Suore, un ministro e tanti savonesi: il raduno del "Santi-popolo" Il consigliere più votato lancia lo sprint elettorale dal Santuario
IL SECOLOXIX
Pietro Santi? «È il miglior uomo da marciapiedi che abbia mai conosciuto». Il ministro Claudio Scajola lo vede così il consigliere comunale dell'Udc che da quasi vent'anni brucia record su record in fatto di preferenze individuali. Nel 2002 ne ha rastrellate quasi 800. Cinque anni prima erano state oltre 700. «Mi attesto tra i 700 e gli 800 voti - dice Santi modesto - Il segreto? Ascoltare tutti, esserci per tutti». «Non lo so come faccia, però la mia segreteria ne sa qualcosa: è un martello incessante, non fa che chiamare e insistere per portare avanti le istanze della gente che si rivolge a lui - riprende Scajola - Scherzi a parte è un politico che ha sempre fatto gli interessi della gente e il voto è il riconoscimento».
E la gente di Pietro Santi venerdì sera si è radunata nella Locanda del Santuario per festeggiare l'onoreficenza che l'anno scorso il presidente Ciampi gli ha conferito (Cavaliere al merito della Repubblica) ma soprattutto per rispondere al suo invito in vista dell'imminente sfida elettorale per il Comune. «Ormai ho l'obbligo di confermarmi - scherza il festeggiato - questa festa è il modo migliore per vederci e rinsaldarci».
A giudicare dalla risposta degli invitati-elettori è facile prevedere un altro bagno di consensi alle prossime comunali. Nel salone di Santuario erano così tanti da far impallidire persino il ministro Scajola: «Ero in Romania indeciso se venire - ha detto - Avessi saputo di questa folla non mi sarei neppure posto il problema».
Erano almeno in 500, una folla che ha intasato il salone riservato ma anche le strade del Santuario con auto posteggiate ovunque. Una folla eterogenea, multigenerazionale e multicolore. Andava dal grigio-celeste delle suore in tenuta serale, al blu degli uomini in doppio petto, ai colori vivaci di tante donne in abito da sera. E sorprendentemente c'erano tanti giovani che chissà come nel voto a Pietro Santi ritrovano interesse per la politica.
«Io per la verità lo voto perché lo impone il papà ogni volta», ammette coraggiosamente Serena, già due voti alle spalle per il recordman dell'Udc. E il papà rintuzza: «Vorrei vedere: non votarlo sarebbe mancare di rispetto a lui e al senatore Ruffino che in vita non mancava mai di rendersi disponibile».
Ex democristiani che toglierebbero volentieri l'ex davanti, moderati che non si riconoscono nel forzismo berlusconiano, famiglie vicine all'azione cattolica, suore, scout, catechisti, volontari della Caritas. È il Santi-popolo. Non a caso lo chiamano "reverendo Pietro".
Ad introdurlo, oltre che il ministro forzista Scajola che lo definisce «un figlioccio mio e della Dc», hanno provveduto Cesare Donini, ex assessore comunale Dc, e Lelio Speranza, presidente del Coni. «Pietro è l'uomo cui si può sempre fare affidamento - ha detto Donini - e in questi anni ci sono mille cose che ha fatto senza che si sappia perché opera spesso nel silenzio. È disponibile e discreto». «Essere per quattro tornate il più votato, e con grande distacco da tutti gli altri, non può essere un caso - ha aggiunto Speranza - È la prova che dietro c'è un lavoro serio e coerente».
Che poi questo lavoro sia sempre stato da semplice consigliere, prima di circoscrizione e poi comunale, senza mai i galloni di una carica più alta, è particolare che nessuno rimarca. Sarebbe guastare la festa e creare un'imbarazzo che il Santi uomo, prima che il politico, così conciliante e disponibile con tutti, non merita.
Qualcuno invece evidenzia che tutta la folla, affamata e stanca dopo discorsi e spot elettorali, non riuscirà a defluire dal salone senza il rischio di schiacciarsi e soffocare. Anche perché l'arrivo nella saletta adiacente di salatini e focaccette sposta d'improvviso l'interesse da Scajola ai panini. Inizia una corsa verso il cibo che rischia di travolgere le taglie piccole. «Fate uscire le suore, aprite un varco per le suore», urla qualcuno. Nella foga in pochi s'accorgono che Scajola, praticamente sospeso per aria dalla scorta, lascia il locale e se ne va. E così la festa prosegue nel commento su quanto siano buoni i salatini con l'oliva e deliziose le trofie al pesto. E visto che il conto lo paga Santi, il voto è garantito.

(fotoservizio Fabio Frosio)
Dario Freccero
26/02/2006