla creazione di un unico catalogo cittadino, unendo le strutture del museo archeologico, di storia patria, della biblioteca delle donne, a somiglianza degli importanti sforzi che sta conducendo in tale senso la biblioteca civica di Finale Ligure.


 

a) Priamar

 

Uno dei principali luoghi di possibile aggregazione in città è costituito dal complesso monumentale del Priamar.

Già l’ uso dei termini deve essere chiarito poiché il Priamar è una fortezza all’ aspetto esteriore come è stata costruita da i genovesi da in realtà sopra la collina è nata e si è sviluppata la città di Savona, che poi si è gradatamente sviluppata nella piana circostante.

Da questa base si capisce quanto la collina del Priamar sia legata alla città e quanto la definizione di complesso monumentale sia importante per riconoscere la complessità delle stratificazioni sociali e culturali cresciute su di essa.

Da qui deriva l’ esigenza di valorizzare al massimo le potenzialità del museo archeologico ampliandone gli spazi e i percorsi espositivi allo scopo di creare sul Priamar il museo della città a cui affiancare una collezione di stampe e fotografie dell’ evoluzione storica della stessa.

In questo contesto dovranno anche essere aumentate le visite guidate al monumento e favorita al massimo l’ integrazione fra il museo archeologico e il tessuto urbano cittadino sotto due profili:

 

 

Si tratterà in sostanza di rendere ancora più stringente l’ attività del museo archeologico, diretto in modo molto positivo dall’istituto Internazionale di Studi Liguri, legandola alle esperienze educative cittadine.

Sul Priamar potranno poi trovare spazio altre attività culturali sia come sedi permanenti che come attività espositive.

In primo luogo sarà possibile pensare, accanto al Museo Pertini e al Museo Cuneo, all’acquisizione della “collezione Rescio”, che richiama opere di arte contemporanea e di sperimentazione artistica oltre ad una stagione di grande  valore come quella della galleria d’arte “Brandale”.

Sarebbe anzi interessante valutare proprio intorno alla memoria di Rescio e alla sua attività  di critico d’arte e gallerista di costruire sul Priamar una sede permanente di ricerca e d’incontro fra artisti contemporanei.

Sul piano delle mostre sarà opportuno utilizzare gli spazi a ciò destinati ospitando anche allestimenti temporanei di materiale comunale ( es. una mostra sul materiale esistente nel museo civico di storia naturale,…) e puntare verso la possibilità di ospitare mostre di rilievo internazionale entrando nei circuiti a ciò preposti.

Chiaramente questo dato apre il discorso della partecipazione dei privati alla gestione delle strutture espositive nonché dell’ intero complesso monumentale e la necessità di integrare le esposizioni con quelle esistenti sul territorio proponendo magari promozioni comuni (es. con il complesso di Santa Caterina di Finalborgo).

Si potrebbe pensare per ipotesi ad esperienze di città simili a Savona come Treviso, Cremona, Mantova, che hanno saputo creare una adeguata sinergia con strutture private, giungendo ad ospitare eventi culturali di prim’ordine.


 

b)  Luoghi di aggregazione

 
Ripensare Il Quartiere /la Circoscrizione
 
L’idea è quella di prevedere incontri periodici per rilevare le richieste dei cittadini in relazione alla  gestione del tempo libero,
 introducendo così, anche in questo settore, un percorso di democrazia partecipata.
 Mediante questi incontri si potranno ridefinire e/o potenziare i luoghi di aggregazione, diversificati per età, anche 
con attenzione ai cittadini di altre etnie.
Tale processo mira a considerare l'esistente per potenziarne le possibilità; si tratterà cioè di individuare
 le strutture già esistenti  (ad es. in collaborazione con l'ARCI per le SMS; Oratori;Parrocchia ) 
dotate di locali adeguati  che promuovono incontri fra persone e svolgimento di manifestazioni;
A tale scopo si potrà utilizzare per es. Piazza Sisto IV, la Darsena, Il Priamàr, il Convento di S.Giacomo ecc.
 
 
c)  Contenitori culturali
 
Prevedere momenti di incontro con i soggetti che attualmente esercitano sul territorio una funzione culturale 
( dal cinema alla ceramica ..)per rilevare punti di vista, aspettative, proposte, inserire la città in un circuito
 ad ampio respiro capace di leggere e cogliere realtà nazionali, dare spazio a varie forme di cultura e prevedere
 l'ingresso di nuove, rivisitare gli attuali contenitori culturali, fruizione, collegamenti, gestione
 degli stessi, individuare nuove modalità e tempi anche in collegamento con i comuni limitrofi.
 
 
d)  Università
 
Si dovranno curare i rapporti con la struttura universitaria, individuare forme di collaborazione con i docenti
 aventi una ricaduta sul territorio  con interesse alle forme di avanguardia, prendere in considerazione e potenziare
 i progetti che curano la comunicazione a livello locale (per es. la radio dell'università), recuperare,
 per uscire dal provincialismo, modalità di rapporto e collaborazioni con i talenti che hanno trascorso
 parte della vita a Savona e che attualmente operano in un'altra sede.

 

 

e)  Democrazia partecipata

 

Oggi la città dispone di cinque circoscrizioni, che sembrano riprodurre nel piccolo tanti consigli comunali

 per cui è necessario rimettere mano ai processi partecipativi, legandoli anche all’ attuazione di Agenda 21.

Bisognerà infatti coinvolgere tutti i cittadini e le associazioni nelle scelte fondamentali che riguardano

 il territorio non limitandosi a mere audizioni prima di adottare un provvedimento definitivo

poiché esse rischiano di apparire ormai inutili e  rituali.

Bisognerà invece coinvolgere i cittadini tramite anche strumenti di democrazia elettronica nella fase

 progettuale delle scelte fondamentali cittadine oltre ché nella fase di attuazione per giungere

ad una elaborazione partecipata dei principali provvedimenti comunali.

Rimane ovviamente fermo che le principali scelte devono essere compiute dagli organi deliberativi

comunali ma che la fase partecipativa  è fondamentale per giungere alla definizione di progetti

 e percorsi condivisi, che coinvolgano tutti i cittadini .

In questo contesto sarebbe utile sperimentare proprio a partire dalle circoscrizioni e dal loro ricco

tessuto associativo una forma di bilancio  partecipativo a somiglianza di quanto proposto dagli enti uniti

 nella Rete del Nuovo Municipio, a cui dovrebbe aderire pure il comune di Savona.

Le assemblee di quartiere potrebbero infatti definire priorità di investimento e di opere da eseguire 

nel territorio circoscrizionale offrendo  elementi utili alla formulazione del bilancio comunale

 e alle decisioni assunte dai consigli circoscrizionali.

 

 

f)   Contratto sull’acqua

 

Il comune di Savona dovrà impegnarsi perché l’ acqua sia un diritto e non un bisogno e perché al diritto

all’ accesso all’ acqua sia necessariamente  collegato alla responsabilità collettiva e quindi pubblica

 di renderlo effettivo.

Questo potrà avvenire con l’ introduzione di fasce gratuite nel consumo dell’acqua addossando,

finché sostenibile dalla fiscalità generale, una  quota  il più possibile vicina a quella convenzionalmente

 ritenuta necessaria alla vita e  avviando  un meccanismo di democrazia partecipativa, che chiami

 i lavoratori e i cittadini ad un nuovo sistema di gestione della risorsa idrica, che punti al risparmio

e all’ efficienza del servizio.

Auspichiamo che tale meccanismo di partecipazione popolare investa in breve   tutti i  principali

assetti comunali, passando quindi ad una radicale  riforma dei meccanismi di decentramento.

 

Questa impostazione dovrà contestualmente portare in breve tempo alla nascita, dalle operazioni

di riordino societario del consorzio del depuratore, di un forte soggetto pubblico in grado di

 assumere la gestione diretta dell’ intero ciclo idrico.

 

 

g)  Tempi della città

 

Il mancato coordinamento tra gli orari del settore dei servizi siano essi pubblici o privati, ed i comuni

orari di lavoro è da un lato fonte di grave disagio per il cittadino, dall’altra provoca la perdita di ore

lavorative ed, in sintesi, un danno per la qualità della vita e per l’economia della città.

 La proposta è quella di promuovere una nuova filosofia nella offerta di servizi al pubblico con orari

continuati o serali o festivi in modo da permettere  ai lavoratori e alle famiglie di avere un rapporto

 più rilassato con la pubblica amministrazione.

Tale filosofia potrebbe essere incentivata anche tra i privati mediante sensibilizzazione e coinvolgimento

 per es. degli esercizi commerciali. 

h)  e-governement 

L’ utilizzo dell’informatica e di internet è in aumento esponenziale nella popolazione, non solo nelle fasce più giovani.

Al contrario lo sfruttamento di questa tecnologia è agli albori nel settore pubblico sebbene consenta enormi risparmi

in termini di tempo, di materiale, di spazi e permetta di offrire un servizio efficiente ed attivo in modo permanente,

a domicilio dell’utente ed in tempo reale.

Mediante internet si possono fornire informazioni dettagliate, dialogare con i cittadini, fornire certificati, permettere visure,

 ricevere dati aggiornati, ecc.

Occorrerà quindi prevedere una drastica implementazione delle funzionalità web del Comune e la, sua relativa pubblicizzazione sia ai cittadini

 sia a coloro che, per lavoro, sono in continuo contatto con l’amministrazione comunale.

Il sito web del Comune dovrà essere un vero e proprio “portale della città” dove trarre tutte le informazioni relative alle attività istituzionali, ai servizi, ai trasporti, alle iniziative culturali, alle realtà associative ecc

Dovrà inoltre essere promossa una attività di rete con le altre amministrazioni pubbliche sul territorio utilizzando la via informatica per scambiare

 dati e velocizzare le procedure amministrative evitando al cittadino inutili e massacranti pellegrinaggi.

 

Infine si dovrà prevedere di pubblicare in tempi utili e nella forma più completa possibile tutti i progetti di intervento pubblico al fine di permettere

ai cittadini di prenderne visione e di valutarne la portata eliminando così l’ attuale deficit di trasparenza della amministrazione comunale

 

 

7) Tutela degli animali

 

1)          Approvazione del “Regolamento comunale per la tutela degli animali” già proposto senza esito nella precedente legislatura dall’ENPA.

2)           Attuazione della Legge Regionale 23/2000, nella parte relativa all’istituzione di poli di emergenza veterinaria per il soccorso degli animali feriti,

malati e traumatizzati, in collaborazione e convenzione con le Associazioni animaliste savonesi.

3)           Conservazione e sviluppo delle aree verdi cittadine, con completamento delle zone riservate ai cani (già in parte realizzate), in modo da risolvere

 il problema delle deiezioni canine con i servizi, disciplinando la circolazione degli animali in città senza ricorrere a divieti di accesso e limitazioni di transito

4)          Rinnovo delle convenzioni con le associazioni animaliste savonesi per il ricovero e la custodia dei cani randagi, la sterilizzazione delle colonie feline l

ibere ed i l soccorso dei gatti liberi feriti, malati e traumatizzati.

5)           Promozione di oasi feline cittadine per una corretta gestione delle colonie di gatti liberi; costruzione di un'oasi felina cittadina protetta,

 da affidare all’ENPA, per il ricovero temporaneo dei gatti sterilizzati e per quello definitivo dei soggetti non autosufficienti o appartenenti ad anziani defunti

o che non possono più detenerli.

6)          Controllo delle colonie cittadine di animali in eventuale soprannumero (colombi, etc.)  solo con metodi non cruenti e rispettosi della loro sopravvivenza

7)          Sviluppo di campagne d'informazione finalizzate al collocamento degli animali domestici abbandonati, alla loro corretta detenzione, al controllo delle

nascite ed al rispetto delle norme sul tatuaggio dei cani, all’educazione dei giovani nelle scuole .

8)          Creazione dell'Ufficio per i diritti degli animali, con collaborazione e consultazione permanente delle Associazioni animaliste in tutti i settori che

 li riguardano o li coinvolgano a qualsiasi titolo.

9)          Soluzione in tempi brevi dell’annoso problema del canile comunale di Legino, con realizzazione di una nuova struttura, in area idonea e sufficientemente

isolata alla periferia della città, con tre settori, dedicati rispettivamente al ricovero dei cani in osservazione sanitaria, in prima degenza  e in lungo degenza

13) Stipula di una convenzione con le Guardie Zoofile Volontarie dell’ENPA  per la vigilanza sulla tutela degli animali.

14) Promozione di una cultura che rifiuti le crudeltà sugli animali con particolare attenzione a quelle perpetrate nella filiera alimentare, sensibilizzazione

dei cittadini al consumo di cibi biologici ed equo-solidali e la possibilità , nelle scuole e nelle aziende, di poter disporre anche di  menù vegetariani.

15)Promozione della pet-therapy in scuole, ospedali e ricoveri per anziani e disabili, con possibilità di portare il proprio animale nella struttura di ricovero, soprattutto

quando si tratta di trasferimento definitivo.

16) Tutela della fauna minore in prossimità delle zone umide presenti nel territorio comunale mettendo in atto tutte quelle misure atte a evitare la strage

 sulle strade di anfibi transitanti in cerca delle zone di riproduzione attraverso ad esempio:

  1. di informazione e sensibilizzazione della cittadinanza
  2. Spostamento degli animali in migrazione ad opera di volontari residenti nel comune, ma anche provenienti da altri comuni della Provincia;
  3. La predisposizione di adeguata segnaletica luminosa;
  4. Programmazione di un piano di interventi per la realizzazione di opere di protezione nelle zone interessate dal fenomeno.

Da anni ormai iniziative simili vengono portate avanti in alcuni Comuni della Regione Piemonte e della Lombardia con la collaborazione di Enti Parco, con riscontri positivi. E’ altresì fondamentale la tutela e la salvaguardia degli habitat naturali,

 anche in ambito urbano, che ospitano tali specie.

 dal sito www.verdisavona.it