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Il programma di Rifondazione Comunista per il Comune di Savona

Decentramento e bilancio partecipativo

Il Bilancio partecipativo è una delle molteplici forme di partecipazione in cui è possibile incidere sulla destinazione delle "limitate" risorse finanziarie pubbliche e pertanto sulle priorità da assegnare agli interventi e alle opere pubbliche. Si crea in questo modo un percorso nel quale il cittadino si sente partecipe e non solo promotore o peggio il destinatario finale di decisioni preconfezionate.

Tramite una serie di incontri pubblici di quartiere/frazione si risponde al primo e fondamentale bisogno dei cittadini: l'ascolto al di fuori del momento istituzionale, incontrandoli direttamente nelle loro realtà quotidiane, inoltre si raccolgono indicazioni per meglio equilibrare sul territorio gli interventi programmati nel Bilancio di Previsione in arrivo e per migliorare l'organizzazione dei servizi comunali o sollecitare i soggetti esterni erogatori di servizi pubblici.

Si avvia così il percorso annuale di bilancio partecipativo facendo emergere una serie di bisogni del territorio da approfondire ed elaborare nel corso dell'anno attraverso i tavoli di progettazione partecipata, per arrivare l'anno successivo a condividere scelte importanti sul Bilancio di Previsione.

Il principio di questa proposta è il passaggio da cittadino utente (che riteniamo inadeguato per una pubblica amministrazione) a cittadino partecipante.

Programmazione del territorio

Il tema della partecipazione dei cittadini nei processi di trasformazione della città e del territorio ha acquistato sempre maggiore risalto nel dibattito urbanistico, tuttavia di fronte alla proposta di adottare approcci di tipo consensuale, la pubblica amministrazione risponde quasi sempre con diffidenza e riluttanza adducendo motivazioni di carattere pratico ( mancanza di risorse, iter procedurali troppo lunghi e complessi, ecc.), ma in realtà temendo che ciò comporti una perdita. di potere e di prestigio, nonostante i numerosi vantaggi, riconosciuti da più parti, che queste nuove modalità decisionali, se gestite adeguatamente, apporterebbero alla pratica urbanistica (tra tutti, la definizione di soluzioni condivise, conformi ai problemi sollevati dalla comunità, più efficaci e durature nel tempo). Pertanto, l'urbanistica partecipata non si pone come alternativa alla pianificazione tradizionale, ma anzi, intende restituire credibilità e fiducia ad un processo di gestione del territorio fortemente in crisi, perché impreparato ad affrontare uno scenario sempre più complesso, morfologicamente governato dalle regole del mercato, socialmente mutevole, instabile, e culturalmente diversificato e, soprattutto incapace di gestire i conflitti scaturiti dalla crescente richiesta dei cittadini di una maggiore considerazione delle proprie opinioni sulle iniziative politiche di cui saranno i destinatari.

La crisi di legittimazione del consolidato modello di pianificazione sembra dunque frutto di un più diffuso malessere, individuabile nell'elevata diffidenza e sfiducia nei confronti degli organi rappresentativi del governo, che porta alcuni ad affermare di essere di fronte ad una crisi dell'attuale sistema democratico.

C'è quindi sul territorio una maggiore richiesta di partecipazione, soprattutto nei casi in cui i cittadini desiderino non delegare totalmente la responsabilità decisionale ai propri rappresentanti in particolar modo nella sfera urbanistica/gestione del territorio, elemento forse più vicino e quindi più sentito dalla popolazione che si è rivelata capace di attivare proteste anche molto intense e durature.

Esemplare, da questo punto di vista, è il progetto BOFILL, calato sulla città senza che avvenisse un serio confronto sull'utilizzo delle più pregiate e strategiche aree a mare di Savona, e sulla cui destinazione si gioca il futuro economico dell'intero hinterland savonese. Con la stessa metodologia sono stati affrontati altri aspetti prioritari riguardanti la trasformazione del nostro territorio, basti pensare alle sciagurate ipotesi del porticciolo turistico alla Margonara, e al tracciato della cosiddetta "tangenziale urbana", meglio conosciuto come Aurelia Bis.

Tutte queste ipotesi progettuali sono andate avanti senza un vero confronto con le forze politiche e sociali della città e rispondono, nella formulazione attuale, essenzialmente agli interessi di pochi anziché a quelli di uno sviluppo sostenibile del nostro territorio.

Per questo si pone con urgenza la necessità di riesaminare, anche ricorrendo ad una nuova progettazione, tutto il fronte mare; rinunciare definitivamente al progetto del porticciolo turistico della Margonara concordando con Albissola Marina la riqualificazione ambientale della zona a cavallo tra i due comuni e con l'Ente Porto l'individuazione di aree da destinare al diporto; prendere atto che il tracciato dell'Aurelia Bis proposto non verrà realizzato e trovare soluzioni al problema della viabilità in ingresso a Savona da Albissola Marina, individuando interventi meno devastanti per il territorio (sottopassi e sottopassaggi, utilizzo del vecchio tracciato ferroviario ecc.).

Soluzioni analoghe dovranno essere individuate per rendere più sicuro il traffico cittadino, in particolare per i pedoni, provvedendo a rendere meglio fruibili i sottopassaggi esistenti e provvedendo a costruirne dove flussi di traffico e attraversamenti pedonali creano situazioni di pericolo.

Attenzione particolare dovrà essere posta nell'abbattimento delle barriere architettoniche ancora esistenti anche negli edifici pubblici. Bisogna anche rendere accessibile la Biblioteca di Monturbano con mezzi pubblici considerando anche l'ipotesi di utilizzare ascensori o altri strumenti tecnici.

In oltre in una città come quella di Savona che si sta spopolando e dove il numero di alloggi disabitati cresce progressivamente (causando anche un degrado del patrimonio immobiliare) non risulta comprensibile l'immissione sul mercato di centinaia di migliaia di m.q. di residenzialità ad elevatissimi costi, per altro improponibili alle giovani coppie o l'assalto alle colline, importante patrimonio ambientale, giustamente difeso fino ad oggi.

Occorre privilegiare interventi di ristrutturazione e recupero soprattutto nel centro storico, ma anche nelle periferie e destinare buona parte delle nuove costruzioni ad edilizia convenzionata e/o agevolata, a prezzi calmierati, anziché ad appartamenti di lusso, a cui le normali famiglie savonesi non possono assolutamente accedere.

Importante è procedere rapidamente al recupero dei cosiddetti "contenitori storici", completando i lavori della Fortezza del Priamar migliorandone l'accessibilità con l'apertura di tutti i possibili varchi, come elemento indispensabile per renderne possibile la fruizione costante. Questo intervento è indispensabile (oltre che per ragioni di sicurezza) perché tutte le opere fino ad oggi svolte non sono riuscite al supe-ramento della sensazione, di dominio verso la città. Il Priamar viene percepito ancora oggi, come un corpo estraneo rispetto al centro storico e gli interventi fino ad oggi eseguiti ne hanno in parte permesso la fruizione senza riuscire a legarlo saldamente al resto della città operazione che si più ottenere anche con la costruzione di un sottopasso in corso Mazzini. Priorità assoluta deve essere riservata per risolvendo lo scandalo del vecchio S. Paolo, che avrebbe potuto già da tempo essere utilizzato per l'U-niversità o per il nuovo Palazzo Comunale. Anche il recupero del complesso di S. Giacomo, oltrechè di S. Domenico e di S. Chiara, di cui da troppo tempo si parla, possono e devono rappresentare per la città risorse preziose, sia dal punto di vista culturale che economico.

Risorse

L'acquisizione delle risorse è un momento essenziale nella programmazione economica e finanziaria. considerando l'assottigliarsi progressivo dei contributi statali, e deve essere ispirata all'equità e alla solidarietà.

Progetti che mirino al recupero del degrado urbano (centro e periferie), devono portare al miglioramento della qualità della vita e ad un più razionale utilizzo di spazi, strutture e costi e devono essere strutturati per permettere l'accesso a contributi esterni (europei, nazionali, regionali) offrendo anche opportunità per privati, ma nel rispetto delle legittime attese dei fruitori, invertendo la tendenza a privatizzare porzioni di pregio del territorio, ma proponendo soluzioni alternative e più convenienti dell'esclusivo possesso e utilizzo.

Occorre rapidamente ridefinire le norme che garantiscono le entrate tributarie utilizzando al minimo le forme inique di tassazione, come l'addizionale IRPEF che si basa su una base imponibile falsata dall'evasione universalmente riconosciuta, e rimodellando i regolamenti di:

in modo da rendere equa la tassazione locale promuovendo il riordino delle fonti che determinano la base imponibile, ad esempio ridefinendo gli indici catastali, perfezionando incentivi, agevolazione o penalizzazioni.

Gli incentivi devono avere lo scopo di sanare sacche di evasione parziale o totale in quanto bisogna tendere ad una base contributiva ampia, ma equamente sollecitata e considerata; le agevolazioni per sostenere soggetti in situazione di difficoltà e disagio; le penalizzazioni per far emergere situazioni socialmente insostenibili come immobili sfitti, senza giusta motivazione, a fronte di un'emergenza abitativa: questi casi si devono individuare anche incrociando i dati con le agenzie fornitrici di servizi (acqua, luce ecc.) e, applicando aliquote adeguate al danno arrecato alla collettività, si deve sollecitarne la collocazione sul mercato.

L'acquisizione delle risorse tramite entrate tributarie non deve apparire come momento di invadenza o punitivo verso il cittadino, ma inquadrato nell'equilibrato rapporto di diritti e doveri che genera consenso nell'attività amministrativa. L'esperienza negativa del ricorso a ditte esterne che hanno la sola finalità del brutale recupero finanziario crea avversione verso chi deve garantire la gestione equa della cosa pubblica. In questo senso tale attività deve essere subordinata ad un rapporto diretto tra la Pubblica amministrazione e il cittadino con l'istituzione di una sede (ufficio) dove si possano chiarire le singole posizioni per ridurre il contenzioso e rendere il più "amichevole" possibile il reperire risorse.

Si auspicano inoltre minori risorse investite in consulenze esterne privilegiando le conoscenze e le abilità interne per le quali deve essere aumentata la possibilità di aggiornamento e qualificazione.

Và inoltre attuata la riforma del Catasto, ormai ferma da anni in attesa di essere sbloccata.

Programmazione sociale

Manca, da tempo, a Savona uno studio che metta in connessione la composizione sociale, abitativa, economica, demografica con la domanda sociale conseguente.

Una città che ha una maggioranza di popolazione anziana (primato Italiano in percentuale), nuove comunità di cittadini stranieri, copie che abbandonano la città per l'elevato costo delle abitazioni, per la scarsità dei servizi e per la discontinua sollecitazione culturale, necessita di una nuova e più vitale programmazione sociale.

Il progressivo ed inspiegabile arretramento dei servizi sociali anche integrati, che consentono alle persone in difficoltà (per malattia cronica, per acuzie gravi, per handicap) di "godere" attualmente dei servizi sociali solo per un'ora alla settimana, deve interrompersi.

La presenza di un numero adeguato di posti RSA, la creazione di centri di aggregazione e valorizzazione per gli anziani, la sollecitazione culturale deve rivedere il Comune come principale soggetto anche gestore di proposte e nuove realizzazioni.

Strutture adeguate a ricevere i giovani (anche in autogestione), le loro attività di studio, di ricreazione, di elaborazione, anche all'interno di contenitori storici può permettere da una parte la rivitalizzazione di strutture oggi semi abbandonate e dall'altra di fornire ambienti e tecnologie adeguate alla popolazione giovanile, creando, di fatto, poli di forte attrazione.

È necessario che il Comune di Savona si disponga ad una attenta politica di osservazione delle problematiche sociali legate alle differenze, dando così vita ad una costante azione contro il razzismo, le discriminazioni di sesso, etnia, cultura o di qual si voglia altra provenienza.

Vanno, a proposito del settore di tutela dei soggetti interessati, adibiti dei centri di ascolto. aiuto e assistenza pubblici, contribuendo ad uno sviluppo della vicinanza dell'Ente ai propri cittadini.

Si deve evitare che, ad esempio, i giovani non abbiano un sostegno psicologico/sociale sulle questioni della sessualità, delle malattie, oppure su episodi di recrudescente intolleranza razziale, di ostilità verso tutto ciò che risulta essere "diverso".

Nel settore, invece, della prevenzione delle discriminazioni, il Comune deve mettere in campo agili comunicazioni di ampia ricezione a partire dalle scuole e dai centri di aggregazione giovanile e, genericamente, sociale.

Su questa scia l'impegno di una rinnovata amministrazione deve volgersi al sostegno delle più avanzate forme di convivenza sociale e civile, che non pretendono il superamento della tradizionalità familistica, ma che non possono non chiedere un eguale riconoscimento in tema di acquisizione dei diritti costituzionali e naturali.

Ma centrale, nella programmazione sociale, per il Partito della Rifondazione Comunista è il ruolo pubblico e sociale che il Comune deve essere chiamato a svolgere.

In questa ottica assume una rilevante importanza la realizzazione dei Distretti Socio-Sanitari di base, l'incremento della assistenza domiciliare integrata (avvalendosi anche di collaboratori e collaboratrici familiari immigrate), la realizzazione, delle Residenze Sanitarie Assistenziali e un adeguato riconoscimento dell'attività delle associazioni del volontariato presenti sul territorio comunale.

Inoltre assume una importanza rilevante la soluzione dei problemi disabili e delle loro famiglie attraverso la completa integrazione degli stessi nella società (scuola, sport, mondo del lavoro); si auspica la creazione di alloggi di edilizia sovvenzionata progettati per i disabili e a loro destinati.

L'Amministrazione Comunale deve sostenere e potenziare le attività degli asili nido e delle scuole materne modulando le rette in maniera sostenibile per le famiglie che via accedono.

Sport

Fondamentale deve essere nella vita amministrativa il sostegno e la promozione dell'attività sportiva con la duplice finalità di pubblicizzare l'immagine della città e di fruizione e godimento per i savonesi promuovendo quelle discipline che vedono il gesto atletico inserito nell'ambiente che caratterizza la nostra città in particolare le attività nautiche o che si svolgono nell'acqua e quelle legate alla morfologia del territorio.

Occorre pensare a strutture sportive comprensoriali, che rispondano ai bisogni dei cittadini di una più ampia territorialità andando oltre al confine comunale. Questo, infatti, può consentire la creazione di poli sportivi anche di altissimo livello di-stribuiti sul territorio comprensoriale con un, risparmio notevole delle risorse.

È urgente fornire i quartieri, anche i più periferici, di strutture idonee alla più ampia e libera fruizione della popolazione.

Fondamentale è la gestione diretta degli impianti sportivi di base con delega alle Circoscrizioni, così come la promozione di politiche tariffarie di favore delle attività amatoriali.

Acqua

Crediamo che in futuro il possesso di risorse idriche sarà una delle questioni decisive nei processi decisionali delle comunità e che contestualmente occorra definire già ora una chiara presa di posizione in materia.

Bisogna valorizzare le soluzioni collaborative con gli altri comuni ma soprattutto disporre già da ora di una chiara scelta a favore di una gestione integrata e interamente pubblica del servizio o "in house" come viene definito dalla legge.

A questa chiara scelta devono conseguire due dati: da un lato il rifiuto netto di politiche di privatizzazione del servizio e dall' altro il contrasto di creare società di multiservizi, che in realtà portano ad allontanare la gestione del servizio idrico dalla autonoma decisione dei comuni e dei cittadini.

Mobilità e trasporti

Occorre un Piano Urbano del Traffico che contenga scelte coraggiose a favore del trasporto pubblico e delle aree pedonali contemplando adeguati parcheggi di cintura, e zone a traffico limitato salvaguardando le esigenze lavorative del commercio e delle attività artigianali ancora operanti nel centro cittadino.

Il trasporto pubblico quale asse portante della mobilità delle persone, libera la città dal caos del traffico automobilistico e costituisce dal punto di vista energetico una scelta di clamoroso risparmio cogliendo quelle, aspettative ecologico-ambientali che oggi più che mai sono improrogabili.

Vanno ripresi i progetti riguardanti la mobilità con mezzi in sede propria. Tramite ferrovia (esemplare l'ottima sperimentazione oggi stabilizzata del TAF Voltri Genova, che potrebbe essere ripresa nel nostro comprensorio sia costiero che valbormidese) o tramite l'abbandonata progettazione della metropolitana leggera.

Sull'attuale sede ferroviaria oggi in esercizio si potrebbe disegnare un servizio metropolitano perlomeno per le ore di punta sul modello di quello attuato sulla tratta genovese Voltri-Nervi e a tale scopo l'Amministrazione Comunale dovrebbe inter-venire su Trenitalia affinché siano destinate le dovute risorse (automotrici elettriche, individuazione delle fermate) ridisegnando tutti i percorsi di mobilità cittadina razio-nalizzando le linee in particolare con il concentramento di un nodo di scambio, adeguatamente strutturato, presso la stazione ferroviaria di Mongrifone.

Tale concetto dovrebbe essere esteso anche alle merci dove già esiste la linea che collega il Parco Doria col porto, basterebbe adeguarla e organizzare l'istituzione di treni navetta per alleggerire l'impatto del traffico "pesante" sulla viabilità cittadina.

Porto di Savona-Vado Ligure

Riteniamo fondamentale lo sviluppo delle necessarie infrastrutture per lo sbarco, l'imbarco, lo stoccaggio ed infine il veloce e puntuale inoltro quali le ferrovie e le funivie, questo al fine di garantire il mantenimento e l'aumento dei livelli occupazionali e di potenziare il porto di Savona-Vado quale propulsore dell'economia savonese con uno sviluppo armonizzato nell'ambito della portualità ligure, con la valorizzazione delle proprie peculiarità e specializzazioni in particolare degli operatori, dove la compagnia Pippo Rebagliati deve mantenere un ruolo centrale nelle operazioni portuali così come le altre figure (ormeggiatori, dipendenti delle funivie ecc.) per la professionalità acquisita a garanzia della sicurezza e delle prestazioni lavorative. In questo settore la precarietà è collegata alla scarsa professionalità e può determinare gravi conseguenze sia alle persone sia alle merci movimentate o trasportare propedeutiche a disastri ambientali planetari.

Non concordiamo con la trasformazione del porto di Savona in puro e semplice scalo diportistico: se da un lato può essere condiviso il recupero ad attività turistico ricreative della Vecchia Darsena e degli spazi collegati, il giudizio complessivo sui i progetti sostenuti prima dalla Giunta Gervasio e poi da quella Ruggeri non possono che essere negativi.

Il progetto Bofill entra, infatti, fortemente in contrasto con il ruolo commerciale del Porto. Risulta impensabile una possibile convivenza tra il trasporto pesante collegato al porto commerciale e la presenza di edilizia residenziale di così rilevanti dimensioni ed impatto.

Infrastrutture ferroviarie

Bisogna impedire il depotenziamento del parco merci di Savona P. Doria e richiedere con forza la ripresa dei progetti di potenziamento delle attuali due linee di valico per la penetrazione in Pianura Padana verso Torino e verso Alessandria e per i successivi inoltri per il Nord Europa e l'Est con la posa del secondo binario sulla linea Savona-San Giuseppe via Altare (la sede è già pronta).

Bisogna anche richiedere il raddoppio dell'unico tratto a binario unico tra San Giuseppe e Ceva (20 km circa) della linea Savona Torino, strategico per il collegamento con il nostro capoluogo.

Infine è necessario sollecitare Trenitalia per un deciso miglioramento del servizio viaggiatori con collegamenti veloci anche sulle direttrici piemontesi oltre che il ponente ed il levante ligure.

La politica dei rifiuti

La Giunta Provinciale di Savona intende, con un'adeguata politica dei rifiuti, ma non solo, contribuire alla tutela dell'ambiente fisico e biologico del territorio di sua competenza, preservando suolo e sottosuolo, aria e corpi idrici di superficie e profondi da ogni e qualsiasi forma di inquinamento o di artificiosa trasformazione, interpretando così, con gesti concreti ed efficaci, lo spirito di Agenda 21.

Intende altresì contribuire a creare situazioni concrete di produzione di reddito e di occupazione lavorativa.

Con tali prospettive quindi il rifiuto non può essere considerato come un qualcosa di ingombrante e sgradevole del quale liberarsi in qualche modo, seppellendolo o distruggendolo, ma deve essere assunto come una risorsa preziosa, dalla quale recuperare ricchezza.

Il rifiuto non può essere trasformato in un altro rifiuto seppur non visibile e di effetti immediatamente non apprezzabili, ma negativamente attivi nel tempo, ma va trattato secondo criteri che seguano, nella misura massima possibile, processi naturali, dai quali ottenere prodotti compatibili con l' ambiente ed in esso positivamente riutilizzabili.

Al rifiuto va quindi chiesto di restituire quanto al suo interno vi è di recuperabile e di riutilizzabile, al fine di interrompere un ciclo perverso di spreco di risorse, di generare una nuova forma di reddito che abbatta i costi della sua manipolazione e porti vantaggio agli operatori del settore ed agli utenti del servizio.

Sulla politica dei rifiuti l'Amministrazione Comunale deve provvedere affinché l'ATA si prodighi senza indugio per applicare quanto verrà indicato dal Piano provinciale, attrezzandosi per la raccolta differenziata e individuando le zone di Savona dove è possibile promuovere l'utilizzo domestico del compostaggio, per fornire le adeguate informazioni e attrezzature, ciò per abolire rapidamente i contenitori lungo le strade e, soprattutto, portando alla chiusura, messa in sicurezza e bonifica della discarica di Cima Montà, senza ampliare ulteriormente il sito, senza ulteriore richiesta di deroghe e senza ricorrere alla costruzione di un termovalorizzatore.

Il territorio savonese va monitorato evitando il rischio, oggi assai presente, delle discariche abusive: una rete di collaborazione con la Polizia provinciale, la Forestale e le organizzazioni ed associazioni di volontariato potrebbe essere un buon avvio.

Università

Il polo universitario di Legino deve diventare punto di riferimento per tutti gli Enti pubblici, le forze economiche e le Associazioni culturali, per contribuire efficacemente alla costruzione di una visione della Città e del suo territorio (esteso anche al comprensorio), che privilegi l'investimento di risorse, lo studio, il monitoraggio e la proiezione di soluzioni idonee ad intrecciare il tessuto economico con uno sviluppo ambientalmente sostenibile e con la difesa del patrimonio naturale, di cui Savona è ancora dotata.

Deve anche diventare strumento per il rilancio dello sviluppo economico individuando e approfondendo studi che possano portare a realizzazioni tecnologicamente avanzate. Compito della città è riservare aree per impianti industriali conseguenti, in questo ambito è da ritenersi scellerato il cambio di destinazione d'uso delle aree ex Metalmetron che potrebbero essere disponibili per questo scopo e che devono quindi tornare alla precedente tipologia di utilizzo.

A tal fine occorre che l'Università in concorso e su sollecitazione delle Istituzioni locali organizzi incontri, convegni, percorsi di studio, manifestazioni culturali che ne potenzino le capacità di coinvolgere la cittadinanza e di farne una risorsa di idee, iniziative e di concreto supporto per chi intende contribuire all'affermazione di una simile prospettiva.

È evidente, peraltro, che la presenza di una fascia giovanile estesa riguarda e può contribuire alla vitalità dell'attività sportiva cittadina e quindi va ad intersecarsi con quanto istituzionalmente può e deve fare l'Amministrazione Comunale. Ciò impone l'individuazione e l'investimento di risorse che consentano la riqualificazione delle strutture esistenti, il loro potenziamento, ma anche la creazione e la costruzione di nuove forme aggregative e dei relativi "luoghi" ove esse possano svolgersi.

Energia ed ambiente

La conferenza di Kioto sugli effetti planetari dell'inquinamento da emissioni di C02 ha evidenziato, se mai ce ne fosse stato bisogno, l'assoluta necessità di un drastico ridimensionamento di tale emissione.

Anche l'Amministrazione Comunale di Savona deve essere in prima fila nelle battaglie perla salvaguardia della vita sul pianeta, con propri interventi per favorire il risparmio energetico e di conseguenza limitare le emissioni di CO2.

Si può intervenire con una rigorosa politica di risparmio energetico tesa a favorire le fonti rinnovabili e pulite.

Gli edifici pubblici, ad esempio, dovrebbero utilizzare le superfici esposte all'insolazione (tetti) per installare pannelli solari per la produzione di acqua calda sanitaria e per il ciclo di riscaldamento. Con i livelli di insolazione tipici di Savona sono ipotizzabili in tal senso risparmi di energia fino al 60%.

È necessario introdurre l'installazione delle valvole termostatiche sui radiatori, a cominciare dagli edifici pubblici (ipotizzabile un 30% di risparmio).

È possibile ricercare luoghi atti all'installazione anche sperimentale di generatori eolici considerando l'estrema ventosità del nostro territorio ad integrazione dell'energia per la pubblica illuminazione, ecc.

Occorre inoltre procedere ad:

Per quanto riguarda l'ambiente, molte sono le questioni su cui l'Amministrazione Comunale, ha competenze specifiche, basti pensare all'inquinamento elettromagnetico e da una doverosa zonizzazione che escluda la possibilità di installare antenne nei pressi delle abitazioni o alla possibilità di escludere tassativamente dalle mense comunali e scolastiche i cibi contenenti organismi geneticamente modificati. Più complessivamente il Comune deve dotarsi di un Sistema di gestione ambientale che preveda un miglioramento continuo dell'ambiente cittadino.

Agricoltura

Interventi atti a favorire il rilancio delle piccole aziende agricole e di allevamento, che rappresentano una ricchezza sul territorio e danno posti di lavoro rispettosi dell'ambiente (slow food, prodotti di nicchia, agricoltura biologica).

Attraverso gli strumenti, urbanistici si impedisca di edificare a discapito delle ormai pochissime terre seminative del nostro territorio comunale e si consenta agli operatori rurali di continuare il presidio del territorio favorendo le ristrutturazioni e gli ampliamenti necessari per lo svolgimento delle attività rurali stesse e la vita dignitosa dei contadini.

Interventi a sostegno ed incentivi per la creazione di cooperative di produzione agraria.

Richiesta di istituzione di corsi universitari per l'agricoltura della fascia costiera con riferimento alla coltivazione di piante officinali e tipiche mediterranee utilizzando, per la sperimentazione, terreni impervi e abbandonati o collaborando con aziende agricole esistenti.

Per realizzare ciò è necessario predisporre un piano di tutela del verde collinare col duplice obiettivo di utilizzo di risorse economiche e di difesa dal degrado ambientale che è causa prima degli incendi boschivi e dei danni causati da precipitazioni piovose.

Apparato amministrativo

C'è la necessità del riordino sia dell'apparato politico sia di quello burocratico del Comune di Savona. Certamente non sono ancora state "metabolizzate" le norme contenute nel D.lgs. n° 267 del 18/8/2000 in particolare non si sono ancora sfruttate completamente le potenzialità del Testo Unico che detta le norme per ammodernare gli enti locali. Si è troppo frettolosamente esautorato il Consiglio Comunale (organo elettivo) da molte funzioni e si è troppo evidenziato il ruolo dei funzionari che sono diventati i veri gestori, senza alcun controllo democratico sul loro operato.

Compito della nuova amministrazione sarà quello di sanare alcune incongruenza come riordinare le deleghe degli assessori riducendone il numero e ridefinendo gli incarichi dei dirigenti, assegnando a persone diverse incarichi che richiedono la giusta dialettica, anche ricorrendo a sostituzioni.

Più stretto deve essere il coordinamento tra gli organi dell'apparato e le funzioni sia di indirizzo sia di controllo devono essere effettuate senza alcuna remora o sudditanza.

Per migliorare l'efficienza del Comune devono essere giustamente valorizzate le professionalità interne in base alle mansioni proprie, riconoscendo il lavoro svolto con giusti incentivi, anche di carattere economico, in base a quanto previsto dei contratti di lavoro, applicandoli tempestivamente, senza ricorrere ad interpretazioni restrittive o punitive. Solo a dipendenti motivati si possono restituire ruoli anche progettuali, riducendo gli incarichi esterni e ottenendo il massimo della funzionalità degli uffici.

dal sito  www.rifondazione.it/savona